domenica 6 novembre 2016

Un Setra sul “Carnaio”.


Come ben sappiamo nella gestione dei servizi di TPL spesso accadono assegnazioni strane, particolari, ma soprattutto interessanti, dovute alle cause più disparate.
Una assegnazione sicuramente degna di nota è quella riscontrata in questi giorni, riguardante una delle residenze esterne appenniniche del bacino di Forlì-Cesena: stiamo parlando del deposito di S.Piero in Bagno e la vettura in questione è la 20691, uno dei due Setra S415UL acquistati nel 2009 dal gruppo E-Bus per svolgere servizio sulle linee che collegano la città di Ravenna con i due capoluoghi della provincia Forlivese (da impiegarsi prevalentemente sulla 156 Forlì-Ravenna), ma dal settembre 2014 autorizzati a svolgere servizio anche sulle linee del cosiddetto bacino di “TPL FC”, a programmazione da parte di ATR.

Uno dei turni macchina “sampierani” su cui è stata temporaneamente assegnata la 20691 è il 359 in carico a personale di Start, uno dei più caratteristici uscenti da tale deposito in quanto al suo interno è inserita la coppia di corse sulla linea 131+132 che garantisce le interazioni sulla tratta Bagno di Romagna-Passo del Carnaio-S.Sofia-Meldola-Forlì Punto Bus.

Premetto che utilizzerò un tono alquanto “personale” per descrivere questa tratta.
Lo ammetto: sono sempre stato attratto ed affascinato dalle residenze esterne semplicemente perché, complice il fatto di aver in carico solitamente non molte linee, si creano una serie di rapporti tra personale viaggiante ed utenza difficilmente riscontrabili nei servizi urbani cittadini: sono i viaggi, spesso piuttosto lunghi, oppure il semplice passare del bus lungo il tracciato della linea (gli orari sono conosciuti quasi tutti gli abitanti delle località servite) che incrementano i rapporti stessi.

Il deposito di Bagno di Romagna ha in carico, come linee principali la 138 che collega l’intera vallata del Savio a Cesena ed appunto la 131+132 che invece svalica attraverso il Passo del Carnaio in Val Bidende assicurando un collegamento con la città di Forlì.
Quest’ultima tratta è una di quelle che mi ha sempre incuriosito: non nego di aver sempre sognato un giorno di poterla guidare personalmente, ma purtroppo un piccolo/grande problema forse non me lo permetterà mai.
Chissà cosa si prova nell’affrontarla, specialmente per la corsa di andata al mattino. La sveglia presto per la presenza in deposito, visto che l’uscita è prevista all’alba: l’orario storico di partenza da Bagno di Romagna è fissato alle ore 5:35, da qualche anno posticipato nel solo periodo invernale alle ore 6:05.
Senza dubbio è una fra le tratte più impegnative ma allo stesso tempo più soddisfacenti da eseguire.
Nel periodo invernale le insidie possono iniziare ancora prima di uscire dal deposito, quando la neve talvolta cade copiosa sull’Appennino Romagnolo. In questi casi è ovviamente necessario montare le catene (anche tre), ma si è facilitati dal fatto di aver come deposito un capannone chiuso.
Poi, una volta usciti, il trasferimento al capolinea di “Bagno” per la partenza: particolare è anche la tabellazione che si espone, “131 S.Sofia – prosegue 132 per Forlì”.
Di qui ci si muove verso valle e, una volta oltrepassato l’abitato di S.Piero in Bagno, si svolta a sinistra imboccando i ripidi tornanti del Passo del Carnaio. Da S.Piero il tempo stimato per arrivare al valico posto a circa 760 metri s.l.m è di circa 10 minuti, che possono ovviamente aumentare in caso di condizioni meteo avverse: se fa la neve solitamente a quegli orari lo sparti-neve ancora non è passato.
Una volta arrivati in cima la discesa verso S.Sofia dura 20 minuti circa, toccando le località di Trappole e Monteguidi.
Giunti a Santa Sofia si è già in val Bidente e, proprio lungo l’argine sinistro del medesimo Fiume, più precisamente in Piazza Giacomo Matteotti è fissato uno dei due capolinea della cittadina.
Di qui poi si riparte dopo una brevissima sosta percorrendo l’intera vallata in direzione del capoluogo, Forlì.
I centri principali che si incontrano sono nell’ordine Galeata, Civitella, Cusercoli, e Meldola, senza contare altre borgate più piccole, ognuna con caratteristiche differenti: onestamente occorrerebbe un manuale geografico per descrivere ognuna di esse in maniera dettagliata.

L’intero tragitto da Bagno di Romagna a Forlì (e viceversa) dura circa 1 ora e 40/45 minuti, nel corso dei quali le emozioni sono sicuro che non possano mancare: dal sole che fa capolino all’alba tra le montagne, alla gente che mano a mano si sveglia ed inizia la propria giornata o al luccicare della neve o del ghiaccio nel periodo invernale, senza dimenticare le persone che salgono a bordo, ad esempio gli studenti che spesso al mattino presto utilizzano la corriera come luogo all’interno del quale proseguire il proprio sonno, talvolta alzandosi per chiedere al conducente: “Autista ci spegni le luci bianche e ci accendi quelle blu’?”

A proposito: e se vi fosse anche un bambino che lungo il tragitto saluta il bus che passa e magari l’autista contraccambiasse con uno squillante colpo di tromba?

Non è un film o una semplice storia: è il TPL, quello sano, puro e forse un po’ verace, ma senza dubbio amato ed apprezzato come vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti delle vallate Romagnole (e non solo).

Per la cronaca: nell’immagine in allegato possiamo osservare il Setra S415 UL matr. 20691 ritratto in sosta al box 7 del PuntoBus di Forlì in procinto di partire, alle 14:20, sulla corsa pomeridiana di rientro a Bagno di Romagna, dove l’arrivo fissato per le ore 16:05.


Francesco Gardini - 9/03/2016

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