La scelta di questo tracciato forse non è stata in toto mia, ma invogliata in gran parte da due amici.
Il primo di essi è il “compare di merende” GianMarco, che sognava di compiere questo tragitto fin dai tempi in cui titolare della linea 131-132 era il glorioso Iveco 370.10.24 matricola ATR 509, dismesso poi da Start nel 2014 ed attualmente in forza presso il comune di Bagno di Romagna per svolgere il servizio scuolabus.
Il secondo invece è Lucio, uno degli operatori d’esercizio dell’alta vallata del Savio, quindi spesso servizio sulle tratte sopra indicate. A presentarmelo per la prima volta è stato Giuseppe, un altro dei cosiddetti “Autisti Storici del Deposito di S.Piero”, non un semplice conducente, ma una grande persona: senza di lui forse questo “viaggio” non si sarebbe mai realizzato.
Di entrambi posso aggiungere che sono tra le varie persone operanti nel settore del TPL (autisti, dirigenti, movimentisti, programmatori, ecc.) che hanno la capacità di farmi sentire membro di questo affascinante ambiente, anche se di fatto non ne faccio parte.
Dopo aver acquistato i biglietti, il primo step del viaggio inizia presso il PuntoBus di Cesena, più precisamente in corsia 5 dove alle 13:15 circa incontro Lucio con il quale avrò il piacere e l’onore di condividere l’ultima parte della sua giornata lavorativa. L’incontro avviene a bordo dell’Irisbus 399E.12.35 MyWay matr. 20760, vettura titolare del TM 171 del deposito di S.Sofia. Il bus arriva all’autostazione cesenate con una delle “corsette” della linea 138 provenienti dall’Istituto Agrario.
Dal PuntoBus la ripartenza avviene alle 13:20 con una corsa della linea 125 avente capolinea finale posto presso il PuntoBus di Forlì. L’autobus non è molto affollato, forse complice il fatto che si tratta di un sabato di giugno, tra l’altro coincidente col penultimo giorno di scuola. Arriviamo a Forlì alle 14:00 circa, in perfetto orario. Lasciamo la “760” in attesa della ripartenza che avverrà, cambiando autobus, dopo una sosta di circa 20 minuti nel corso della quale incontriamo Gian Marco.
Il secondo step inizia poco prima delle 14:20 con un pizzico di emozione, sia per il bus sul quale andremo a salire, sia per la tratta che andremo a percorrere.
L’autobus in questione è una vettura pressoché nuova, vale a dire l’IvecoBus Crossway Line 10,8 metri matr. 34062, dei tre presenti all’interno della flotta di Start forse quello meno conosciuto, complice anche il fatto di non essere stato esposto alla presentazione ufficiale avvenuta nel mese di dicembre.
La tratta invece è una delle più particolari presenti all’interno del servizio di TPL del bacino di Forlì-Cesena: trattasi della già citata 132+131 Forlì PuntoBus-Meldola-S.Sofia-P
Intorno alle 14:15 saliamo a bordo del bus, posizionato al box 7 dell’autostazione forlivese. La cosa curiosa che scopriamo immediatamente è che io e Gian Marco non saremo gli unici passeggieri a percorrere l’intera tratta fino a Bagno di Romagna, ma ci terrà compagnia una distinta pensionata forlivese, in viaggio per provare il tragitto da affrontare la prossima estate per recarsi alle terme “bagnesi”.
Alle 14:20 lasciamo il PuntoBus, uscendo dalla città di Forlì sul tracciato principale della linea 132, quello “via Ronco” che raggiunge la cittadina di Meldola affrontando dapprima la storica via Emilia (via Roma), poi via Bidente (SP4). Giunti a Meldola, si lascia la provinciale per servire il capolinea principale posto in via Giordano Bruno, riprendendola poi in prossimità dell’ “Onpi”.
Di qui si procede sul tracciato vallonato della SP4 toccando nell’ordine gli abitati di S.Colombano, Gualdo, Cusercoli, Nespoli, Civitella di Romagna, Galeata, Pianetto fino a S.Sofia, raggiunta dopo 1 ora e 5 minuti circa.
Durante questo tempo la noia non manca affatto: innanzitutto i paesaggi ed i borghi che si ammirano sono a dir poco da cardiopalma. Quello che è rimasto più impresso nella mia mente è l’arroccamento storico di Cusercoli: posso dire che, rivedendolo dopo alcuni anni, mi ha lasciato davvero di stucco.
