di Francesco Gardini – 31/10/2021
Sono passati poco meno di due anni dalla sua inaugurazione ufficiale, ma
anche dalla prima volta in cui ho viaggiato su quella che di fatto è una delle
infrastrutture trasportistiche più particolari del territorio nazionale, ma
soprattutto della nostra terra, la Romagna: gli esperti di trasporti e mobilità
collettivi già hanno capito a cosa mi riferisco, vale a dire al MetroMare, il
primo BRT (acronimo di Bus Rapid Transit) d’Italia.
Su questo particolare sistema trasportistico, che collega velocemente le
due capitali più importanti della Riviera Romagnola, Rimini e Riccione, si
potrebbe redigere un trattato o magari una tesi di laurea, viste le complessità
progettuali e strutturali che hanno caratterizzato la sua nascita e la sua
successiva messa in esercizio; sono innumerevoli gli articoli di giornali, o magari
le relazioni tecniche che lo riguardano.
Quest’oggi però non mi soffermerò su nulla di tutto questo, ma punterò semplicemente
il riflettore su quella che è stata la mia esperienza da passeggero, provandolo
in quella che è la sua versione definitiva, ossia quella che vede muoversi sul
suo tracciato i filosnodati VanHool Exquicity, veicoli completamente elettrici,
quindi con emissioni di CO2 pari a zero.
Già in passato ho viaggiato in alcune occasioni sul MetroMare, dapprima
sulla versione iniziale che ha visto in servizio autosnodati ibridi modello
IvecoBus UrbanWay 18 (in prestito dalla bolognese Tper), abbinati ad autobus da
12 metri a metano, vale a dire i MenariniBus CityMood (vedi anche l’articolo MetroMare
a Caldo dal blog di TPR del 24/11/2019), poi su quella forse meno
ecologica, con autosnodati a gasolio, dove a farla da protagonista sono stati
prevalentemente i Neoplan N4522/3 G Centroliner Evolution, ribattezzati come “gli Svizzeri”, in quanto
acquistati usati dalla città di Losanna.
Entrambi questi step hanno fatto sì che questa importante infrastruttura
potesse svolgere servizio già dall’autunno del 2019, in attesa delle “lungaggini”
più o meno note che hanno comportato all’immissione dei filosnodati “Exquicity”
solo nei giorni scorsi; dal novembre di quell’anno ad oggi tante, anzi
tantissime, persone hanno viaggiato sul MetroMare, sicuramente apprezzandone le
sue caratteristiche di sicurezza, rapidità e puntualità, cardini fondamentali
di un sistema di trasporto collettivo in sede protetta.
Ma veniamo ad oggi, al 2021 ed al mio primo viaggio sul MetroMare nella
versione “Full Electric”, volutamente sperimentato di domenica mattina, quando
ci sono meno persone a bordo, al fine di poter valutare con più calma le sue
caratteristiche; insieme a me l’amico Gian Marco, noto “Apatras” romagnolo.
Racconterò questo viaggio da Rimini a Riccione utilizzando le immagini; il veicolo in copertina è la vettura 36518, utilizzata nel tragitto di andata, da Rimini a Riccione.
Siamo arrivati al capolinea di “Rimini Station” intorno alle 10:45 ed abbiamo assistito all’arrivo da Riccione della 36518; lasciati i passeggeri in banchina, ha imboccato l’anello di inversione, rendendosi protagonista di uno scarrucolamento delle aste, accaduto già negli scorsi giorni, nel medesimo punto, anche ad altre vetture. Dopo un reset generale, il mezzo si è portato in banchina ad aste abbassate, poi alzate manualmente dal filoviere.
Saliti a bordo dalla porta anteriore, quella che salta subito agli occhi è la cabina di guida, completamente isolata dal vano passeggeri, dotata di una strumentazione apparentemente semplice e di facile approccio per il conducente (immagine di archivio, tratta dall’esposizione avvenuta ad inizio ottobre).
Della plancia, quelle che risaltano maggiormente sono le quattro telecamere che, a porte aperte mostrano salita e discesa dei passeggeri, mentre in caso contrario sulla prima da sinistra appare il vano viaggiatori, sulla terza le aste in presa, mentre le restanti rimangono spente.
Importantissimo per il regolare svolgimento dell’esercizio è il sistema AVM, di tipo ferroviario, tramite il quale il conducente, non solo visiona l’andamento generale della corsa, ma dialoga con la centrale operativa, chiedendo ad esempio i consensi, mediante i pulsanti posti sul cruscotto, che consentono al veicolo di poter ripartire in sicurezza da ogni singola fermata.
L’AVM ha anche il compito di gestire correttamente gli incroci lungo la linea, come quello avvenuto alla fermata di Rivazzurra, con la vettura 36517 diretta a Rimini.
A bordo sembra quasi di essere in metro: i monitor, presenti anche su
molti autobus urbani della flotta di “Start Romagna”, mostrano la destinazione,
la prossima fermata ed alcuni video informativi e di propaganda sul MetroMare
in versione elettrica.
Degno di nota l’annuncio interno di prossima fermata, ripetuta sia in italiano che in inglese: non poteva mancare!!!
Giungiamo a Riccione in perfetto orario: i ritardi sul MetroMare sono cosa molto rara!!! Qui il filosnodato esce dalla sede protetta per invertire il senso di marcia presso un anello costruito dinnanzi alla stazione ferroviaria.
Tempo di un caffè e due passi veloci in zona stazione, ci riportiamo in banchina e da Rimini sopraggiunge, a display spenti, la vettura 36519 che è dotata della livrea “Electric People”, a differenza della sorella ’18 che invece possiede la “Green Life”.
Particolare dello spigolo posteriore destro dell’Exquicity e della sua livrea, arrecante il logo che pubblicizza i 100 anni di trazione elettrica tra Rimini e Riccione, iniziata nel 1921 col tram elettrico, sostituito nel 1939 dalla filovia, nota oggi come linea 11.
Lasciamo Riccione: la stazione ferroviaria ed il capolinea “Ceccarini Station” del MetroMare visti dal lunotto posteriore del VanHool Exquicity.
La prima fermata in direzione Rimini è denominata “Porto”: il perché? Basta guardare quel che si vede al di fuori della porta, in questo caso aperta.
Anche il viaggio in direzione Rimini procede in modo regolare, se non
fosse che ad una delle fermate abbiamo perso alcuni minuti a causa della
seconda porta che dava problemi in chiusura: anche in questo caso è stato
necessario un reset per poter ripartire.
In fin dei conti perdoniamoli questi Exquicity, sicuramente l’emozione dei primi giorni di servizio può giocare anche a loro qualche “brutto scherzo”!!!
Tornati a Rimini, ammiriamo il “nostro” MetroMare che effettua l’inversione per portarsi sulla banchina dove lo aspettano i passeggeri diretti a Riccione, e non solo…
Ogni volta che penso, parlo e, come in questo caso, scrivo sul MetroMare mi fa un certo effetto perché, in un’epoca in cui si parla tanto di mobilità eco-sostenibile e di rispetto per l’ambiente, in Terra di Romagna possiamo vantare un sistema di trasporto che può sicuramente fare invidia a tante città Europee e non solo, dove indubbiamente si investe, si sperimenta e si studia in questo ambito molto di più rispetto al nostro paese.
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