E' questo un processo iniziato poco meno di un anno fa che ha già portato, a partire dallo scorso autunno, nella nostra terra, una ventina di mezzi identificabili nei vari Crossway, Urbanway e Sitcar Italo, tutti alla loro prima immatricolazione.
Lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi è quello di un cambio generazionale che vedrà il pensionamento di vetture la cui prima immatricolazione risale al lasso di tempo indicativamente compreso tra la fine degli anni ottanta e la prima metà dei '90, interessando quindi i bus dotati di motorizzazioni Euro 0 ed Euro 1.
Questo rinnovamento riguarderà, come noto, varie tipologie di mezzi, sia urbani che suburbani ed infine extraurbani.
Tra le vetture più anziane che ci lasceranno vi sono i vari "Siccar" riminesi, oltre ai vari "370" ex Atr ed ex FER/FP, tutte macchine rimaste in servizio diversi anni in più rispetto a quello che si prospettava.
Riflettendo, la mia memoria ritorna indietro di una dozzina di anni quando, all'interno della flotta di ATR, è accaduta una vicenda analoga: a cavallo tra il 2003 ed il 2004 l'acquisto di 18 BredaMenarinibus 240LS e di 8 Autodromo BusOttoNew ha portato alla dismissione dei vari Fiat 418 AC ed AL carrozzati Cameri, Padane, Autodromo, Minerva, immatricolati alla fine degli anni '70 dai Comuni di Forlì (serie 100) e Cesena (serie 10 e 20), oltre ad un Fiat 420A Menarini del 1976 (vettura 356).
La lunga durata della vita di questi veicoli è stata verosimilmente causata nel fatto che, nel corso degli anni '90, i bus acquistati dall'azienda forlivese sono andati ad aumentare la propria flotta veicolare soprattutto nel settore suburbano, complice la creazione delle linee con numerazione compresa tra 91 e 96: in concomitanza di ciò vi è stato l'acquisto dei vari BMB 220LS e degli Autodromo BusOttoSL, per un totale di 22 vetture numerate nella serie 900.
Oltre ad essi vanno citati altri arrivi di quel periodo, coincidenti con le varie serie di M 230/1MU, VanHool, CityClass da 10 e 12 metri, Cacciamali Europolis e Tecnobus Gulliver, la maggior parte dei quali immessi in servizio in concomitanza con la riprogrammazione dei servizio urbani di Forlì (anno 1999) e Cesena (anno 1998).
Qualche anno più tardi, indicativamente a cavallo tra il 2002 ed il 2005, i fondi erogati dagli enti pubblici e quelli investiti dalle stesse aziende hanno fatto sì che venissero pensionate anche numerose vetture extraurbane appartenute un po' a tutte le aziende di TPL operanti in Romagna, tra le quali vanno citati i vari Fiat 370 ed Inbus I240 ed I330 varati sempre da ATR tra la fine degli anni '70 e la prima parte degli ‘80, alcuni dei quali poi confluiti nelle flotte aziendali di ATM Ravenna e Tram Rimini a partire dal 1 gennaio 1992.
Se si volesse scender nel dettaglio dei mezzi alla prima immatricolazione presso le aziende pubbliche operanti in Romagna, nel quadriennio 2002-2005 si possono indicativamente contare 46 bus per ATM Ravenna (tra EuroClassNew, M231 CU CNG, DeSimon IL3 e VW Cityfour), 95 per ATR Forlì (oltre ai suburbani citati i numerosi MyWay), 38 per TRAM Rimini (Irisbus CityClass 10,5 mt urbani e suburbani e da 12 mt suburbani, Cacciamali TCI 9.72 e M 340U) ed 11 per il bacino FER operante in Val Marecchia (MyWay, Cacciamali TCI 9.72 e M 340S).
Sommando tutti questi veicoli si raggiunge la quota di ben 190 nuovi autobus che in quei quattro anni sono entrati in servizio nelle linee romagnole di TPL.
Nel lasso di tempo tra il 2006 ed il 2013 circa la crisi del settore TPL, sfociata nei tagli governativi alle corse attuati indicativamente nel corso del 2010, ha portato, presso le aziende pubbliche, una immissione di bus nuovi in una quantità numericamente più modesta, generalmente formata da piccoli lotti, gran parte dei quali relativi a mezzi appartenenti alla “Classe I” (urbani o suburbani).
