di Roberto Renzi - febbraio 2017
Gli autobus degli anni sessanta: FIAT 309, 411, 409 -
Il 29
giugno 1960 iniziarono ad operare le prime quattro linee urbane della
municipalizzata riminese: per avviare il servizio ci si servì di autobus Lancia
3 RO/P3 presi a noleggio presso l'ATM di Bologna. Fu questo l'inizio di una
lunga serie di noleggi che negli anni sessanta e settanta caratterizzarono il
trasporto urbano riminese, dovuti sopratutto alla necessità di rinforzare le
linee durante la stagione estiva, ma anche di sostituire le vetture filoviarie
in occasione di interruzioni della linea (cosa che, a causa di vari lavori
stradali, avveniva spesso durante l'inverno).
Solo durante le festività del dicembre 1960 i riminesi
poterono fare la conoscenza con i primi cinque autobus acquistati dall’ATAM,
che nuovi fiammanti nella loro livrea “biverde” vennero esposti in piazza
Cavour vicino all’albero di Natale. Si trattava di mezzi abbastanza insoliti
nel pur variegato panorama dell’epoca, essendo basati su un modello
interurbano, il FIAT 309. La carrozzeria Menarini di Bologna ne aveva allestito
una versione urbana per Rimini e per qualche altra rete italiana (Reggio
Emilia, Arezzo, Pistoia, Palermo).
Il 309 Menarini era dotato di un motore FIAT 220H da 125 CV
(91 kW) posizionato “a sogliola” sotto il pavimento, aveva la guida a destra e
due porte di servizio, era lungo 9150 mm e offriva complessivamente 64 posti,
di cui 17 a sedere, oltre ai due di servizio (conducente e bigliettaio, il
posto del quale era posizionato sul fianco destro, nel canonico angolo a fianco
della porta posteriore). Particolarmente complesso il cambio, dotato di due
leve, una delle quali per innestare le marce “ridotte”; queste erano particolarmente
utili nelle salite ma la loro inserzione richiedeva al guidatore una certa
perizia. I 309 “di prima serie”, che avevano ricevuto i numeri di servizio da
1016 a 1020, furono perciò impiegati a lungo e costantemente sulle due tabelle
di marcia della linea 1 (Lagomaggio–Covignano), che nella prima rete ATAM era
l’unica a presentare un tratto collinare.
Nel 1963 verranno immessi in servizio altri cinque FIAT 309
Menarini (1025–1029) del tipo “barra 1”, caratterizzati da una motorizzazione
più potente (150 CV ovvero 110 kW) e da
un cambio meno complesso (era scomparsa la leva della “ridotta”); esteriormente
si distinguevano dai primi quasi esclusivamente per il fregio sul radiatore a
stanghette orizzontali al posto della calandra a forma di bocca.
Tra le due ordinazioni di FIAT 309 ci fu, nel 1961,
l’acquisizione di due FIAT 411UM Menarini, numerati 1021 e 1022: autobus di
grossa taglia (87 posti su 10,97 metri di lunghezza e 6,15 di interasse) con
guida a destra e motore anteriore, naturale evoluzione del modello 401 dal
quale erano derivati i filobus riminesi degli anni cinquanta. Altri due 411
arrivarono nell’estate del 1963 portando così a quattordici i mezzi a motore
termico complessivamente in forza alla municipalizzata. Le due nuove unità (1023
e 1024) ricevettero da Menarini una cassa dalla linea più squadrata, in accordo
con i canoni stilistici dominanti negli anni sessanta e che venne adottata
anche per le ultime forniture dei filobus FIAT 2411.
Al decennio precedente restava in ogni caso legata
l’architettura interna del 411, con il motore, un FIAT 203.0/51 da 150 CV (110
kW), posizionato nel cofano a lato del guidatore, e dotati di un cambio
semiautomatico (elettropneumatico): il conducente, se soffriva per il calore e
la rumorosità trasmessi dall’apparato motore, era però facilitato nel suo
lavoro dal cambio privo di frizione e ridotto a una levetta sul cruscotto.
