giovedì 30 marzo 2017

Partiti i Crossway “regionali”!!!

La primavera porta in Romagna altre nuove immissioni di autobus che entrano a far parte della flotta di Start, l’azienda pubblica che gestisce i servizi di TPL nelle provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

Dopo cinque Man Lion’s R60 Intercity (vetture 34291-95) ed un Sitcar Italo (matr. 20527) nel territorio cesenate, nonché i primi IvecoBus Urbanway 12 facenti parte del lotto di 16 unità che andranno a svolgere servizio nella provincia di Rimini, questa volta tocca a due differenti lotti di IvecoBus Crossway Line muovere i primi passi sul territorio romagnolo.

Il primo lotto conta al suo interno 26 autobus nella versione “Low-Entry” da 12 metri che saranno numerati con matricole comprese tra 34231 e 34256. La loro peculiarità è arcinota: essere completamente ribassati fino alla porta centrale per poter rendere possibile l’accesso alle carrozzine, complice la presenza di pedana manuale.
Premesso che queste vetture saranno ripartite in base alle esigenze all’interno dei vari bacini provinciali gestiti da Start, le prime due immissioni sono avvenute nel territorio riminese, più precisamente sulla linea 160 (Rimini – Novafeltria); hanno riguardato rispettivamente la prima e la quarta vettura del gruppo, vale a dire le matricole 34231 e 34234, entrambe assegnate alla residenza esterna di Novafeltria. Lo scatto di seguito mostra la “capostipite” ritratta a Rimini presso l’Arco d’Augusto, su una corsa che prevede l’effettuazione dell’intera tratta fino a raggiungere la cittadina storicamente denominata “Mercatino Marecchia”.


In concomitanza con l’entrata in servizio dei primi due CrosswayLE, nei giorni scorsi è avvenuto l’esordio anche per il primo Crossway “rialzato” da 10.8 metri, facente parte di un lotto di cinque unità numerate a livello aziendale da 34071 a 34075. Le caratteristiche possedute da questi autobus consentono loro di muoversi agevolmente sui percorsi più impervi, ad esempio quelli montani o collinari.
Anche in questo caso protagonista dell’evento è stato il bacino di Rimini, presso il quale sta operando la capostipite 34071, attualmente assegnata alla residenza esterna di Villa Verucchio, titolare di uno dei due TM solitamente svolti con i Cacciamali TCI, all’interno dei quali sono inserite corse su linee quali 95, 160, 163 e 164, 166 e 169.
E’ una sorta di “evento inaspettato”, visto che questi cinque autobus sembravano originalmente destinati tutti al bacino di Forlì-Cesena, presso il quale è già giunta la quarta unità del gruppo, vale a dire la 34074. Tale vettura è stata assegnata presso la residenza esterna di Ciola di Mercato Saraceno, per svolgere le corse delle linee 138+144 che uniscono tale località con Cesena, esordendo con qualche giorno di ritardo rispetto alla sorella ‘4071.
Protagonista dello scatto che inseriamo di seguito è anche in questo caso la capostipite, incontrata in servizio su una corsa diretta a Bellaria (Cagnona) della linea 95 del bacino di Rimini.


