domenica 31 gennaio 2021

Dalla valle del Senio scendono due Intouro blu


La settimana in corso è stata contrassegnata dell’immissione in servizio sulle strade della Romagna di due nuovi autobus extraurbani, dei Mercedes Intouro caratterizzati dalla livrea blu integrale, sotto le insegne della Cooperativa Trasporti di Riolo Terme.


Si tratta di due mezzi apparentemente identici tra loro, della lunghezza di 12 metri e caratterizzati dalla motorizzazione Euro 6 abbinata ad un cambio automatico. La porta centrale, a due ante ad espulsione, ospita anche il sollevatore per persone diversamente abili.

Alcuni dettagli, come l’insolita livrea blu, il pavimento interno in finto parquet ed un adesivo di limite di velocità di tipo diverso da quelli in uso in Italia, lasciano pensare che si tratti di due mezzi destinati al mercato estero ed acquistati in pronta consegna, seppur non si tratti affatto di veicoli usati, ma nuovi, come evidenziato anche da Evobus sui propri social. Attualmente gli Intouro si presentano ancora privi della grafica definitiva; è infatti presente solo un adesivo sul retro con il nome della società.


All’interno della Coop Trasporti, come su tutti gli altri autobus, sono stati contrassegnati da una matricola che per i due nuovi Intouro corrispondono a 35 e 36. Tali numeri fino a poche settimane fa erano abbinati ad altri mezzi, vale a dire due (di tre totali) Setra S315 GT-HD di colore grigio, che hanno lasciato il posto ai nuovi Mercedes, venendo dismessi e dati in permuta alla Evobus di Modena. Proprio questi mezzi negli ultimi periodi sono stati protagonisti di diverse apparizioni in linea, specialmente su corse bis, come visto anche su Trasporti Pubblici in Romagna.


I due Intouro, almeno inizialmente, si troveranno a solcare prevalentemente le strade della vallata del Senio, svolgendo le linee in carico al deposito principale di Riolo Terme o quello di Casola Valsenio, andando quindi a raggiungere frequentemente le città di Faenza, Imola e Ravenna.

Proprio presso la città bizantina è stato la possibile immortalare uno dei Mercedes blu, ovvero la nuova matricola 35, mentre transitava lungo viale Farini, accanto alla Basilica di San Giovanni Evangelista, a pochi chilometri dalla destinazione finale posta al polo chimico dell’Enichem, su una corsa di 195 partita circa un’ora prima da Riolo Terme.



Gian Marco Assirelli - 31 gennaio 2021


martedì 26 gennaio 2021

Linea 6: un numero che... porta sfortuna!

 Roberto Renzi - 26/01/2021

Nella rete urbana di Rimini una linea con il numero 6 è esistita solo in epoche remote. Dal 1980 questo numero è praticamente in disuso, salvo essere stato impiegato occasionalmente per contrassegnare alcune "navette", che il più delle volte sono durate l'espace d'un matin.
Insomma il 6 nei trasporti urbani riminesi è un numero decisamente sfortunato.

La prima linea 6
La storia inizia nel 1965, quando l'ATAM, allora in piena espansione, istituì due nuovi servizi nel "forese". Si tratta delle linee 7 (Rimini–Zingarina di S.Aquilina) e 8 (Rimini–Case Nuove di via Orsoleto), delle quali abbiamo già raccontato la storia (*). Il 14 febbraio 1965 queste due linee, destinate a rimanere nei decenni con poche varianti al servizio di contrade ultraperiferiche del Comune di Rimini, vennero inaugurate insieme alla "prima" linea 6. Questa costituiva una intensificazione del servizio tra il centro cittadino e il quartiere Lagomaggio, servizio a quei tempi espletato dalla linea 1 (**), che era attestata in via Laurentini/Cagnacci (foto 1) e non serviva ancora via Praga.


Detta linea aveva in comune con la 1 il tratto Piazza Tre Martiri–via Lagomaggio. Dall'incrocio con la via Nicola Giangi proseguiva fino in fondo a questa strada, che nella parte terminale è denominata via Sebastiano Satta. Il capolinea era all'intersezione con il viale delle Rimembranze, all'epoca non ancora percorso dalla linea 3 (l'attuale 9). Nella foto 2 si può vedere il percorso della linea 6, in gran parte sovrapposto a quello della linea 1.