L’estate 1964 portò a Rimini i primi autobus urbani a tre
porte: si trattava dei Monocar CMB 1101: così aveva denominato Menarini il suo
nuovo modello realizzato su gruppi meccanici FIAT 409, che replicava l’estetica
degli ultimi FIAT 411: testate senza più doppie curvature, vetri anteriori
leggermente inclinati in avanti e sovrastati da un fascione comprendente
l'indicatore di percorso a tela. Il propulsore, modello FIAT 220H a sei
cilindri per complessivi 9161 cm3, era accoppiato a un cambio
meccanico a cinque velocità ed erogava una potenza massima di 153 CV (112 kW) a
2400 giri.
La guida a sinistra, la motorizzazione “a sogliola” e
l’esistenza di una terza porta, sia pure di dimensioni ridotte, determinavano
una maggiore capacità specifica (91 passeggeri su 10 metri di lunghezza) ed una
più agevole mobilità interna, per cui questi nuovi autobus – quattro unità
numerate da 1031 a 1034, cui ne seguirono altrettante nel 1965 – furono subito
immessi sulle linee di costa e sulla lunga diametrale 3 (Villaggio Nuovo–Santa
Giustina–San Vito), corrispondente all'odierna linea 9, dove verranno
prevalentemente impiegati fino all’arrivo dei più capienti FIAT 418AC.
La strana numerazione (1036, 1037, 1046, 1047) attribuita
ai CMB 1101 di seconda ordinazione si spiega forse con l’acquisto – nel 1964 –
del filobus 1041. I numeri dal 1042 al 1045 erano probabilmente riservati ad
altri filobus che non vennero mai ordinati.
L’ultimo lotto di FIAT 409 (1048–1052), giunti a Rimini nel
dicembre 1968, segnò il primo “tradimento” della municipalizzata riminese nei
confronti della carrozzeria Menarini: si trattava infatti di cinque unità con
carrozzeria portante realizzata dalle Officine Meccaniche Ferroviarie Breda di
Pistoia: la scritta “Pistoiesi” faceva bella mostra di sé sul frontale, per cui
non ci sono dubbi su come queste vetture furono comunemente chiamate dai
tranvieri riminesi…
Le differenze dei
“Pistoiesi” dai Monocar erano più che altro estetiche, anche se tutta una serie
di particolari, come le ante delle porte realizzate in legno e l’apertura delle
stesse comandata da un rubinetto per l’aria compressa, facevano apparire queste
vetture più datate di quelle uscite dalla fabbrica bolognese. Verso la metà
degli anni settanta, i 409 Pistoiesi, rinumerati da 1648 a 1652, furono
sottoposti a cura dell’officina aziendale ad un revamping radicale, comprendente la riverniciatura in
arancione-crema, l’adozione del comando porte elettropneumatico e, per due
unità (1649 e 1652, ex 1049 e 1052), la ricostruzione del frontale con un unico
cristallo inclinato in avanti, sul modello dei nuovi FIAT 418AC Menarini.
Dal 1977, l’impiego abituale
dei “Pistoiesi” fu sulle linee 5 e 15 (oggi 20 e 14): entrambe esercitate con
almeno una corsa ogni ora, queste linee avevano in comune il capolinea di
piazzale Cesare Battisti e le tabelle di marcia – quattro nei giorni feriali e
due nei festivi – che prevedevano alternativamente un giro sull’una e
sull’altra linea, in modo da compensare i tempi di giro (70 minuti la 5 e 50
minuti la 15) nell’ambito di due ore. Poiché in sede di revisione queste
macchine avevano ricevuto gli indicatori di percorso “a palette”, il cambio del
numero al capolinea poteva avvenire molto più rapidamente che con i classici
indicatori a tela (i cosiddetti “plurimus”): all’autista bastava infatti
aggiungere o togliere la cifra 1 davanti al 5.
Acquisti di seconda mano e
bus interurbani - Nel 1962 la carrozzeria
Menarini noleggiò all’ATAM un FIAT 640 RNU – numero di telaio 100051, ultimo
proprietario le Autolinee SAC di Sesto San Giovanni – allestito da CaNSA nel
1952 per la STEL di San Remo (numero sociale 6), che fino al 1960 lo aveva
utilizzato sulle linee più acclivi dell’entroterra ligure: un impiego ideale
per un mezzo lungo appena 6032 mm e dotato di rapporti molto ridotti.
