Testo di Roberto Renzi
Liberamente tratto dal CD "ADDIO 418" a cura di Massimiliano Cantoni (anno 2002)
Fino al 1977, i quattrocentodiciotto costituirono gli autobus “di punta” dell’ATAM, essendo impiegati prevalentemente sulle linee costiere (4 e filovia) d’estate, sulla stessa linea 4 e sulle linee 3-9 d’inverno.
Successivamente, l’arrivo dei primi bus da dodici metri relegò i 418 a servizi un po’ meno nobili: si cominciò a vederne anche sulla linea 8 e su linee a breve raggio come la 2 e la 6. Sui percorsi acclivi, come quello della linea 1 e di quasi tutte le linee “del forese”, i 418 furono a lungo banditi, essendo preferiti (finché esistettero) i mezzi con cambio manuale. Sulle circolari 18 e 19, attivate nel gennaio 1980, i 418 furono invece una presenza costante fino alla loro scomparsa dal parco aziendale, avvenuta intorno alla metà degli anni novanta.
1973–1977: I 418 costituiscono gli autobus “di punta” dell’Atam, e vengono impiegati prevalentemente sulle linee costiere (4 e filovia) d’estate, sulla stessa linea 4 e sulle linee 3-9 (unificate nell’attuale linea 9 nel giugno ‘76) d’inverno.
1977–1979: L’arrivo dei primi “dodici metri” (dieci Siccar 176L-DeSimon), nonché dei nuovi filobus Volvo, relega i 418 a servizi un po’ meno nobili; si comincia a vederne anche su linee a breve raggio come la 2 (Villaggio Azzurro–San Giuliano Mare) e la 6 (Lagomaggio–Padulli) e su linee “di campagna” come la 8 (che va a Italia in Miniatura). Sui percorsi acclivi, come quello della linea 1 (Lagomaggio–Covignano) e delle altre linee del forese, i cambi automatici sono ancora banditi.
1979–1985: I dodici metri aumentano, e per i 418 non resta che ripiegare fuori dalle linee di costa, sulle quali il loro impiego diventa sempre più saltuario. Si comincia a vederne anche sulla linea 1 (in salita si raccomanda agli autisti di usare il dispositivo "kick-down"); sulla circolare 18-19, inaugurata nel gennaio 1980, saranno invece una presenza costante fino alla loro scomparsa dal parco aziendale. Già nel 1984 iniziano le radiazioni dei tre esemplari della serie 1200; i 1800, invece, saranno destinati ad una vecchiaia ben più lunga, anche grazie alla ricostruzione integrale della cassa cui gradualmente vengono sottoposti nella carrozzeria aziendale: i lavori comprendono anche la soppressione del posto del bigliettaio, del quale tutti i 418 riminesi erano dotati all’origine.
1986–1991: I 418 diventano protagonisti del servizio notturno Blue Line, mentre nel servizio regolare sono di solito impiegati sulle linee 1, 2, 8, 18, 19. I primi cinque Menarini vengono per qualche tempo noleggiati all’azienda di Pisa. La vettura 1817, l’unica a non aver subito interventi alla carrozzeria, circola per qualche tempo nella livrea di un locale notturno (verrà radiata nel 1991, addirittura prima dei Menarini del ‘73). La 1812 finisce all’Anic di Ravenna insieme ad un Fiat 409, mentre gli altri tre Cameri della prima fornitura nel dicembre ’91 vanno alla ditta Silvestri di Livigno. Nell’inverno 1989-‘90, con la filovia sospesa per i soliti lavori stradali, si ricorda una tabella di marcia mattinale (dalle 6 alle 9 circa) eseguita regolarmente dai 418 sulla linea 11.
1992–1998: Con l’avvento della nuova azienda consorziale Tram, il ruolo dei 418 è sempre più marginale. Ormai li si può vedere solo sulla 18-19 (quattro tabelle di marcia “dall’alba al tramonto”) e su qualche corsa bis. Anche Blue Line è ormai quasi tutta passata ai dodici metri.
Scompaiono prima i Menarini (la 1806 viene acquistata dalla ditta Bacchini, che la impiegherà fino al 2000 sul servizio urbano di Misano Adriatico). Dei Cameri, alla fine dell’orario invernale 1996-’97, restano quattro esemplari efficienti (1818-1819-1821-1822), che saranno ancora utilizzati nel periodo estivo su Blue Line e su una tabella della linea 20 (ultima corsa il 19 agosto con la 1822). Sono infatti arrivati i City Class IVECO e dei 418 non vi è più alcun bisogno: la 1821 viene addirittura inviata in Bosnia-Erzegovina nell’ambito degli aiuti a quelle popolazioni.