Con un servizio concentrato nelle fasce orarie di punta (nella foto 3 il primo orario), svolto da una sola vettura con tempo di giro 30', il risultato era una integrazione alla frequenza della linea 1: entrambe le linee avevano frequenza 30' e perciò nel tratto comune vi era una corsa ogni 15'.


Molto spesso circolava sulla linea 6 uno dei due OM Supertaurus carrozzati Autodromo ex matricole 40 e 41 dell'ATAM di Ferrara (nella foto 4 un esemplare in sosta davanti alla stazione della città estense), rilevati dall'omonima azienda riminese nello stesso anno 1965 e rinumerati 1039 e 1040 (***). Più raramente, prestava servizio un FIAT 309 come quello della prima immagine (gruppo 1016-1020) o un FIAT 309/1 (gruppo 1025-1029).
Questa prima linea 6 ha il primato della minor durata assoluta in tutta la storia della rete urbana di Rimini (escludendo i servizi sperimentali o dichiaratamente occasionali). Il 3 novembre 1965, dopo nemmeno nove mesi di esercizio, la linea veniva soppressa. È probabile che sulla decisione abbiano pesato le serie difficoltà di circolazione nelle anguste vie Giangi (oggi a senso unico) e Satta: in ogni caso da quello stesso giorno la linea 3 fu istradata sul viale delle Rimenbranze anziché sulla Statale Adriatica: le vie Giangi e Satta da quel momento sarebbero state servite solo alle estremità dalle linee 1 e 3. Qualche tempo dopo la frequenza della linea 1 sarebbe stata portata a 20'.


La seconda linea 6
Il numero 6 fece la sua ricomparsa il primo ottobre 1969 sulla relazione via Aleardi–Padulli, anche questa integrativa della linea 1, come descritto un altro articolo del Blog (**), e il cui percorso è visualizzato nella foto 5


Dopo il prolungamento in via Pascarella (1971), con l'orario invernale 1980-'81 la numerazione "6" cessò in seguito all'unificazione del capolinea a mare, per cui restò in servizio la sola linea 1, con corse alternate verso Covignano e verso i Padulli. Nelle foto 6 e 7 si vedono due FIAT 309 della prima serie fare servizio sulla linea 6: la vettura 1320 (cartello "Aleardi") in transito "contro mano" sul corso d'Augusto nel 1970 (foto Davide Minghini) e la vettura 1316 in sosta in piazza Tre Martiri, lato Torre orologio, nell'estate 1972 (foto Fabio Formentin). 



Negli anni successivi i 309 saranno soppiantati dai FIAT 418 AC: la foto 8 (autore Nedo Bianchini) è stata scattata in occasione di un lieve sinistro in via Pascarella nel 1978.


Linee occasionali dagli anni Novanta a oggi
Da quel 1980 in cui scomparve la "seconda" linea 6, questo numero non ha avuto più cittadinanza presso il servizio urbano di Rimini, se si eccettuano alcune linee occasionali, delle quali diamo qui di seguito conto.

Linea 6 Marina Centro–Fiera. Nella foto 9 vediamo un Siccar 176L-De Simon (Tram Rimini 1908) adibito a questo servizio in sosta presso la vecchia Fiera di Rimini, dove oggi sorge il Palazzo dei congressi, il 28 novembre 1994. 


Nella foto 10, particolare del cartello di percorrenza. Questa linea si effettuò in occasione di alcune fiere nel solo orario invernale 1994-'95.


Linea 6 barrato via della Fiera–piazza Tre Martiri. Navetta sperimentale al servizio dei parcheggi del Palacongressi. Si effettuò per alcuni mesi nell'inverno 2002-2003, con bus CAM Pollicino 35P (in foto 11 l'orario). Negli anni successivi, durante le feste natalizie, questo collegamento sarà espletato da un trenino turistico.


Linea 6 Stazione FS–via Castelfidardo–piazza Ferrari–Stazione FS. Altra navetta sperimentale, in servizio nei giorni feriali dall'ottobre 2012 (in foto 12 la tabella di marcia); la frequentazione praticamente nulla ne decretò la soppressione nel gennaio 2013. Da notare che questa è l'unica linea urbana che abbia mai circolato nella via Tempio Malatestiano. Autobus da 7,5 metri (CAM Alé).