Con l’apertura all’esercizio della linea 5, che per
raggiungere la località di San Salvatore, al confine tra il Comune di Rimini e
quello di Coriano, percorreva la ripida rampa tra Gaiofana e San Lorenzo in
Correggiano, seguita da un'angusta curva a gomito, nel 1963 il 640 ex STEL/SAC
passò definitivamente in proprietà all’ATAM, che lo immatricolò come vettura
1030. L’impiego sulla linea 5 continuò fino al 1968, anno in cui il piccolo bus
fu venduto ad una autoscuola riminese, che dopo averlo riverniciato in azzurro
lo tenne a disposizione per molto tempo sul piazzale delle Ferrovie Padane.
In conseguenza dell’istituzione delle nuove linee 7 e 8,
nonché dell’effimera linea 6 (via Satta–piazza Tre Martiri), nel 1965 vennero a
far parte del parco aziendale due autobus OM Supertaurus classe 1956,
carrozzati Autodromo Modena, ex vetture 40 e 41 dall’ATAM Ferrara, che a Rimini
assunsero i numeri di servizio 1039 e 1040, nonché un altro FIAT 640 RNU del
1951, carrozzato Viberti, che era appartenuto alla Società SCAUIT di Foggia e
che divenne la matricola 1038.
Mentre i primi due
furono radiati nel 1968 dopo un intenso utilizzo sulle linee del forese
(5, 7 e 8), il piccolo 640 Viberti ancora nel 1970 poteva essere visto sostare
in un angolo di piazza Tre Martiri pronto a partire sulla linea 8, all'epoca
esercitata con corse saltuarie e non ancora prolungata a Italia in Miniatura.
Sopravvisse fino al 1976, utilizzato negli ultimi tempi come magazzino
viaggiante a disposizione della squadra addetta al montaggio ed alla
manutenzione delle paline di fermata.
Il bus turistico acquistato nel 1964 e numerato 1035, era
un FIAT 306/3 da 11 metri vestito da Menarini con la carrozzeria “SDM” (Sintesi
Del Meglio), una delle più diffuse negli anni sessanta, rappresentata nell’area
riminese soprattutto da vari esemplari in forza alle Gestione Governativa
Ferrovie Padane. Rispetto al modello standard, l’esemplare ATAM, che in origine
presentava una livrea gialla con filetti neri, si distingueva per le porte
munite di quattro antine di piccole dimensioni (simili a quella anteriore
dell’urbano CMB 1101) aprentisi verso l’esterno, anziché con due battenti ad
apertura verso l’interno, come era normale sugli “SDM” di serie.
Dopo essere stato impiegato in un servizio turistico Torre
Pedrera–Rimini (giro della città con guida), che non andò oltre l’estate 1964,
il 306/3 fu adibito ad una modesta attività di noleggio con conducente, per la
quale possedeva l’apposita licenza. Tuttavia, quando nel 1975 l’ATAM rilevò la
linea Rimini–Montebello, questo mezzo si dimostrò prezioso per integrare la
scarsa dotazione di autobus interurbani ricevuti in dotazione dall’impresa
cessante Tiboni & C. Addirittura, dopo la radiazione del Büssing
4036 (1977), il FIAT 306 “turistico” fu quotidianamente impiegato in linea nei
giorni di scuola, quando erano appunto tre le tabelle di marcia necessarie a
coprire il servizio (come già testimoniato nell'articolo "DA TIBONI A START ROMAGNA: LA LINEA RIMINI-MONTEBELLO", foto 8).
Di seguito alcune immagini.
Autobus
FIAT 309 carrozzato Menarini, nell’allestimento per ATAM Rimini
(foto Davide Minghini)
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Appena
giunto a Rimini dalla Menarini di Bologna, l’autobus FIAT 411UM (ATAM 1021) posa per il fotografo sul piazzale Boscovich
(cortesia fam. Agnoletti)
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L’autobus Monocar CMB 1101 su gruppi FIAT 409 |
Foto
di fabbrica del FIAT 409 Breda-Pistoiesi (anno di costruzione 1968) nella
versione per l’azienda di Rimini, dove furono numerate da 1048 a 1052, poi 1648
a 1652 (collezione Giorgio Fantini)
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Autobus
FIAT 640-Viberti, ex SCAVIT Foggia, presente nel parco ATAM dal 1965 al 1976
con il numero di servizio 1038, poi 3038
(foto Roberto Renzi) |
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