Accantonati nel deposito di via Coletti (ex Atr), gli ultimi esemplari saranno demoliti alla fine del 1998, non prima di un inaspettato canto del cigno: la vettura 1819 svolge ancora nell’agosto di quell’anno alcuni servizi su Blue Line: sono in assoluto gli ultimi dei Fiat 418AC sulla rete riminese.
I 418 autotreni delle Ferrovie Padane – Del parco su gomma della Gestione Governativa Ferrovie Padane (poi confluita nelle Ferrovie dell’Emilia-Romagna), suddiviso tra i depositi di Ferrara e Rimini, non hanno mai fatto parte autobus suburbani o derivati da urbani, con la sola eccezione di alcuni Fiat 405 del 1964 e di due “autotreni” Fiat 418, composti da motrice e rimorchio (quattro assi in tutto, di cui anche l’ultimo sterzante).
Questi ultimi, carrozzati Macchi e simili ai mezzi in forza all’ATM Milano ed altre aziende lombarde, furono acquisiti nel 1977 ed assegnati uno a Ferrara (matricola 105) e l’altro a Rimini (matricola 106). Non erano dotati di cambio automatico: l’autista aveva a disposizione il pedale della frizione ed una lunga leva del cambio, inconsueta sui 418 urbani. La colorazione, in origine, era celeste a due toni: uno schema che la Fiat applicava all’epoca agli autobus interurbani 343, prima dell’avvento del blu uniforme ministeriale, colore nel quale anche i 418 delle Padane sarebbero stati riverniciati verso la metà degli anni ottanta. Non erano infatti considerati autobus “suburbani”, bensì “interurbani”, pur essendo dotati di tre porte doppie (due sulla motrice ed una sul rimorchio) e di 80 posti in piedi, oltre ai 54 a sedere, del tipo a divano in finta pelle color nocciola.
Sulla linea Rimini–Novafeltria, autoservizio sostitutivo della ferrovia a scartamento ridotto esercita dalle Padane fino al 1960, l’autotreno svolgeva principalmente i servizi degli orari di punta. Per un periodo abbastanza lungo fu impiegato sulla corsa in partenza da Rimini per Novafeltria alle 11.30, probabilmente perché in tal modo potevano essere evitate corse bis sulla successiva partenza da Novafeltria nell’orario di uscita delle scuole.
Nel 1994 l’autotreno 105 era già accantonato in attesa di demolizione a Ferrara Porta Reno. L’esemplare riminese invece prestò servizio, da ultimo su una coppia di corse scolastiche da Villa Verucchio al Centro Studi Colonnella, fino all’inverno 1997-’98. Fu distolto dal servizio alla fine del 1998 ed avviato alla demolizione negli ultimi giorni del 1999.
Foto 1: in una piovosa giornata di mercato dell'estate 1973 osserviamo la 1203 mentre manovra in un'affollatissima piazza Tre Martiri. Foto D. Minghini.
Foto 2: La vettura 1820
attraversa il Ponte della Resistenza - agosto 1979. Si nota che i
"Cameri" all'epoca erano già stati equipaggiati con i numeratori a
palette, inizialmente assenti. Foto Renzi.
Foto 3: Fino al 1980 esisteva la
linea 6 Lagomaggio-Padulli. Qui siamo al poco agevole capolinea di via
Pascarella, tra via Lagomaggio e viale Chiabrera (all'epoca ancora
inesistente). Foto Bianchini.
Foto 4: Estate 1978, stazione di
Rimini. Il Gruppo 1201-1203 mantenne per tutta la sua esistenza i
"plurimus" a tela. Foto Bianchini.
Foto 5: La 1811 durante il revamping. Foto archivio Atam.
Foto 6: Nevone del febbraio '86, via Sacramora. Foto Renzi.
Foto 7: Il primo Blue Line (1986) fu svolto dai Fiat 320!
Foto 8: Blue Line 1987 - Partenza da piazzale Kennedy per Bandiera Gialla (Galvanina)
Foto 9: La prima a essere radiata fu la vettura 1817. L'ultimo servizio che svolse fu per conto di una discoteca. Foto Renzi
Foto 10: Il
capolinea di piazzale Caduti di Cefalonia, dismesso nel 1992 con la
soppressione della linea 2 "storica". La foto è del 1986 e la vettura,
ancora nei colori d'origine, è la 1822. Notare, sulla destra, il
cartello provvisorio "Fermata Atam" di faesite (forse avevano rubato la
palina!). Foto Renzi.