Nonostante ciò le novità da riscontrare sono state degne di nota. Ad esempio vi è stata l’introduzione della trazione a metano all’interno della provincia di Forlì-Cesena, iniziata nel 2006 con l’immissione con l’immatricolazione dei primi nove AvancityLS CNG, proseguita con otto vetture analoghe nel 2008, alle quali si sono aggiunti vari urbani corti, dapprima i Vivacity acquistati nel 2008 in concomitanza con la nascita della linea 6 di Cesena, proseguendo nel 2010 con i VivacityPlus e nel 2012 con i vari Sitcar CityTour per le linee “cesenati” 4 e 5.
In terra riminese non è passato inosservato il rinnovo della flotta filoviaria, complice l’arrivo dei filosnodati VanHool AG300 T (5 unità nel 2009, una nel 2012).
Sui veicoli cosiddetti “alternativi” va segnalato l’avvio della sperimentazione dell’Idrometano, avviata intorno al 2009 da “ENEA”, che ha interessato due autobus romagnoli: l’Avancity matr. 1017 di ATR Forlì (poi riportato alle condizioni originali) ed il VivacityCU matr. 243 di ATM Ravenna, tutt’oggi circolante ancora con la medesima alimentazione, essendo entrato a far parte della realtà di Start.
A proposito di Vivacity e di Ravenna: nel 2009 in città giungono altri tre di questi mezzi, ai quali si aggiungono, tra il 2011 ed il 2012, 14 Irisbus Citelis CNG.
I Citelis compaiono anche a Rimini, ma nella versione a gasolio: 13 vetture ripartite tra il 2009 ed il 2012.
Molti più esigue le immissioni a livello extraurbano, gran parte delle quali attuate con la forma dell’autofinanziamento, riscontabili solo nelle provincie di Forlì-Cesena e Rimini.
In terra forlivese tra il 2006 ed il 2013, periodo in cui si susseguono le gestioni ATR, E-Bus, AVM ed infine Start, arrivano sei Irisbus Arway, due Irisbus Proway, oltre a due coppie di Man Lion’s Regio e Setra S 415UL.
Nella provincia di Rimini invece le immissioni riguardano i soli sei Cacciamali TCI 10.5 Sigma (quattro per Tram, due per FER), ai quali si aggiunge l’arcinoto Solaris Urbino 18 (ex FER 996, ora Start 36030).
In quegli anni però si è dovuto anche ricorrere al mercato dell’usato, con i vari lotti di autobus ex “livornesi” (Cacciamali TCM 890), “aostani” (Autodromo Alè), “trentini” (EuroClass), “triestini” (CityClass), “finlandesi” (Man Lion’s City CNG), acquistati "tamponando" la mancanza di fondi erogati dagli enti pubblici.
Torniamo ai giorni nostri, dove a farla da padrone è Start Romagna, la nuova realtà nata nel 2012 dalla fusione delle varie aziende trasportistiche operanti nella nostra terra.
Nell’analisi estendiamo il conteggio delle immissioni di autobus nuovi alle annate passate, partendo dal 2014.
Teniamo però in considerazione il fatto che ancora non siamo ancora a conoscenza di ciò che arriverà con la seconda trance della gara regionale iniziata nel corso del 2016, i cui quantitativi dovrebbero essere noti nel 2017.
Entrando nello specifico possiamo dire che il 2014 ha portato tra le fila di Start Romagna 17 nuovi autobus: 12 Citelis CNG per Ravenna (di cui uno dimostrativo), 4VivacityPlysCU CNG per Forlì ed una vettura suburbana per Cesena, l'arcinoto Man Lion's City, prototipo della motorizzazione Euro VI a metano prodotta dalla casa tedesca.
Più esigue le immatricolazioni databili al 2015: sei unità tra le quali possiamo citare un UrbanWayCNG per Ravenna, tre Sitcar Italo per Forlì-Cesena e due CrosswayLE per Rimini.
Il gennaio del 2016 si è aperto con l'immatricolazione dei tre Crossway rialzati da 10,8 metri presentati nel dicembre dell'anno precedente. Seguono poi a febbraio quattro Urbanway a metano (tre ex Expo ed uno dimostrativo), oltre ad altrettanti CrosswayLE da 12 metri tra lo stesso febbraio ed il mese di maggio.
Maggio è anche il mese che in cui viene effettuato il varo di altri due CrosswayLE, ma della lunghezza pari a 13 metri, particolari per la presenza a bordo di etilometro che governa la messa in moto, installato nel cruscotto in quanto queste vetture erano state costruire per il mercato francese, poi dirottate in Italia finendo in Romagna, destinate a circolare nella bassa ravennate.
Nel corso dei mesi estivi le ultime due immatricolazioni riguardanti altrettanti piccoli"Italo", anch'essi destinati al bacino a programmazione ATR.