Non mancano poi le “chiacchiere”, sia quelle del più e del meno, forse in stile “bar”, sia vari racconti riguardanti il TPL dei decenni passati quando nella flotta extraurbana ATR a farla da padrone erano i vari Fiat/Iveco 370 o gli Inbus I330 e I240 ceduti nel 1992 rispettivamente a Tram Rimini ed ATM Ravenna. Prima di tale data le linee dell’azienda nata sulle ceneri del bacino romagnolo di “SITA” arrivavano addirittura nella bassa ferrarese, oppure sconfinavano all’estero nella vicina Repubblica di S.Marino, magari con la linea estiva proveniente da Milano Marittima.
Erano quelli gli anni in cui capitava che l’utenza chiedesse di poter portare a bordo ogni genere di cosa, specialmente sulle linee “mercatali” come la 145 Mercato Saraceno-Serra di Tornano, svolta spesso coi Fiat 309 (tra i quali anche la “Bambolina” matr. 440)
Poi gli anni passano, gli autobus blu lasciano spazio a quelli verdi, prima ai MyWay poi ai seppur pochi Arway, infine a quelli “bianchi”.
Giungiamo a S.Sofia alle ore 15:25 ed ad attenderci, presso il capolinea posto in piazza Giacomo Matteotti, lungo il fiume Bidente, vi è la coincidenza, pur rimanendo sulla linea 132, per Lago, svolta con un Daily, la 29038, in sub-affido alla ditta Paolo Spighi.
Qui vi sono alcuni minuti di sosta prima di ripartire sulla 131 alla volta di Bagno di Romagna; ne approfittiamo per scendere dal bus con lo scopo di sgranchirci, ammirare la cittadina ed il caratteristico ponte, nonché alcune giovani ed inaspettate bellezze locali intente a fare l’aperitivo al bar.
Alle 15:30, dopo aver cambiato la tabellazione sul plurimus, si riparte per “conquistare” il Passo del Carnaio. Usciamo da S.Sofia dapprima percorrendo via Roma immettendoci poi sulla SP26. Dopo poco si inizia a salire, e tornante dopo tornante, i paesaggi che si ammirano lasciano senza dubbio a bocca aperta: dinnanzi ai nostri occhi avevamo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, un vero e proprio polmone vitale per gran parte dell’alta Romagna.
Durante i circa 13 Km di salita ci capita di ragionare su come sia il paesaggio in inverno quando cade la neve; chissà quanta ce ne era nel 2012, anno che tutti ricorderemo a lungo come quello del “nevone” che ha messo in ginocchio l’intera Romagna.
Dopo essere arrivati in cima inizia la ripida discesa che conduce all’abitato S.Piero in Bagno: mano a mano che scendiamo lo sguardo riesce a spaziare sulla parte alta della Valle del Savio e sulle montagne che la circondano: una cosa che davvero lascia senza respiro!!!
Emozionante è anche il nostro ingresso prima a S.Piero, poi a Bagno: in entrambi i casi le persone presenti in paese salutavano la corriera che arrivava ed il loro amato concittadino che magistralmente la conduceva, sintomo che gli autisti di vallata sono un vero e proprio punto di riferimento per l’intera comunità.
Giunti a Bagno, intorno alle 16:05, finisce per noi la seconda parte del viaggio: dopo una doverosa foto-ricordo lasciamo Lucio che riporta la 34062 in deposito per poi concedersi il meritato riposo dopo una lunga giornata di lavoro, iniziata con una presa servizio alle ore 6:00 circa.
In attesa di iniziare la discesa verso Cesena, avvenuta con la corsa della linea 138 che parte da Bagno alle ore 16:15, ci concediamo due passi all’interno della cittadina termale. Per Bagno è una giornata di festa: l’indomani, domenica 5, vi sarà una Gran Fondo Amatoriale di Ciclismo e pertanto tutto è in fermento; in centro vi sono le bancarelle e lungo via Lungo Savio è stato addirittura installato appositamente un bike-park per fare divertire i bambini. E’ in prossimità del medesimo che incontriamo Tony, un altro “driver Sampierano/Bagnese” che, intento a portare a spasso il suo mini-segugio, ne approfitta per affiggere alle paline di fermata l’insegna “fermata soppressa”, complice alcune deviazioni che vi saranno sulle linee in concomitanza con la stessa manifestazione sportiva: gli autisti di vallata servono anche a questo.