Gli IvecoBus Crossway LowEntry da 12 metri e quelli rialzati da 10,8 non sono cosa nuova in casa “Start”: i primi già presenti in sei unità (vetture 34221-26), i secondi in tre (matr. 34061-63).
Osservando esternamente questi mezzi a colpo d’occhio abbiamo potuto trovare analogie e differenze coi loro predecessori.
La livrea è la medesima, vale a dire il bianco integrale che contraddistingue la stragrande maggioranza degli autobus romagnoli per i servizi di linea. Sulle fiancate però, oltre a loghi e matricole aziendali, appare il simbolo della Regione Emilia-Romagna, applicato per simboleggiare il fatto che sono stati acquistati con fondi erogati da tale ente, a seguito di una gara d’appalto svoltasi nell’estate 2016.
Le vetrate sono più oscurate rispetto a quelle possedute dai Crossway entrati in servizio lo scorso anno: tale modifica è stata introdotta per aumentare il confort dei passeggeri, visto che all’interno non sono presenti le tendine para-sole. Sono inoltre scomparsi i finestrini apribili evitando così, qualora essi rimanessero aperti, dispendio di calore nei mesi invernali, di aria fresca in quelli estivi.
Non passano inosservati gli indicatori di destinazione, a marchio Aesys: così come nei due lotti “precursori”, anche su questi autobus sono  presenti, in entrambi i casi, tre pannelli, uno anteriore di dimensioni 200x24, al quale si aggiungono due “porta numero” da 40x24, uno laterale, l’altro posteriore. La novità è riscontrabile nel fatto che si tratta di pannelli della serie “Minerva”, vale a dire dotati di led di colore bianco. Presente su tutti i veicoli anche il piccolo display per indicare il TM su cui l’autobus lavora, attualmente utilizzato solamente nel bacino di Forlì-Cesena.
Altra diversità è la presenza, sul cofano posteriore, di uno sportellino su cui è applicato il simbolo di un estintore, verosimilmente riconducibile al sistema automatico di spegnimento degli incendi nel vano motore, un optional che fa aumentare la sicurezza di questi mezzi.
Qualcuno avrà sicuramente notato i testimoni presenti sui cerchioni dell’asse anteriore, i quali risaltano per il loro colore giallo fluorescente: trattasi di una tipologia recentemente introdotta sugli autobus costruiti da IvecoBus al fine di prevenire ed eliminare spiacevoli episodi di svitamento inaspettato.

Nella descrizione dei mezzi ci fermiamo qui per ora, nell’attesa di poter incontrare altri di questi autobus in servizio, magari su differenti linee e zone della Romagna.
E poi non sia mai che nelle prossime settimane avvenga una conferenza stampa di presentazione ufficiale: sarà allora che illustreremo nel dettaglio tutte le caratteristiche tecniche di questi nuovi Crossway.

Francesco Gardini 30/03/2017

lunedì 27 marzo 2017

Prima 3 poi 9: storia della grande diametrale di Rimini



di Roberto Renzi - 27/03/2017

Quando nacque, nel 1960, la linea 3 era piuttosto corta: tracciata sulla via Flaminia e sulla via Emilia, univa le borgate della Colonnella, a Sud-Est e delle Celle, a Ovest del centro cittadino, con capilinea nei pressi della chiesa di Santa Maria della Colonnella e nel piazzale del Mercato Ortofrutticolo, poco oltre la fermata del Cimitero. Misurava 4600 m e sulle prime l’orario fu impostato con un’unica vettura che avrebbe dovuto eseguire due andate e ritorni in un’ora.
Se il programma d’esercizio previsto non funzionò (dopo pochi giorni si passò ad uno più rilassato: una corsa ogni 40 minuti), neanche la “brevità” della linea 3 durò molto. La sua disposizione sull’asse stradale principale della città di Rimini aveva in sé il germe del futuro allungamento fino a toccare le parti estreme del territorio comunale. Già il 22 aprile 1961 venne raggiunta la ragguardevole lunghezza d’esercizio di 14 km. In quella data, il capolinea lato via Emilia fu spostato a Santa Giustina, popolosa frazione distante oltre 7 km da Rimini, sul confine con il Comune di Santarcangelo di Romagna; dalla parte opposta, la linea raggiunse, transitando sulla Statale 16, la parte di Rivazzurra a monte della ferrovia, dove intorno alla via dei Martiri stava sorgendo un nucleo abitativo denominato Villaggio Nuovo. L’intervallo tra le corse era sempre di 40 minuti, ma le vetture in servizio erano diventate due. Alcune corse eseguirono per qualche tempo un ingresso e regresso nel “Villaggio del lavoratore”, alla Colonnella, dove si trovava il primitivo capolinea, poi tagliato fuori dal prolungamento.
Le proprie giornate campali, la linea 3 le viveva durante il periodo della Commemorazione dei defunti, essendo intensamente utilizzata da chi si recava al Cimitero. Nelle giornate intorno al 2 novembre venivano predisposte numerose corse bis, per lo più limitate al tratto piazza Tre Martiri–piazzale Celle. Nel 1960 per questo servizio supplementare vennero perfino noleggiati dall’ATAM alcuni autobus interurbani della Società Tiboni & C.

