domenica 12 febbraio 2017

I primi autobus dell’ATAM (1960 - 1968)


di Roberto Renzi - febbraio 2017

Gli autobus degli anni sessanta: FIAT 309, 411, 409 - Il 29 giugno 1960 iniziarono ad operare le prime quattro linee urbane della municipalizzata riminese: per avviare il servizio ci si servì di autobus Lancia 3 RO/P3 presi a noleggio presso l'ATM di Bologna. Fu questo l'inizio di una lunga serie di noleggi che negli anni sessanta e settanta caratterizzarono il trasporto urbano riminese, dovuti sopratutto alla necessità di rinforzare le linee durante la stagione estiva, ma anche di sostituire le vetture filoviarie in occasione di interruzioni della linea (cosa che, a causa di vari lavori stradali, avveniva spesso durante l'inverno).
Solo durante le festività del dicembre 1960 i riminesi poterono fare la conoscenza con i primi cinque autobus acquistati dall’ATAM, che nuovi fiammanti nella loro livrea “biverde” vennero esposti in piazza Cavour vicino all’albero di Natale. Si trattava di mezzi abbastanza insoliti nel pur variegato panorama dell’epoca, essendo basati su un modello interurbano, il FIAT 309. La carrozzeria Menarini di Bologna ne aveva allestito una versione urbana per Rimini e per qualche altra rete italiana (Reggio Emilia, Arezzo, Pistoia, Palermo).
Il 309 Menarini era dotato di un motore FIAT 220H da 125 CV (91 kW) posizionato “a sogliola” sotto il pavimento, aveva la guida a destra e due porte di servizio, era lungo 9150 mm e offriva complessivamente 64 posti, di cui 17 a sedere, oltre ai due di servizio (conducente e bigliettaio, il posto del quale era posizionato sul fianco destro, nel canonico angolo a fianco della porta posteriore). Particolarmente complesso il cambio, dotato di due leve, una delle quali per innestare le marce “ridotte”; queste erano particolarmente utili nelle salite ma la loro inserzione richiedeva al guidatore una certa perizia. I 309 “di prima serie”, che avevano ricevuto i numeri di servizio da 1016 a 1020, furono perciò impiegati a lungo e costantemente sulle due tabelle di marcia della linea 1 (Lagomaggio–Covignano), che nella prima rete ATAM era l’unica a presentare un tratto collinare.
Nel 1963 verranno immessi in servizio altri cinque FIAT 309 Menarini (1025–1029) del tipo “barra 1”, caratterizzati da una motorizzazione più potente (150 CV ovvero 110 kW)  e da un cambio meno complesso (era scomparsa la leva della “ridotta”); esteriormente si distinguevano dai primi quasi esclusivamente per il fregio sul radiatore a stanghette orizzontali al posto della calandra a forma di bocca.
Tra le due ordinazioni di FIAT 309 ci fu, nel 1961, l’acquisizione di due FIAT 411UM Menarini, numerati 1021 e 1022: autobus di grossa taglia (87 posti su 10,97 metri di lunghezza e 6,15 di interasse) con guida a destra e motore anteriore, naturale evoluzione del modello 401 dal quale erano derivati i filobus riminesi degli anni cinquanta. Altri due 411 arrivarono nell’estate del 1963 portando così a quattordici i mezzi a motore termico complessivamente in forza alla municipalizzata. Le due nuove unità (1023 e 1024) ricevettero da Menarini una cassa dalla linea più squadrata, in accordo con i canoni stilistici dominanti negli anni sessanta e che venne adottata anche per le ultime forniture dei filobus FIAT 2411.
Al decennio precedente restava in ogni caso legata l’architettura interna del 411, con il motore, un FIAT 203.0/51 da 150 CV (110 kW), posizionato nel cofano a lato del guidatore, e dotati di un cambio semiautomatico (elettropneumatico): il conducente, se soffriva per il calore e la rumorosità trasmessi dall’apparato motore, era però facilitato nel suo lavoro dal cambio privo di frizione e ridotto a una levetta sul cruscotto.
L’estate 1964 portò a Rimini i primi autobus urbani a tre porte: si trattava dei Monocar CMB 1101: così aveva denominato Menarini il suo nuovo modello realizzato su gruppi meccanici FIAT 409, che replicava l’estetica degli ultimi FIAT 411: testate senza più doppie curvature, vetri anteriori leggermente inclinati in avanti e sovrastati da un fascione comprendente l'indicatore di percorso a tela. Il propulsore, modello FIAT 220H a sei cilindri per complessivi 9161 cm3, era accoppiato a un cambio meccanico a cinque velocità ed erogava una potenza massima di 153 CV (112 kW) a 2400 giri.
La guida a sinistra, la motorizzazione “a sogliola” e l’esistenza di una terza porta, sia pure di dimensioni ridotte, determinavano una maggiore capacità specifica (91 passeggeri su 10 metri di lunghezza) ed una più agevole mobilità interna, per cui questi nuovi autobus – quattro unità numerate da 1031 a 1034, cui ne seguirono altrettante nel 1965 – furono subito immessi sulle linee di costa e sulla lunga diametrale 3 (Villaggio Nuovo–Santa Giustina–San Vito), corrispondente all'odierna linea 9, dove verranno prevalentemente impiegati fino all’arrivo dei più capienti FIAT 418AC.
La strana numerazione (1036, 1037, 1046, 1047) attribuita ai CMB 1101 di seconda ordinazione si spiega forse con l’acquisto – nel 1964 – del filobus 1041. I numeri dal 1042 al 1045 erano probabilmente riservati ad altri filobus che non vennero mai ordinati.
L’ultimo lotto di FIAT 409 (1048–1052), giunti a Rimini nel dicembre 1968, segnò il primo “tradimento” della municipalizzata riminese nei confronti della carrozzeria Menarini: si trattava infatti di cinque unità con carrozzeria portante realizzata dalle Officine Meccaniche Ferroviarie Breda di Pistoia: la scritta “Pistoiesi” faceva bella mostra di sé sul frontale, per cui non ci sono dubbi su come queste vetture furono comunemente chiamate dai tranvieri riminesi…
Le differenze dei “Pistoiesi” dai Monocar erano più che altro estetiche, anche se tutta una serie di particolari, come le ante delle porte realizzate in legno e l’apertura delle stesse comandata da un rubinetto per l’aria compressa, facevano apparire queste vetture più datate di quelle uscite dalla fabbrica bolognese. Verso la metà degli anni settanta, i 409 Pistoiesi, rinumerati da 1648 a 1652, furono sottoposti a cura dell’officina aziendale ad un revamping radicale, comprendente la riverniciatura in arancione-crema, l’adozione del comando porte elettropneumatico e, per due unità (1649 e 1652, ex 1049 e 1052), la ricostruzione del frontale con un unico cristallo inclinato in avanti, sul modello dei nuovi FIAT 418AC Menarini.
Dal 1977, l’impiego abituale dei “Pistoiesi” fu sulle linee 5 e 15 (oggi 20 e 14): entrambe esercitate con almeno una corsa ogni ora, queste linee avevano in comune il capolinea di piazzale Cesare Battisti e le tabelle di marcia – quattro nei giorni feriali e due nei festivi – che prevedevano alternativamente un giro sull’una e sull’altra linea, in modo da compensare i tempi di giro (70 minuti la 5 e 50 minuti la 15) nell’ambito di due ore. Poiché in sede di revisione queste macchine avevano ricevuto gli indicatori di percorso “a palette”, il cambio del numero al capolinea poteva avvenire molto più rapidamente che con i classici indicatori a tela (i cosiddetti “plurimus”): all’autista bastava infatti aggiungere o togliere la cifra 1 davanti al 5.