La conclusione dell'estate ha poi alzato i veli sui risultati della gara Regionale che porterà in terra di Romagna 31 IIA Menarinibus Citymood e 25 Crossway, 20 LowEntry da 12 metri e 5 rialzati da 10,8.
Di pochi giorni fa invece la notizia di una gara indetta da Start per la fornitura di 15 urbani/suburbani e di 5 extraurbani, i cui modelli saranno svelati solamente nelle settimane a venire.
Insomma i prossimi mesi vedremo in circolazione ben 76 nuove vetture che cambieranno indubbiamente lo scenario trasportistico della nostra porzione di regione.
Facendo poi un conteggio globale degli autobus elencati a partire dal 2014 si arriva a quota 114 esemplari: ciò significa che se si volesse superare il quadriennio 2002-2005, nell’anno venturo Start dovrebbe siglare l’acquisto di almeno 76 nuove vetture.
Ovviamente solo chi vivrà vedrà!!!
Il TPL in Romagna non è fatto solo di realtà pubbliche ma anche di vettori privati.
Partendo da sud va evidenziato che nel territorio Riminese si gode ancora degli investimenti fatti dalle aziende intorno al 2009/2010 con l'acquisto dei vari Cacciamali TCI 10,5, CityClass, Citelis e CrosswayLE numerati nella serie 8000.
Pressoché impercettibili invece gli acquisti recenti fatti dai vettori del gruppo ValmaBus, operante in Val Marecchia, presso le cui fila sono da registrare solo un paio di acquisti, riguardanti alcuni mini-bus.
Nulla da segnalare nel territorio forlivese e cesenate dove i vettori privati operano in linea con autobus in sub-affido da Start Romagna, eccezion fatta per la ditta "Gualtieri" nella gestione della Rete Artusiana (linee 121 e 122).
Ben più variegata la realtà della provincia di Ravenna dove tra i vettori privati vi è la presenza del più grande fra quelli operanti in regione nei servizi di TPL: stiamo parlando della Cooperativa Trasporti di Riolo Terme, azienda piuttosto virtuosa che vanta un parco veicolare formato in gran parte da mezzi a marchio Setra o VDL. Per il 2017 la “Coop” dovrebbe beneficiare di fondi regionali per la prossima immissione di 2/3 vetture extraurbane da 12 metri.
Differente la situazione delle altre aziende private che per ringiovanire il proprio parco di vetture destinate ai servizi di linea hanno come unica scelta quella di optare per il mercato dell'usato, ad esempio quello nazionale, attingendo tra i mezzi dismessi da quelle regioni virtuose in cui i bus hanno una vita lavorativa piuttosto breve: ne sono un esempio i vari Volvo B10 o i DeSimon IL3 acquistati negli ultimi anni da "GamberiniBus", tutti provenienti dal Friuli Venezia Giulia.
Ma c'è anche chi ha allargato i propri confini scegliendo vetture di provenienza estera, vedasi la lughese "Zaganelli Group" con i vari Volvo 8700LE.
Questa lunga narrazione ha senza dubbio messo tanta carne al fuoco, forse scatenando numerosi interrogativi e riflessioni in coloro che hanno avuto la volontà di leggerla, riga dopo riga, parola dopo parola.
Io mi fermo qui, mettendo solo un punto aggiuntivo a quanto descritto fino ad ora.
I grandi lotti di mezzi acquistati a livello regionale o aziendale portano indubbiamente una spesa minore per quello che sarà il futuro mantenimento della flotta veicolare ma, d'altro lato, sono sinonimo di tanta monotonia in chi osserva il TPL anche nella veste di appassionato.
Quella che manca ai giorni nostri è la varietà fornita nei decenni passati dai piccoli carrozzieri italiani che non solo garantivano una più variegata produzione di modelli di autobus, ma che assicuravano un valido posto di lavoro per numerosi nostri connazionali.
In allegato proponiamo una foto di archivio ritraente uno dei Siccar 177/4LU Autodromo, più precisamente la vettura 31718, ritratta a Rimini in prossimità dell’Arco di Augusto, in servizio sulla corsa scolastica della linea 3C relativa alla prima punta pomeridiana.
Allegato1: un report sulle immatricolazioni nel quadriennio 2002-2005 relativamente alle aziende pubbliche romagnole dell'epoca.
Allegato
2: report delle immissioni recenti e prossime sicure operate da Start
Romagna a partire dal 2014. Ovviamente non sono inseriti i dati dei bus
che verranno acquistati nel 2017, in quanto non ancora conosciuti.
Francesco Gardini - 27/10/2016
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