Il 3 marzo 1962 la linea si allungò ancora, poiché alcune corse di punta (inizialmente 8 coppie) furono prolungate da Santa Giustina a San Vito attraverso la via Antica Emilia, andando così a servire anche alcuni abitanti del Comune di Santarcangelo (il confine di comune corre infatti sulla mezzeria della strada) e sollevando nel capoluogo comunale le prime rivendicazioni per un allacciamento in frequenza con Rimini («L’ATAM a Santarcangelo!» titolava un foglio locale). Ma l’assetto raggiunto dalla linea (Villaggio Nuovo–Santa Giustina–San Vito) divenne stabile per parecchio tempo, anche con la riduzione dell’intervallo tra le corse da 40 a 30 minuti e l’incremento del tempo di giro da 80 a 90 minuti, avvenuti l’11 ottobre 1964 con l’inserimento di una provvidenziale terza vettura. Il prolungamento a San Vito continuò ad essere effettuato a corse saltuarie, attraversando un passaggio a livello, la cui presenza metteva a repentaglio la regolarità del servizio (il PL continuerà a esistere e a “fare danni” fino agli ultimi anni del Secolo….). Sul lato opposto, il 3 novembre 1965 la linea abbandonò la Statale e venne istradata sulle vie Rimembranze, Tommaseo e Spallanzani.

Dopo l’esordio affidato ai Lancia “Tre Ro” bolognesi, sulla linea 3 circolarono regolarmente i dieci FIAT 309 Menarini delle due serie in forza all’ATAM, mentre non si videro mai i FIAT 411. Dal 1965, dopo la seconda fornitura di Monocar CMB 1101 (FIAT 409), questi ultimi soppiantarono definitivamente i 309.

Con il prolungamento del 17 maggio 1969 fino al Villaggio Fiorito di Miramare (viale Costantinopoli), tramite la nuova strada appena aperta tra la ferrovia e il parco di Fiabilandia (viale Madrid), la grande diametrale del Comune di Rimini poteva dirsi completata.
I tre chilometri aggiunti (tra andata e ritorno) non causarono modifiche ai tempi caratteristici sopra ricordati, vale a dire che per realizzare questo prolungamento si rosicchiarono i cuscinetti di sosta al capolinea. Ciò finì per rendere nuovamente insostenibile l’esercizio della linea 3: lungo i 19 km del percorso, da un lato su una viabilità urbana angusta, dall’altro sulla trafficatissima via Emilia, si incontravano numerosissimi ostacoli al mantenimento dell’orario di tabella. Dall’inizio del 1969 i tre turni macchina vennero affidati regolarmente agli allora nuovi Fiat 409 Pistoiesi (Gruppo 1048–1052), autobus ancora dotati di cambio manuale.

Nel 1971 si giunse ad uno sdoppiamento, con l’introduzione della linea 9, numero destinato in poco tempo a soppiantare il vecchio “3”.
Il 15 maggio di quell’anno, la linea 3 fu limitata a Sud al Villaggio Nuovo (capolinea in via Santorre di Santarosa), mentre il Villaggio Fiorito (con un ulteriore prolungamento da viale Costantinopoli a viale Losanna) veniva raggiunto da una nuova linea, la 9 appunto, il cui percorso era comune alla 3 da via Spallanzani a piazza Tre Martiri, determinando così un raddoppio dei transiti (uno ogni 15 minuti) lungo gran parte della direttrice. Entrambe le linee avevano il tempo di giro di 90 minuti e la frequenza di 30 (in tutto 3+3 tabelle di marcia).
L’aspetto singolare della linea 9 era che, in origine, anch’essa da piazza Tre Martiri raggiungeva il Cimitero e la via Emilia, ma lo faceva transitando nel Borgo Mazzini (via Montefeltro), nel “quartiere Fiorani” (vie Duca degli Abruzzi e Ceccarelli), su un breve tratto della Circonvallazione Occidentale e addirittura sul Ponte di Tiberio. Il capolinea era collocato nella Zona Industriale delle Celle (via Norvegia).
Il tentativo di estendere il trasporto pubblico ad un’area reputata poco coperta (la sola linea 2 transitava nella zona) non ebbe successo: si trattò tra l’altro di un caso, praticamente unico per Rimini, di linea urbana senza transito dalla stazione ferroviaria: un “fattore d’insuccesso” non indifferente. Nel giro di un anno, la chiusura del ponte romano al traffico pesante decretò la fine dell’esperimento: il percorso della linea 9 divenne del tutto coincidente quello della 3 dalla via Spallanzani alla via Emilia. La frequenza 15 minuti fu estesa così fino a Santa Giustina, nuovo capolinea della 9.