Circolare Grandi Mercati. Fu istituita con lo spostamento del mercato ambulante da piazza Malatesta al quadrante sud-est del centro storico, il 14 ottobre 2015. Il percorso, come si può vedere dall'orario (foto 13), era costituito da un anello intorno al centro storico. Due autobus tipo Alé (foto 14, alla fermata di via Roma) vi facevano servizio il mercoledì e il sabato dalle ore 7.35 alle 13.47. Dall'orario invernale 2017-2018 questi due turni macchina mercatali furono spostati sulla linea 1. Come si evince dalla tabella di marcia (foto 15), per il sistema informativo di Start Romagna anche questa era... linea 6!




Epilogo - Che il numero 6 "porti sfortuna" sembra dunque comprovato dalle vicende testé narrate. Chissà in futuro se a qualche programmatore verrà in mente di adoperarlo, nel qual caso può darsi che ne vedremo delle belle!



Foto archivio Renzi, salvo diversa indicazione.

domenica 3 gennaio 2021

IL SISTEMA TARIFFARIO A ZONE DELL'EMILIA-ROMAGNA

 Roberto Renzi - 03/01/2020

Negli ultimi undici anni gli utenti del trasporto pubblico su gomma nella Regione Emilia-Romagna, specialmente in ambito extraurbano, si sono trovati alle prese con un sistema di calcolo della tariffa del viaggio basato sull'attraversamento di una o più "zone tariffarie". Contestualmente in tutto il territorio regionale sono stati introdotti biglietti muniti di banda magnetica e abbonamenti contacless, contenenti cioè un microchip con un'antenna in grado di rispondere al segnale della macchina validatrice senza introduzione del titolo di viaggio nella macchina stessa.

Si tratta della pratica applicazione del Sistema Tariffario Integrato Magnetico-zonale dell'Emilia-Romagna (STIMER), un'innovazione giunta in porto dopo una fase lunghissima di gestazione, durante la quale alcune caratteristiche del sistema come erano state individuate all'inizio inevitabilmente sono mutate, sia sotto il profilo tecnologico sia per quanto concerne le regole e le tipologie dei documenti di viaggio.

La tariffazione a zone è molto diffusa soprattutto nelle grandi aree metropolitane, dove di solito interessa tutte le modalità di trasporto (autobus, treni, metro) per le quali sono disponibili vari tipi di titoli di viaggio integrati. L'aver pensato – già agli inizi degli anni ottanta del Secolo scorso – a una "comunità tariffaria" grande come l'intera regione, con il senno di poi potremmo giudicarla un'ambizione eccessiva... e infatti dopo due decenni (!) di lavoro e discussioni, un lasso di tempo in cui un solo bacino di traffico accettò di compiere una sperimentazione del sistema magnetico-zonale, solo nel 2010 si addivenne alla generalizzazione a tutti i bacini del sistema stesso, che nel frattempo aveva subito diverse modifiche rispetto all'impostazione iniziale.


Un po' di storia

In questo articolo si descriverà la parte soft del sistema e cioè le zone tariffarie e il loro funzionamento. Quanto alla tecnologia applicata a tale sistema, basti pensare che la Regione Emilia-Romagna dovette imporre a tutti i gestori di uniformarsi a un determinato standard, finanziando l'acquisto degli apparati per la validazione e l'emissione dei titoli di viaggio: la mega-gara indetta dalla Regione fu vinta dalla Società ACS, che ha fornito le stesse apparecchiature a tutte le aziende. Oggi queste apparecchiature sono in via di sostituzione con altre più avanzate tecnologicamente.

Va precisato che, nonostante il progetto comprendesse l'estensione del sistema alla rete ferroviaria regionale, l'applicazione pratica si è avuta solo sulla gomma. Per molto tempo sono state in discussione complesse norme per la ripartizione dei proventi tra i vari gestori (clearing), ma di fatto queste sono rimaste pressoché sulla carta, dato che in ogni bacino esiste ormai un gestore unico – oggi vi sono quasi ovunque aziende che gestiscono più bacini – e, data la configurazione della nostra regione, su gomma le relazioni tra un bacino e l'altro sono sovente poco significative: le uniche autolinee di una certa importanza che collegano due capoluoghi di diverse bacini sono la Bologna–Ferrara e la Forlì–Ravenna e in entrambi i casi vi è un'unica azienda che opera sui due territori interessati.