Foto 11: Capolinea di Santarcangelo FS nel 1989. Linea 13, oggi assorbita dalla 164. Foto Renzi.
Foto 12: Passeggeri scendono da un 418. Foto Gregorio Turri.
Foto 13: 1813 sulla linea 18 in
via Castelfidardo nel 1994. Foto Renzi.
Foto 14: Linea 18 deviata in viale Vespucci (all'epoca, 1997, normalmente non vi transitava). Foto Renzi.
Foto 15: 13
settembre 1992. La vettura 1815, in servizio sulla linea 2 per San
Giuliano Mare transita sotto il ponte della ferrovia in via Madonna
della Scala. Dal giorno successivo la frazione di San Giuliano sarà
servita dalla linea 7, senza più il transito da questo punto. Foto
Renzi.
Foto 16: Rimini,
19 agosto 1997. L’ultimo servizio di un 418 sulla rete riminese:
vettura 1822 partita da Coriano alle 14.45 e diretta all’Arco d’Augusto,
ripresa mentre transita in piazzale Gramsci. Foto Renzi.
Foto 17: La 1819 disaccantonata per contribuire ancora una volta al servizio Blue Line nell'agosto 1998. Foto Renzi.
Foto 18: Misano
Adriatico, 12 gennaio 2000. Sul servizio urbano Misano Mare–Misano
Monte (autolinee Bacchini) circola ancora il 418AC Menarini ex Atam
Rimini 1806, qui ripreso in via Pozzo Castello. Foto Renzi.
Foto 19: Del
parco su gomma della Gestione Governativa Ferrovie Padane (poi
confluita nelle Ferrovie dell’Emilia-Romagna), suddiviso tra i depositi
di Ferrara e Rimini, non hanno mai fatto parte autobus suburbani o
derivati da urbani, con la sola eccezione di alcuni Fiat 405 del 1964 e
di due “autotreni” Fiat 418, composti da motrice e rimorchio (quattro
assi in tutto, di cui anche l’ultimo sterzante).
Questi ultimi, carrozzati Macchi e simili ai mezzi in forza all’ATM Milano ed altre aziende lombarde, furono acquisiti nel 1977 ed assegnati uno a Ferrara (matricola 105) e l’altro a Rimini (matricola 106). Non erano dotati di cambio automatico: l’autista aveva a disposizione il pedale della frizione ed una lunga leva del cambio, inconsueta sui 418 urbani. La colorazione, in origine, era celeste a due toni: uno schema che la Fiat applicava all’epoca agli autobus interurbani 343, prima dell’avvento del blu uniforme ministeriale, colore nel quale anche i 418 delle Padane sarebbero stati riverniciati verso la metà degli anni ottanta. Non erano infatti considerati autobus “suburbani”, bensì “interurbani”, pur essendo dotati di tre porte doppie (due sulla motrice ed una sul rimorchio) e di 80 posti in piedi, oltre ai 54 a sedere, del tipo a divano in finta pelle color nocciola.
Sulla linea Rimini–Novafeltria, autoservizio sostitutivo della ferrovia a scartamento ridotto esercita dalle Padane fino al 1960, l’autotreno svolgeva principalmente i servizi degli orari di punta. Per un periodo abbastanza lungo fu impiegato sulla corsa in partenza da Rimini per Novafeltria alle 11.30, probabilmente perché in tal modo potevano essere evitate corse bis sulla successiva partenza da Novafeltria nell’orario di uscita delle scuole.
Nel 1994 l’autotreno 105 era già accantonato in attesa di demolizione a Ferrara Porta Reno. L’esemplare riminese invece prestò servizio, da ultimo su una coppia di corse scolastiche da Villa Verucchio al Centro Studi Colonnella, fino all’inverno 1997-’98. Fu distolto dal servizio alla fine del 1998 ed avviato alla demolizione negli ultimi giorni del 1999.