Con l’orario invernale 1973-’74, i FIAT 418AC (dodici unità consegnate nell’estate di quell’anno) divennero una presenza costante sulle linee 3 e 9, insieme ai tre FIAT 418A del 1971.
Nel 1974, in seguito all’apertura del nuovo Ospedale, il percorso della linea 9 tra la via Flaminia (incrocio viale Pascoli) ed il viale delle Rimembranze fu modificato con istradamento sulle vie Pascoli e Lagomaggio e sulla nuova via Settembrini, a quattro corsie. Iniziava così il declino del tratto di via Flaminia che attraversa la località Colonnella, da allora percorso dalla sola linea 3 (finché esistette) e dalla linea 8.
Da segnalare nello stesso anno un tentativo di servire meglio la parte del centro verso il Marecchia, facendo percorrere alle due linee, in entrambi i sensi di marcia, il “quadrilatero” corso Giovanni XXIII–piazza Ferrari (dove fu attestata anche la linea 5)–via Gambalunga. Ma anche questo esperimento durò poco.

Nell’estate 1976 il numero 3 scomparve: la grande diametrale diventò tutta linea 9 da viale Losanna a San Vito, con frequenza 15 minuti (30 minuti tra Santa Giustina e San Vito) e con sette vetture che avevano a disposizione 105 minuti per effettuare ciascuna coppia di corse.
Era il preludio alla trasformazione della linea in “intercomunale”, avvenuto il primo ottobre di quell’anno con il prolungamento a Santarcangelo (piazza Marconi) delle due corse/ora precedentemente limitate a Santa Giustina. Uno sdoppiamento simile avvenne anche al capolinea opposto, per cui metà delle corse continuarono ad essere attestate in viale Losanna, l’altra metà sul parallelo viale Mosca. Per realizzare questo schema, che si sarebbe poi perpetuato senza sostanziali variazioni fino ai primi anni Duemila, il tempo di giro fu portato a 120 minuti e le vetture in servizio sulla linea divennero otto.
L'introduzione dei bus da dodici metri (primi tra tutti i Siccar 176L De Simon, Gruppo 1901–1910), avvenuta alla fine degli anni Settanta, aumentò la capacità della linea, fino a quel momento servita da vetture da dieci metri

Nel 1985 il ramo via Mosca fu prolungato all'interno dell'aerostazione di Rimini Miramare, costituendo così il capolinea “Aeroporto” tuttora esistente.

Il 30 dicembre 1986 tutte le autolinee urbane furono spostate dal centro cittadino (piazza Tre Martiri) su percorsi paracentrali, con fulcro in piazzale Gramsci. Com'è facile immaginare non si trattò di un provvedimento favorevole al trasporto pubblico e, col tempo, accadde che alcune linee tra cui la 9 (dal 1° marzo 1991) tornarono a transitare in piazza Tre Martiri, anche se in un solo senso di marcia. La ristrutturazione dell'arredo urbano (1998) metterà fine a questo revival, espellendo anche la filovia Rimini–Riccione, che fino a quel momento aveva resistito nel suo capolinea tradizionale.