A metà anni novanta sembrava che l'obiettivo di applicare STIMER a tutta la regione fosse abbastanza prossimo e per attuare una prima sperimentazione fu scelto il bacino di Modena, nel quale il sistema prese il via nel 1996, contestualmente alla riforma del servizio urbano ricordata come "Piano Husler", dal nome del professionista svizzero che progettò tale riforma.

Oltre alla suddivisione del territorio della provincia in zone tariffarie, fecero la loro comparsa sugli autobus e nelle stazioni della ferrovia Modena–Sassuolo le macchine elettroniche atte a validare i titoli magnetici. Tutti i titoli acquisivano una validità temporale, per cui uno spostamento di una o più zone poteva essere effettuato con più mezzi: in pratica chi giungeva a Modena con una linea extraurbana aveva un tempo residuo di utilizzo del titolo di viaggio per trasbordare su una linea urbana.

Coerentemente con il primitivo progetto regionale, furono aboliti gli abbonamenti, sostituiti da "carte valore" che a ogni utilizzo scalavano l'importo del viaggio, garantendo un sistema progressivo di sconti.

Passarono ben quindici anni perché STIMER fosse esteso agli altri bacini della regione, che in quel periodo continuarono a tariffare gli spostamenti sul TPL con il tradizionale sistema a scaglioni tariffari kilometrici (l'extraurbano), mentre l'integrazione tra servizi urbani ed extraurbani era limitata a casi specifici, per lo più a favore degli abbonati.

Nel frattempo avanzavano lentamente le procedure per dotare tutti i gestori delle tecnologie necessarie (magnetica e contactless) per l'emissione e la validazione dei documenti di viaggio e le cose si complicavano anche a causa di mutamenti nell'assetto organizzativo del servizio: con la trasformazione delle aziende in SpA e la nascita del sistema delle agenzie per la mobilità, intorno al 2001, la titolarità dei ricavi da bigliettazione era passata in taluni bacini (Piacenza, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini) a questi nuovi enti, tramite il cosiddetto contratto gross cost; inoltre era in preparazione la prima tornata di gare a evidenza pubblica per l'affidamento dei servizi, che si concluse nel 2004-2005, in pratica con una riconferma dei gestori precedenti, sia pure sotto specie di consorzi o associazioni temporanee di impresa (ATI) che portavano dentro allo stesso contratto di servizio le residue imprese private operanti nei territori, sia come co-affidatari che come sub-affidatari dei servizi.

Nel 2007 il Bacino di Forlì-Cesena adottò il sistema a zone, mantenendo però i biglietti cartacei. Poi, intorno al 2009, i contratti di servizio gross cost passarono al net cost e la bigliettazione tornò in capo alle aziende affidatarie dei servizi.

I tempi per il varo di STIMER in tutto il territorio regionale maturarono con l'applicazione della delibera sulla "tariffa-obiettivo" (delibera di Giunta regionale n. 637 del 5 maggio 2008), che oltre a definire i livelli tariffari di riferimento per l'avvio di STIMER – nel frattempo ribattezzato "Mi muovo" – conteneva l'approvazione definitiva delle zone tariffarie sul territorio.

Fig. 1 - Il "ruota zone", simpatica iniziativa di Tram Servizi per individuare il numero di zone da considerare negli spostamenti.



Fig. 2 - Prima del sistema a zone: esempio di tabella polimetrica (linea 125 ATR). La tariffa tra due località o "stazionamenti" (suddivisa in tre tipi di titolo di viaggio, come da legenda) viene individuata all'incrocio delle rette che dipartono dalle ascisse e dalle ordinate del grafico.

Oggi è sostituita dalla matrice zonale, che può riguardare anche l'intero bacino ed elenca sui due assi le zone tariffarie, mostrando nelle varie caselle all'incrocio delle rette il numero di zone attraversate.



Fig. 3 - Nel 1996 il sistema magnetico-zonale fu adottato per la prima volta in regione nel Bacino provinciale di Modena. L'azienda ATCM così ne spiegava il funzionamento.



Fig. 4 - Le zone tariffarie dell'Emilia-Romagna sono in tutto 419 di cui 14 esterne ai confini regionali. La zonizzazione definitiva fu approvata vagliando le proposte delle province, che a loro volta avevano incaricato le aziende e/o le agenzie per la mobilità di definire nei dettagli i confini di zona.