Acquisti di seconda mano e bus interurbani - Nel 1962 la carrozzeria Menarini noleggiò all’ATAM un FIAT 640 RNU – numero di telaio 100051, ultimo proprietario le Autolinee SAC di Sesto San Giovanni – allestito da CaNSA nel 1952 per la STEL di San Remo (numero sociale 6), che fino al 1960 lo aveva utilizzato sulle linee più acclivi dell’entroterra ligure: un impiego ideale per un mezzo lungo appena 6032 mm e dotato di rapporti molto ridotti.
Con l’apertura all’esercizio della linea 5, che per raggiungere la località di San Salvatore, al confine tra il Comune di Rimini e quello di Coriano, percorreva la ripida rampa tra Gaiofana e San Lorenzo in Correggiano, seguita da un'angusta curva a gomito, nel 1963 il 640 ex STEL/SAC passò definitivamente in proprietà all’ATAM, che lo immatricolò come vettura 1030. L’impiego sulla linea 5 continuò fino al 1968, anno in cui il piccolo bus fu venduto ad una autoscuola riminese, che dopo averlo riverniciato in azzurro lo tenne a disposizione per molto tempo sul piazzale delle Ferrovie Padane.
In conseguenza dell’istituzione delle nuove linee 7 e 8, nonché dell’effimera linea 6 (via Satta–piazza Tre Martiri), nel 1965 vennero a far parte del parco aziendale due autobus OM Supertaurus classe 1956, carrozzati Autodromo Modena, ex vetture 40 e 41 dall’ATAM Ferrara, che a Rimini assunsero i numeri di servizio 1039 e 1040, nonché un altro FIAT 640 RNU del 1951, carrozzato Viberti, che era appartenuto alla Società SCAUIT di Foggia e che divenne la matricola 1038.
Mentre i primi due  furono radiati nel 1968 dopo un intenso utilizzo sulle linee del forese (5, 7 e 8), il piccolo 640 Viberti ancora nel 1970 poteva essere visto sostare in un angolo di piazza Tre Martiri pronto a partire sulla linea 8, all'epoca esercitata con corse saltuarie e non ancora prolungata a Italia in Miniatura. Sopravvisse fino al 1976, utilizzato negli ultimi tempi come magazzino viaggiante a disposizione della squadra addetta al montaggio ed alla manutenzione delle paline di fermata.