La realizzazione per tratti, tra il 2000 e il 2010, della “via Roma” dall'Ospedale al confine con Riccione, ha comportato le modifiche e i vari sdoppiamenti che hanno reso la sezione Sud della linea 9 così come la conosciamo oggi. Nella parte verso la via Emilia, dal 2001 spetta alla “9” il gravoso compito di servire la nuova Fiera di Rimini, fonte peraltro di grave congestione stradale. Un sollievo non piccolo è venuto di recente dall'eliminazione di gran parte degli impianti semaforici urbani, sostituiti da rotatorie (programma “Fila dritto” della Giunta Gnassi), mentre sulla via Emilia la semaforizzazione della borgata di Santa Giustina ha nuocciuto alla regolarità del servizio, causando un forte inquinamento che ha spinto i residenti a chiedere con veemenza una circonvallazione, la cui realizzazione appare problematica per il consumo di suolo che comporta. La frequenza della linea 9, sulle tratte comuni, è sempre quella determinata negli anni Settanta: 15 minuti nel periodo invernale, 20 nell'estivo (con riduzione delle corse su San Vito) e 30 nei festivi. Unica linea non di costa, la 9 offre tuttora alcune corse serali, che servono sia San Vito che Santarcangelo, transitando sulla via San Vito, un'arteria paradossalmente poco servita durante il giorno.

1: (in copertina) Santarcangelo e Miramare unite dalla stessa linea: una diametrale di oltre 20 km che porta il numero 9 (foto Renzi).


2: La rete urbana di Rimini, come si presentava alla fine del 1960. La linea 3 si estendeva dalla Colonnella, sulla via Flaminia, al Mercato Ortofrutticolo, all'inizio della via Emilia.






3: Biglietto di corsa semplice da 30 lire risalente ai primi mesi di esercizio.
4: In occasione delle “feste dei morti” veniva stampato un orario con le partenze da piazza Tre Martiri e dal Cimitero.


5: Un FIAT 309 diretto a Santa Giustina affronta il traffico caotico in corso d'Augusto tra l'Arco e piazza Tre Martiri (foto Davide Minghini).


6: Orario invernale 1964-'65. La linea 3 ha frequenza 40' e nelle ore di punta è prolungata a San Vito (note “C” e “D”).


7: Il ponte della via XXIII Settembre sul Deviatore del Marecchia il 15 agosto 1966 con un FIAT 309/1 diretto verso il centro (foto Davide Minghini). 

8:Veduta di piazza Tre Martiri con un FIAT 409 Pistoiesi, autobus caratteristico della linea 3 tra il 1969 e il 1971 (cartolina ed. Pama , collez. dell'Autore).


9: Alla fine degli anni sessanta la linea 3 (qui siamo nei pressi di Fiabilandia) fu dotata, insieme alle linee 1, 2 e 4, di eleganti paline di fermata a “diedro”, comprendenti anche spazi pubblicitari. Purtroppo esse si rivelarono poco solide e furono rimosse entro il 1972 (foto Davide Minghini).


10: La rete Atam nel 1973: la diametrale composta dalle linee 3 e 9 abbraccia tutto il territorio comunale da Ovest a Sud-Est.



11: Un FIAT 409 Menarini diretto al Villaggio Nuovo manovra in un'affollata piazza Tre Martiri nell'estate 1974. Si notano un filobus Alfa Romeo e altri due 409, uno dei quali carrozzato Breda Pistoiesi (foto Davide Minghini).



12: L'effimero transito in piazza Ferrari della linea 9, nel frattempo passata stabilmente ai FIAT 418AC. A sinistra un 309/1 fermo al capolinea della linea 5, che copriva le direttrici oggi percorse dalle linee 3 e 20 (foto Davide Minghini).


13: Ancora una foto di piazza Ferrari. Le spartane ma robuste paline con cartello di alluminio furono installate nel 1972 e molte di loro sono giunte alla fine del Secolo. Si noti il “9 rosso” unificazione serale delle due linee diurne (foto Davide Minghini).


14: Il 1° ottobre 1976 la linea 9 è prolungata a Santarcangelo con una corsa ogni mezz'ora. Veduta aerea del capolinea di piazza Marconi con un FIAT 418AC Cameri (cartolina ed. Stamperia Marchi, collez. dell'Autore).