Fig. 5 - La validatrice standard del sistema "Mi muovo", prodotta da ACS. Il raggruppamento di imprese private CoERBus, per le linee in affidamento diretto nei bacini di Ravenna e successivamente di Rimini (alta Valmarecchia), ha preferito orientarsi sulle apparecchiature prodotte dalla ditta AEP che sono compatibili con le ACS ma consentono anche l'emissione a bordo dei biglietti.



DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA: REGOLE GENERALI

La tariffa di uno spostamento che avviene all'interno di una sola zona (valore a) è considerata la base per il calcolo delle tariffe per gli spostamenti lungo due o più zone. A ogni attraversamento zonale si aggiunge un valore b, per cui la formula per calcolare la tariffa di un viaggio è a+b*n (dove n rappresenta il numero di confini zonali attraversati), come efficacemente illustrato nella Fig. 6. L'applicazione rigorosa di tale formula si è avuta di fatto solo per i biglietti di corsa semplice, mentre per gli abbonamenti l'incremento a ogni cambio di zona è stato diversamente calcolato.

Fig. 6 - Schema per la determinazione della tariffa



Inizialmente (2011) i valori erano a = € 1,20, b = € 0,80, per cui la progressione per viaggi da due, tre, quattro zone era: € 2,00 / 2,80 / 3,60... Dal 2013 il valore di a è stato fissato a 1,30 euro, mentre il valore di b è rimasto invariato e di conseguenza tutti i biglietti sono aumentati di 10 centesimi di euro.

La Regione ha stabilito per sé la competenza a determinare le tariffe extraurbane, mentre i comuni possono intervenire solo sul costo dei titoli di viaggio nella loro aerea urbana, che può essere diverso dal valore di a (=costo di una zona fuori dalle aree urbane). Questo è il motivo per cui dal 2018 la tariffa urbana nel Comune di Rimini per il biglietto è di 1,50 euro, mentre le altre zone del bacino mantengono i valori fissati dalla Regione (1,30 euro per una zona, 2,10 per due e così via).

Da parte della Regione non si è comunque legiferato in merito alla validità temporale dei biglietti, limitandosi a fissare il principio che con tutti i titoli di viaggio è possibile l'interscambio nell'ambito della stessa zona. Di fatto in tutti i bacini si è associata al biglietto una validità temporale crescente con il numero di zone tariffarie attraversate. Poiché non è possibile inibire l'utilizzo del biglietto per un percorso di andata e ritorno, tale limite esiste quasi de facto, essendo abbastanza raro il caso di chi riesce andare da una località all'altra e poi tornare indietro nei tempi di 60', 75', 90' ecc. che normalmente vengono associati ai titoli da una o più zone.

Grazie all'elevata velocità commerciale, un biglietto da 75' può consentire comodamente l'andata e il ritorno sul Metromare Rimini–Riccione, ma solo se lo si fa per la curiosità di vedere la linea...


I VARI TIPI DI ZONA TARIFFARIA

LA ZONA ORDINARIA

La zona ordinaria è definita come quella "il cui attraversamento dà origine a un salto tariffario"; esistono tuttavia vari altri tipi di zona, che vedremo qui di seguito. Essi non erano previsti dai progetti originari e furono introdotti con la delibera del 2008, in seguito ai "suggerimenti" pervenuti dal territorio.

Fig. 7 - Esempio di viaggio tra più zone tariffarie ordinarie


IL PROBLEMA DEI CONFINI E LA "ZONA NEUTRA"

"Isozona" è stato il termine utilizzato (ufficiosamente) per significare che lungo una determinata direttrice extraurbana i confini di zona erano stati collocati dove in precedenza si trovavano quelli tra i vari scaglioni tariffari kilometrici, con riferimento ai viaggi in partenza dalla località principale (località "di caduta").

Nell'esempio qui mostrato (Fig. 8) ciò è evidente; tuttavia non sempre l'esito è stato questo perché il sistema a zone è più rigido di quello kilometrico. Di conseguenza, alcuni spostamenti - spesso anche di una certa rilevanza - tra zone contigue possono essere tassati per due zone quando in precedenza lo erano con la tariffa di primo scaglione, data la loro brevità. Oppure per tre zone invece che due scaglioni, ecc.