A noi tocca correre alla fermata per salire a bordo del bus, un MyWay della prima serie, la vettura 20725, titolare di un TM della residenza di Savignano, ma guidata da personale di Cesena. La discesa sulla linea 138, che si snoda prevalentemente lungo la SS71 fino a Borello, poi sulla superstrada E45 fino all’uscita di Cesena Sud, avviene in maniera regolare e senza alcun intoppo. Dopo un’ora e mezza di percorrenza, alle ore 17:45, arriviamo al PuntoBus di Cesena che si presenta in parte variopinto, complice il fatto che in città si è da poco conclusa la “Colour-Run” e sono li presenti numeri ragazzi in attesa di prendere il bus per rientrare alle proprie dimore.
Qui finisce per me la “gita in corriera” che reputo a dir poco mozzafiato ed entusiasmante, carica di emozioni, vedute, momenti di vita che penso porterò a lungo nella mia memoria.
Lascio Gian Marco, che si riporterà a Forlì in treno, e mi dirigo verso la mia Opel Corsa lasciata in sosta in prossimità dello scalo cesenate 5 ore prima.
A questo punto qualcuno mi dirà: hai passato un circa due ore su uno dei nuovi Crossway da 10,8 metri e non ci dici nulla in merito!?!?!?
Visto che ho testato il mezzo in primis da passeggero partiamo parlando della parte riservata all’utenza: i sedili, prodotti dalla stessa Iveco sono davvero molto comodi e confortevoli; l’unica pecca è l’assenza delle cinture di sicurezza.
All’interno mancano anche le tendine para sole: da un lato può essere una miglioria a livello igienico, ma dall’altro, magari al mattino o al tramonto quando il sole è basso e potente, un riparo non sarebbe stato male. Nonostante ciò possiamo dire che i cristalli sono oscurati a tal punto che, se l’insolazione è di media intensità, si può facilmente ovviare a tale mancanza.
L’impianto di condizionamento mi è apparso piuttosto gradevole: l’aria fresca esce in maniera non troppo intensa, ma allo stesso tempo in modo efficacie.
L’autobus nel complesso è molto silenzioso: il motore Cursor 9 non crea troppo rumore e/o eccessive vibrazioni.
Il bus in linea di massima tiene una marcia piuttosto lineare e dolce, garantita anche nei lunghi rettilinei dalla presenza del sistema “Cruise Control” azionabile con appositi comandi posti sulla leva del retarder.
Il cambio “ZF Ecolife” di fatto si è presentato con marce leggermente più corte rispetto alle ultime versioni prodotte dalla stessa azienda. Se da un lato in pianura poco sopra i 60 km/h si è già in 6°, è in salita che si trae qualche vantaggio in più: in uscita dai tornanti il bus sembrava inizialmente lento, ma dopo poco la ripresa non era niente male!!!
A proposito di tornanti: il Crossway si è dimostrato davvero molto agile sulle rampe del Passo del Carnaio, molto pulito a livello di sterzata e maneggevolezza.
In discesa invece sistema di rallentamento ausiliario, i cui primi tre scatti fungono da freno motore, fa sì che il bus non accumuli troppa velocità portandolo nel giro di poco ad una andatura idonea che consente di procedere anche senza che il conducente debba toccare troppo il pedale del freno.
Il posto guida mi è sembrato aver tutta la strumentazione a portata di mano, seppur con alcune piccole pecche, prima tra tutte la posizione dei comandi per le porte: poste sul lato destro dinnanzi al ginocchio di chi guida risultando non facilmente visibili. Anche il comando per l’obly Stimer, posizionato al di sopra del lunotto anteriore non è di facile accesso, ma se il sistema AVM funziona a dovere il cambio zona dovrebbe avvenire in modo automatico.
Nel complesso? A me non è dispiaciuto affatto come autobus, anzi lo pensavo peggiore come veicolo: viaggiandoci sopra per circa due ore mi era quasi venuta voglia di provarlo!!!!
A conclusione del post voglio allegare due immagini della principale protagonista di giornata, la vettura 34062 di Start Romagna: la prima la ritrae presso il PuntoBus di Forlì in attesa della partenza; la seconda in centro a Bagno di Romagna, poco dopo il nostro arrivo.
Concludo dicendo che, nonostante siano passati già alcuni giorni, provo ancora emozione a pensare al viaggio appena descritto.
Francesco Gardini - 08/06/2016
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