15: Alla stazione di Rimini la 9 fermava al secondo marciapiede, mentre il primo era riservato alla linea filoviaria. La vettura 1203 fa parte del piccolo lotto di FIAT 418A Menarini con cambio Voith (1201–1203), primi automatici in assoluto a circolare per le vie di Rimini (foto Nedo Bianchini, giugno 1978).


16: Nel 1982 irrompono sulla scena gli INBUS U210, che soprattutto nel periodo invernale sono impiegati costantemente sulla linea 9. Via XXIII Settembre, giugno 1982 (foto Renzi).


17: Un salto di dieci anni e siamo nel gennaio 1992: da pochi giorni è nata l'azienda consorziale Tram. A Santa Giustina, proveniente dal ramo San Vito, troviamo un altro rappresentante della famiglia dei 12 metri, il Siccar 176L De Simon (foto Renzi).


18: Il Monocar 201/2 LU (matricola 2020) era un esemplare unico: qui lo vediamo in via Castelfidardo il 6 aprile 1994. Notare il suffisso “A” che dal '92 contraddistingue le corse dirette a San Vito (foto Renzi).


19: Nella primavera 2000 viene finalmente soppresso il passaggio a livello di Santa Giustina, fonte di frequenti ritardi con accodamento delle vetture del ramo San Vito. Nella foto, uno degli ultimi transiti del bus di linea, un classico “4 porte” Siccar-CAM (foto Renzi).


20: Inverno all'Arco d'Augusto con la 1717. 9 gennaio 2003 (foto Renzi).


21: La 1709 è appena partita da San Vito l'8 marzo 2003 (foto Renzi).





venerdì 24 marzo 2017

Una lunga gestazione.



Il mese di febbraio di quest’anno (2017) ha fatto registrare, tra gli esordi in linea sulla rete romagnola di TPL, quello riguardante un autobus urbano facente parte della flotta di SAC, azienda con sede a Cervia che si occupa sia di servizio di trasporto pubblico, sia di noleggi.
Protagonista di ciò è stato un mezzo al quale il vettore cervese ha dato “nuova vita”, visto che si tratta di un autobus proveniente dal mercato dell’usato: stiamo parlando di un Iveco 491E.12.22 CityClass del 1998, dotato di livrea bianca, al quale è stata assegnata matricola n° 149.
Tale vettura è particolare per il fatto di far parte di un lotto formato da quattro unità che SAC ha acquistato nel 2013, tutte precedentemente appartenute ad ATM Milano.
La “nuova” 149 è la quarta ed ultima ad essere immessa in servizio, ma soprattutto l’unica a presentarsi con la nuova livrea “only-white”.

La prima apparizione di una di queste vetture risale all’agosto di quel lontano 2013, quando sulla linea 201, la principale urbana della cittadina di Cervia, è stata riscontrata la presenza di un CityClass in livrea arancio ministeriale con fascia centrale nera; era contraddistinto da targa “BW”, verosimilmente un “fondo di magazzino” fra i lotti appartenenti alla provincia di Ravenna. Sul quell’autobus non appariva nessuna matricola, complice il fatto che SAC le ha introdotte a partire dal novembre di quell’anno, facendo comparire su tale vettura il numero 141. Successivamente abbiamo scoperto che si trattava della ex vettura 3877 di ATM Milano.
Quel CityClass non è stato una new-entry per l’azienda cervese che già da alcuni anni possedeva tra le sue fila un esemplare in allestimento suburbano a tre porte, dotato di livrea bianca, anch’esso acquistato usato e precedentemente operante sul territorio svizzero.

Passano alcuni mesi quando, nelle primissime giornate del 2014, appare un altro “City” dotato di livrea arancio, che si differenziava da quello di precedente immissione per l’assenza della banda nera sulle fiancate, per la targa “ER” e per la matricola n° 142. Anche in questo caso si trattava di una vettura che aveva circolato precedentemente presso l’azienda del capoluogo lombardo, dove era contraddistinta dal numero 3870.