Fig. 8 - Tutto come prima? Sì e no: per esempio un viaggio tra Carpena - località compresa nella zona di Forlì - e Meldola, viaggio che precedentemente rientrava nel primo scaglione 0-8 km (Carpena era infatti considerata stazionamento intermedio tra Forlì e Meldola), con il sistema a zone è diventato spostamento da due zone


Per limitare il più possibile il verificarsi di situazioni come questa, è stato elaborato il concetto di zona neutra. La zona neutra è una zona che, se attraversata lungo un tragitto origine-destinazione (O-D) non viene conteggiata nel computo della tariffa. L'attraversamento della zona neutra non comporta quindi alcun salto tariffario.

Fig. 9 - Esempio di viaggio con attraversamento di una zona neutra



Questo concetto ha trovato applicazione specialmente nei bacini di Bologna, Rimini e Ravenna, laddove vi sono linee extraurbane e suburbane interessate a spostamenti complessi, non solo da e per il capoluogo o un unico centro attrattore/generatore di traffico. Senza il ricorso alla zona neutra, gli utenti in partenza da alcune importanti fermate che generano mobilità con molteplici destinazioni, potrebbero trovarsi a dover pagare di più per una destinazione (molto) vicina e di meno per quella più lontana che però appartenesse alla loro stessa zona.

Lungo la costa, per esempio, Torre Pedrera, Miramare e Misano Mare sono zone neutre, per cui tra queste e le zone ordinarie contigue (rispettivamente: Bellaria, Rimini e Riccione verso nord, Rimini, Riccione e Cattolica verso sud) non si calcola il salto zona.

Per inciso, le località sopra citate sono anche sede di stazione ferroviaria e, qualora STIMER fosse stato esteso al servizio ferroviario (opzione che sembra ormai abbandonata anche sulle linee FER), avrebbero fruito di questa caratteristica anche sul ferro.

Fig. 10 - Il viaggio attraversa quattro zone ma la zona "C" (neutra) non si calcola


ZONA CAPOLUOGO

La zona capoluogo o "zona tecnica" è stata introdotta solo in alcuni bacini emiliani, nonostante l'indicazione della Regione di applicarla in tutte le città con più di 50.000 abitanti, qualificate come "aree urbane". Una relazione con O e D in zona capoluogo e avente come secondo estremo una zona esterna alla zona capoluogo è caratterizzata dal fatto che se l'utente vuole utilizzare altri servizi all'interno della zona capoluogo (in pratica la rete urbana) per i biglietti occorre aggiungere una zona alla distanza indicata nella matrice zonale (a+b*[n+1]), mentre per gli abbonamenti si applica una "maggiorazione forfettaria".

Date queste premesse, alcune amministrazioni che avevano già adottato un'integrazione tra titoli di viaggio urbani ed extraurbani, non hanno applicato la zona capoluogo, che fa aumentare il costo del biglietto da chi proviene da fuori dell'area urbana e deve trasbordare su un'altra linea all'interno di tale area.

La norma mirava a poter rendere "gestibili" soprattutto i titoli integrati treno+bus urbano, assicurando un congruo ricavo anche all'azienda che gestisce quest'ultimo. Il recente provvedimento della Regione che rende gratuita la circolazione nelle tredici aree urbane agli abbonati del treno, ha comunque assicurato tale margine di ricavo alle aziende in modo forfettario.


ZONE GEMELLE E FERMATA DI CONFINE

Sono casi molto particolari. L'unico esempio di zone gemelle è dato dalle zone 880 Cesena e 881 Borello: in questo caso, essendo la seconda località compresa nel Comune di Cesena (linea 93) è stato stabilito che non si applica il salto zona per i viaggi tra le due zone; tuttavia le zone stesse continuano a essere computate per qualsiasi altro spostamento che le attraversi (p. es. da Cesena a Mercato Saraceno, tre zone).

La fermata di confine è una sorta di applicazione light della zona neutra. Una o più fermate che si trovano a ridosso di un confine zonale sono considerate appartenenti a entrambe le zone confinanti, in modo da non calcolare il salto in entrambe le direzioni. Uno dei rari esempi di fermata di confine è costituito dalla località di Bagnarola, tra Cesena e Cesenatico.