Foto Renzi, 12.11.1997
Questi ultimi, carrozzati Macchi e simili ai mezzi in forza all’ATM Milano ed altre aziende lombarde, furono acquisiti nel 1977 ed assegnati uno a Ferrara (matricola 105) e l’altro a Rimini (matricola 106). Non erano dotati di cambio automatico: l’autista aveva a disposizione il pedale della frizione ed una lunga leva del cambio, inconsueta sui 418 urbani. La colorazione, in origine, era celeste a due toni: uno schema che la Fiat applicava all’epoca agli autobus interurbani 343, prima dell’avvento del blu uniforme ministeriale, colore nel quale anche i 418 delle Padane sarebbero stati riverniciati verso la metà degli anni ottanta. Non erano infatti considerati autobus “suburbani”, bensì “interurbani”, pur essendo dotati di tre porte doppie (due sulla motrice ed una sul rimorchio) e di 80 posti in piedi, oltre ai 54 a sedere, del tipo a divano in finta pelle color nocciola.
Sulla linea Rimini–Novafeltria, autoservizio sostitutivo della ferrovia a scartamento ridotto esercita dalle Padane fino al 1960, l’autotreno svolgeva principalmente i servizi degli orari di punta. Per un periodo abbastanza lungo fu impiegato sulla corsa in partenza da Rimini per Novafeltria alle 11.30, probabilmente perché in tal modo potevano essere evitate corse bis sulla successiva partenza da Novafeltria nell’orario di uscita delle scuole.
Nel 1994 l’autotreno 105 era già accantonato in attesa di demolizione a Ferrara Porta Reno. L’esemplare riminese invece prestò servizio, da ultimo su una coppia di corse scolastiche da Villa Verucchio al Centro Studi Colonnella, fino all’inverno 1997-’98. Fu distolto dal servizio alla fine del 1998 ed avviato alla demolizione negli ultimi giorni del 1999.
Foto Renzi, 12.11.1997
Foto 21: un altro "Cameri Corto", la 1819 dotata di insegne "ATAM", questa volta immortalato in uno scatto in bianco e nero. (Foto Renzi)
Foto 22: il Fiat 418A Menarini matricola 1201 immortalato nel lontano 1977 in piazza Tre Martiri, in attesa di partire sulla linea 4 per Torre Pedrera.
Il parco mezzi targato "ATAM" contava al suo interno in tutto tre di queste vetture, numerate da 1201 a 1203, immatricolate nel 1971 e dismesse nel 1987. (Foto Renzi)
Foto 23: Un primo piano del Fiat 418 AC Menarini matr. 1806. (Foto Renzi)
Foto 24: Nell'immagine seguente si vedono ben due autobus urbani riminesi - un Fiat 418AC Menarini e
un 409 Pistoiesi - in piazza Luigi Ferrari, nella parte a monte da
tempo pedonalizzata e oggi antistante la celebre "Casa del chirurgo".
Per alcuni mesi nel 1974 l'attuale linea 9 (che all'epoca non arrivava a
Santarcangelo ed era spezzata in due linee, 3 e 9, con una lunga
tratta comune) fu infatti deviata dal suo percorso "naturale" per
raggiungere piazza Ferrari, dove fu anche spostato (dalla stazione) il
capolinea della 5, linea corrispondente alle odierne 3 e 20, ma senza
gIi sconfinamenti nel territorio di Coriano. In entrambi i sensi di
marcia gli autobus "salivano" dal corso Giovanni XXIII e "scendevano"
lungo la via Gambalunga, per poi proseguire o verso la stazione o verso
la via Emilia. Si trattava dunque di un giro vizioso, giustificato
dall'esigenza di servire una parte del centro storico fino ad allora
tagliata fuori dalle linee urbane (e che negli anni a venire non avrebbe
visto che qualche servizio di minibus!).L'esperimento non durò molto: dopo nemmeno un anno l'Atam fu costretta a eliminare la deviazione perché la chiusura per lavori del ponte dei Mille costrinse le linee 3 e 9 a un temporaneo allungamento di percorso, con transito sul Ponte della Resistenza. Finiti i lavori, però, le due linee non fecero più ritorno in piazza Ferrari, probabilmente a causa della difficoltà a mantenere l'orario lungo un tragitto esteso quasi come quello dell'attuale linea 9, ma con soli 90' di tempo di giro (oggi ce ne sono 120' o 135').
La linea 5, invece, continuò a fare solitario capolinea in questa piazza fino al 31 marzo 1977, quando fu sdoppiata e prolungata a Coriano (con capolinea alla stazione). (Foto Davide Minghini)
Foto 26: uno specchietto riassuntivo con elencati i Fiat
418 dell'era ATAM/Tram. (Archivio Renzi)