Nei mesi a venire, tra i vari esperti ed appassionati del settore, è circolata la notizia che i CityClass “ex ATM Milano” acquistati da SAC Cervia fossero in tutto quattro, quindi l’interrogativo che ci attanagliava era: ma gli altri due dove saranno?

Arriva l’estate del 2014 quando per caso, in un pomeriggio di sole, mentre stavo dirigendomi al mare, incontro, sempre sulla linea 201, un CityClass che inizialmente mi sembrava essere la 141 ma che, se osservato bene, era leggermente differente, soprattutto per il fatto di possedere, anteriormente, un display di destinazione a matrice di punti verdi di marca Ugo Ameli, più piccolo rispetto a quello posseduto dalle altre due vetture analoghe, un tempo milanesi. Si trattava infatti della matricola 145, già ATM 4929.

A questo punto l’interrogativo è stato: e la quarta vettura del lotto? L’unica cosa che si è riusciti a scoprire successivamente è la veridicità in merito alla sua presenza in presso l’azienda di Cervia. L’idea che ci siamo fatti, per molto tempo, è che fosse stata acquistata per essere cannibalizzata fornendo pezzi di ricambio agli altri CityClass presenti nella flotta di SAC.

Giungiamo al dicembre dell’anno passato (2016), quando scopriamo che, in concomitanza con l’immatricolazione di un nuovo Isuzu Nuovo Ultra di proprietà di CTR Riolo Terme, è avvenuta anche la re-immatricolazione di un CityClass appartenente a SAC Cervia: si trattava proprio del quarto autobus di quel famoso lotto!!!

Il quarto “CityClass ex ATM Milano” che è entrato in servizio presso SAC Cervia aveva precedentemente matricola 4931, ora 149. Dei quattro di quel lotto, come detto, è particolare e facilmente riconoscibile per la livrea che gli è stata applicata, vale a dire il bianco integrale.
La “nuova” 149 svolge attualmente regolare servizio. Ci è capitato di incontrarla sulla linea 276/F, una scolastica che ricalca in gran parte un servizio in passato denominato “Tempo Pieno Montaletto”, in quanto pianificato prevalentemente per servire le scuole elementari poste appunto presso l’abitato di Montaletto. La corsa è una di quelle del pomeriggio che viene effettuata nelle sole giornate di Lunedì e Mercoledì e che ha origine alle 15:45 all’Istituto Alberghiero di Cervia, con un percorso che tocca Tagliata e Montaletto, dove si effettua il carico principale presso le scuole. Si prosegue poi per Montaletto “Chiesa”, Villa Inferno, Tagliata e Cervia, dove il bus fa rientro alle 17:10.
Nelle restanti giornate della settimana scolastica, la stessa corsa parte da Cervia (Circ.ne Sacchetti Ovest/Carabinieri) alle ore 16:00, non effettuando il primo transito da Tagliata, inserito solamente nelle giornate in cui l’Istituto Alberghiero effettua lezioni pomeridiane.
                                                                                          
Francesco Gardini – 24/03/2017

lunedì 20 marzo 2017

VALMARECCHIA: CENTO ANNI IN CORRIERA (Capitolo 2°)

di Roberto Renzi - 20/03/2017
(Foto dell'autore, salvo diversa indicazione)

- SECONDA PARTE -

1.  L'area della ex stazione di Villa Verucchio è stata utilizzata a lungo come parcheggio per i turni con residenza in tale località. Qui vediamo un FIAT 370 in sosta davanti al vecchio fabbricato viaggiatori che all'epoca (1992) versava ancora in cattive condizioni di manutenzione.


2.  Non solo ex stazioni della ferrovia: a Rimini, in piazza Malatesta, fino agli anni Novanta esisteva questo “chiosco” per la vendita dei biglietti delle autolinee extraurbane. Scomparse quelle a lungo raggio, restava in funzione per le sole linee delle Padane.


3. I 370 carrozzati Dallavia sono stati la “spina dorsale” del servizio fino all'avvento dei MyWay. Una corsa appena partita da Novafeltria imbocca la Statale 258 per Rimini.