LA ZONIZZAZIONE DEI BACINI ROMAGNOLI

Fig. 11 - Bacino di Ravenna (zona 700 e segg.). Nella cartina, risalente all'epoca ATM, alcune zone appaiono sfumate in quanto non raggiunte dall'azienda pubblica. Sono visualizzate anche la zona 800 Forlì e la zona 635 Anita, quest'ultima appartenente al Bacino di Ferrara. Si nota come il vasto comune capoluogo sia diviso in più zone: per le relazioni tra Ravenna e il litorale, del resto, vi è da sempre una tariffa superiore a quella urbana. La creazione di due diverse zone tariffarie lungo costa (zone 703 a nord e 704 a sud del canale Candiano) ha complicato un po' le cose perché in precedenza con lo stesso abbonamento si poteva viaggiare sia sulla linea 90, in sinistra al canale, che sulla meglio servita linea 70 sulla sponda destra (utilizzando a pagamento il traghetto per trasferirsi dal lato opposto). Nel territorio provinciale vi sono alcune zone neutre, evidenziate in colore scuro, tra le quali Cotignola, Russi, Lavezzola, Sant'Agata sul Santerno. Da rilevare che, per ragioni storiche, nel Bacino di Ravenna è interamente compresa la linea 296 del Bacino di Bologna (Conselice–Lugo–Ravenna), in gestione TPER, che utilizza perciò le zone "ravennati".


Fig. 12 - Bacino di Forlì-Cesena (zona 860 e segg.). La numerazione mostrata è quella provvisoria (anno 2007), senza la cifra 8 iniziale, e sono rappresentate anche le zone di altri bacini raggiunte dalle linee ATR. Il tratteggio tra le zone Cesena e Borello significa che per i viaggi compresi tra queste due zone non si applica il "salto zona" (zone gemelle). In questo bacino non sono mai state introdotte le zone neutre, ma esiste una fermata di confine in località Bagnarola, tra le zone Cesena e Cesenatico. Oggi la zona Forlì porta il numero 860, la zona Cesena l'880.



Fig. 13 - Bacino di Rimini (zona 900 e segg.). Sono presenti numerose zone neutre (numerate da 951 in poi), in modo particolare lungo la costa (Torre Pedrera, Miramare, Misano Mare, tutte comprendenti una stazione ferroviaria) ma anche in altri contesti come la bassa Valmarecchia e la bassa Valconca. Tre zone del Bacino FC (891, 893 e – fuori quadro – 890) sono visualizzate in quanto raggiunte dalle linee del Bacino riminese. Le zone 923, 943, 944 e parte della 921 si trovano nella Regione Marche; fino al 2009 erano "marchigiane" anche le zone dell'alta Valmarecchia, ma all'atto dell'adozione di STIMER queste erano già state inglobate dalla Provincia di Rimini. Nel 2014, dopo il trasferimento al Bacino di Rimini delle linee dell'alta Valmarecchia ex Pesaro-Urbino, sono diventate operative anche le zone 935 (Casteldelci), 946 (Bascio), 947 (Badia Tedalda, AR), già previste dalla delibera di Giunta provinciale del 2008 ma non rappresentate in questa cartina.



Fig. 14 - Nei quadri orari di Start Romagna o METE, a fianco delle località di servizio, è indicato il numero della zona tariffaria di appartenenza ai fini di facilitare il calcolo delle zone attraversate in ogni spostamento. Non vi è però alcun richiamo che evidenzi quali sono le zone che non devono essere calcolate perché "neutre" come, nel caso qui illustrato, la Zona 954 Torre Pedrera (da Tolemaide Cap. a via Domeniconi e viceversa).



In conclusione, dopo oltre dieci anni dall'applicazione, il calcolo a zone della tariffa è ormai consolidato sui servizi autofiloviari nella nostra regione, anche se forse non sarebbe male fare un "tagliando" al sistema, in relazione alle varie criticità emerse, alle quali è sempre stata data la risposta "lo stabilisce la Regione" (peraltro in un bacino molto complesso come quello di Ravenna vi sono stati aggiustamenti anche dopo il 2010).

Si può certamente avanzare l'osservazione che le zone neutre sono state disegnate in base alla domanda di mobilità, ma il problema di non corrispondere il prezzo di due zone per uno spostamento minimo esiste ovunque, almeno in teoria, e potrebbe ripresentarsi nel caso sorgano nuovi importanti flussi di traffico.

Inoltre su alcuni percorsi extraurbani, tortuosi quando non artificialmente allungati con deviazioni o giri viziosi (che nel periodo storico degli scaglioni tariffari furono causa di "provvidenziali" maggiorazioni delle distanze), la riproduzione nel sistema a zone dei vecchi confini tra gli scaglioni ha perpetuato situazioni non sempre eque, o non percepite tali dalla clientela.