Il bus turistico acquistato nel 1964 e numerato 1035, era un FIAT 306/3 da 11 metri vestito da Menarini con la carrozzeria “SDM” (Sintesi Del Meglio), una delle più diffuse negli anni sessanta, rappresentata nell’area riminese soprattutto da vari esemplari in forza alle Gestione Governativa Ferrovie Padane. Rispetto al modello standard, l’esemplare ATAM, che in origine presentava una livrea gialla con filetti neri, si distingueva per le porte munite di quattro antine di piccole dimensioni (simili a quella anteriore dell’urbano CMB 1101) aprentisi verso l’esterno, anziché con due battenti ad apertura verso l’interno, come era normale sugli “SDM” di serie.
Dopo essere stato impiegato in un servizio turistico Torre Pedrera–Rimini (giro della città con guida), che non andò oltre l’estate 1964, il 306/3 fu adibito ad una modesta attività di noleggio con conducente, per la quale possedeva l’apposita licenza. Tuttavia, quando nel 1975 l’ATAM rilevò la linea Rimini–Montebello, questo mezzo si dimostrò prezioso per integrare la scarsa dotazione di autobus interurbani ricevuti in dotazione dall’impresa cessante Tiboni & C. Addirittura, dopo la radiazione del Büssing 4036 (1977), il FIAT 306 “turistico” fu quotidianamente impiegato in linea nei giorni di scuola, quando erano appunto tre le tabelle di marcia necessarie a coprire il servizio (come già testimoniato nell'articolo "DA TIBONI A START ROMAGNA: LA LINEA RIMINI-MONTEBELLO", foto 8).

Di seguito alcune immagini.
Autobus FIAT 309 carrozzato Menarini, nell’allestimento per ATAM Rimini
(foto Davide Minghini)

Appena giunto a Rimini dalla Menarini di Bologna, l’autobus FIAT 411UM (ATAM 1021) posa per il fotografo sul piazzale Boscovich 
(cortesia fam. Agnoletti)

I FIAT 309/1 (ATAM 1025–1029) si differenziavano da quelli della serie precedente soprattutto per il diverso frontale (un motivo che Menarini utilizzerà anche sui FIAT 314) ed in altri piccoli particolari, tra cui la modanatura semplificata nel “salto di livello” dietro il posto guida
(collezione Luca Kaiblinger)

L’8 luglio 1963 i due nuovi FIAT 411UM Menarini (di seconda serie), ancora con la targa di prova, sono appena giunti nel deposito ATAM. Nella retrostante officina, si scorge l’altra unità della serie (1023) 
(foto Davide Minghini)

L’autobus Monocar CMB 1101 su gruppi FIAT 409

Foto di fabbrica del FIAT 409 Breda-Pistoiesi (anno di costruzione 1968) nella versione per l’azienda di Rimini, dove furono numerate da 1048 a 1052, poi 1648 a 1652 (collezione Giorgio Fantini)

Autobus FIAT 640 CaNSA, ex STEL Sanremo (vettura 6) e SAC Sesto San Giovanni, incorporato nel parco ATAM nel 1963 con il numero di servizio 1030. Verrà ceduto ad una autoscuola nel 1968
(foto Roberto Renzi)

Autobus FIAT 640-Viberti, ex SCAVIT Foggia, presente nel parco ATAM dal 1965 al 1976 con il numero di servizio 1038, poi 3038
(foto Roberto Renzi)

Autobus OM Supertaurus-Autodromo, ex 41 ATAM Ferrara, poi 1040 ATAM Rimini (1965–1968). Nello stesso periodo fece parte del parco mezzi ATAM anche l’unità gemella ex 40 ATAM Ferrara, poi 1041 ATAM Rimini
(foto Roberto Renzi)




Anche per l’acquisto dell'autobus turistico, l’ATAM si rivolge nel 1964 alla carrozzeria Menarini, che per la municipalizzata riminese produce un esemplare del modello “Sintesi del Meglio” (SDM) su meccanica FIAT 306/3. L'autobus viene immatricolato come 1035
(collezione Roberto Renzi).

Parco Mezzi "ATAM" nel periodo 1960-1968
(a cura si A. Brunelli e G. Turri)





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