4.   Classica inquadratura della piazza Vittorio Emanuele con un FIAT 343 Dallavia in partenza il 15 aprile 1994.


5.  Le corse dirette a Verucchio venivano effettuate con bus da 10,50 m. Come a Novafeltria, il capolinea era nel bel mezzo della piazza del Comune (29 settembre 1995).


6. Intorno alle ore 15.15 dei giorni feriali al bivio di Bruciato aveva luogo una coincidenza tra la corsa partita da Rimini alle 14.40 e quella proveniente da Novafeltria, che effettuava la deviazione Verucchio. Quest'ultima attendeva la prima per qualche minuto all'inizio della rampa che conduce alla città del Mastin Vecchio.


7. Sulla parete del chiosco di piazza Malatesta, nel 1997 era ancora presente questo quadro a caratteri mobili. Da notare che in direzione Novafeltria la fermata era già da tempo spostata sul viale Valturio.


8. Il FIAT 418AC autotreno carrozzato Macchi nella livrea blu ministeriale ricevuta alla fine degli anni Ottanta.


9.  Il 12 novembre 1997 l'autotreno delle Padane proveniente dal Centro studi di Rimini e diretto a Villa Verucchio transita davanti alla vecchia stazione di Corpolò.


10.  Nel parcheggio di Villa Verucchio, insieme a vari bus delle Padane, sosta l'INBUS 330 della Tram matricola 4124 il 20 gennaio 1998. Dal 1996 è in vigore un accordo Tram-GGFP per l'effettuazione in pool del servizio Verucchio–Santarcangelo. La pensilina in primo piano è stata aggiunta alla vecchia stazione durante i lavori di ristrutturazione.


11.  La ex stazione di Rimini Porta Montanara fa da sfondo al transito di un FIAT 370 diretto a Novafeltria il 23 giugno 1999.


12.  Nell'estate 1999 – la foto è del 19 settembre – entrano in servizio a Rimini i primi due Iveco My Way delle Padane, facenti parte di un grosso lotto acquisito dalle gestioni governative (all'epoca commissariate dalle FS).

13.  Coincidenza a Villa Verucchio tra il 370 Dallavia proveniente da Rimini e il MyWay diretto a Verucchio il 15 ottobre 1999. Sullo sfondo, il fabbricato della vecchia stazione che è stato risanato e nel quale è stato aperto il bar “Stazione rosa”.

14.  A Carpegna gli autobus delle Padane sono “ospitati” nella rimessa della ditta Salvadori.


15.  Il minuscolo libretto degli orari delle Padane con l'invariabile foto di copertina che raffigurava un autobus da noleggio davanti all'Arco d'Augusto (collezione dell'autore).


16.  Il 31 dicembre 2000, giornata in cui è stata scattata questa foto, dopo 67 anni dalla sua istituzione, cessa la Gestione Governativa Ferrovie Padane. La nuova società regionale FER ingloba l'autoservizio Rimini–Novafeltria e le altre linee riminesi delle Padane.


17.  Tra il 1998 e il 2001, la Comunità Montana Valmarecchia esercita in proprio un collegamento tra il fondo valle, Torriana e Verucchio, che successivamente sarà riassorbito da FER, per poi confluire nell'attuale linea 164. Il Pollicino era stato preso a noleggio dalla Tram. 


18.  L'iscrizione “Ferrovie Padane” resterà a lungo sulle fiancate degli autobus in epoca FER. La foto è del 21 agosto 2001 e mostra uno dei 370 colorati in rosso per il servizio “ministeriale” su Gualdicciolo.


19.  In conclusione, due foto di Massimiliano Cantoni datate 2001. FER non è ancora parte del contratto di servizio con Agenzia Tram, ma continua l'esercizio delle linee ex Padane su concessione della Provincia di Rimini e non più del Ministero.


20.  In questi anni anche la strada 258 “Marecchia” cessa di essere statale e passa alla Provincia. È il tramonto di un'epoca... (foto Massimiliano Cantoni).