Ai posteri l'ardua sentenza...

L’ultimo gruppo di nuovi arrivi della primavera


Ne abbiamo parlato lo scorso gennaio (vedi post), poi nuovamente ad aprile (vedi post), relativamente a diversi nuovi Iveco Bus Crossway LE Line entrati a far parte delle flotte delle aziende private della Romagna, lasciando in sospeso i dettagli dell’ultimo mezzo dello stesso modello, proveniente anch’esso dalla gara nazionale promossa da Consip e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che permette ora di “chiudere il cerchio” su questi nuovi arrivi.


Si tratta infatti di un ulteriore low-entry extraurbano di casa Iveco Bus che si presenta in modo del tutto simile a quelli già presentati in precedenza. Sulla carrozzeria, di colore bianco, compaiono i loghi dell’azienda Autonoleggio Manenti di Lugo, la quale si è quindi fatta carico di un importante investimento per sostituire l’unico autobus dodecametrico che regolarmente utilizza sulle linee di Start Romagna. 

Nella prima foto, risalente allo scorso maggio, il nuovo Crossway stava svolgendo una corsa feriale non scolastica della linea 182 proveniente da Alfonsine ed in ingresso a Lugo, mentre precorreva via Quarantola, chiamata anche “Ex Tranvia”, a memoria dello storico e poco conosciuto conosciuto tram a vapore che sulla fine del 1800 e, per una sfortunata vita di solo pochi mesi, copriva la stessa relazione.

Il display a led di marca Aesys si presentava con una configurazione provvisoria, probabilmente dovuta ai primi tempi di esercizio; attualmente infatti il numero della linea e la destinazione occupano l’intera dimensione del pannello.




Lo scorso aprile era stato citato, senza che venisse ancora mostrato, anche il nuovo Crossway LE in forza presso la società Fratelli Pollini di Conselice. Tale esemplare si differenzia principalmente dagli altri per la livrea bianca con la fascia laterale blu ed il display di marca Ameli a led arancioni. Sul bus compaiono la matricola 2231 e le dotazioni tipiche per effettuare servizio sulle linee del bacino bolognese di TPB / Tper, come ad esempio la corsa estiva della linea 151 Imola - Lugo che stava effettuando al momento dello scatto (2ª foto), ritratto lungo la direttrice della San Vitale. Degno di nota il fatto che la matricola assegnata in precedenza appartenesse ad uno dei due Menarini M201/2 SLI del 1985 confluiti nel 2015 da Tper all’azienda di Conselice, portando quest’ultima ad avere improvvisamente due mezzi particolarmente datati da gestire, ma che nel giro di pochi mesi sono stati relegati al ruolo di scorta grazie all’acquisto di tre Volvo B10 Poland usati del 2000 e successivamente, ad inizio 2017, di un nuovo Setra S415 UL Business (matricola TPB 2259) contraddistinto dalla stessa livrea del nuovo Crossway e che, come già visto in precedenza, lo si può trovare sia sulle linee del bacino bolognese che di quello ravennate (vedi post).




Infine, anche un nuovo “midi-bus” ha iniziato a circolare sulle linee di TPB sotto le insegne di Canè Autoservizi di Imola. Si tratta di un insolito Rosero First su meccanica Iveco, contraddistinto dalla livrea bianca con fascia blu, e destinato a sostituire uno dei più datati Iveco Carvin e ad essere utilizzato su alcune linee a più basso carico che gravitano attorno ad Imola, come il caso della 160 che dalla città si spinge fino a sfiorare il confine con la provincia di Ravenna, nonché il comune di Castel Bolognese, che stava effettuando nel momento in cui è stato immortalato, in uscita dal centro cittadino lungo via Pisacane (3ª foto).


Tutti questi nuovi arrivi confermano ulteriormente un’importante attenzione anche da parte delle aziende private, volte a mantenere sempre giovane ed efficiente la propria flotta destinata al TPL, tramite investimenti molto significativi e che purtroppo, a causa dell’attuale crisi che ha messo in forte difficoltà il settore, richiederanno molto più tempo per essere ripagati. Ma la speranza è sempre quella che vi sia presto la possibilità di rivedere nuovi mezzi come questi.



Gian Marco Assirelli - 6 gennaio 2020