domenica 29 dicembre 2019

2019, l’anno che si è portato via la maggior parte degli autobus degli anni Novanta.

Nel corso dell’anno che si sta per concludere, il 2019, si è assistito ancora una volta ad un importate turn-over per quel che concerne il rinnovo della flotta di autobus, non solo per l’azienda pubblica, ma anche  per quel che riguarda alcuni vettori privati operanti sul TPL gravitante all’interno del territorio Romagnolo.
Scendendo nel dettaglio possiamo aggiungere che ad andarsene sono stati, oltre agli ultimi Euro 0 ed Euro 1 ancora circolanti, la stragrande maggioranza degli Euro 2, sostituiti o da vetture nuove provenienti dalle varie gare pubbliche, in alternativa da autobus acquistati all’interno del mercato dell’usato nazionale e/o europeo.

Col testo corrente è nostra intenzione dare menzione e nota delle varie vetture che nel corso di questo 2019 sono scomparse dallo scenario trasportistico locale.

Autobus Start Romagna – Bacino di Ravenna.
Iniziamo il nostro resoconto analizzando la flotta di Start Romagna e seguendo la “consecutio” delle matricole aziendali, quindi partiamo con gli autobus dismessi all’interno del bacino di Ravenna. 
All’interno della rete “ex ATM Ravenna” l’unico gruppo di autobus interessato da dismissione è stato quello che raccoglieva al proprio interno i vari Iveco 491E.12.22 CityClass CNG acquistati dall’ex municipalizzata ravennate nel corso del 1998. Questi autobus, originalmente numerati 410-417, matricole poi convertite nella serie “10000”,  sono stati tra i primissimi a pianale completamente ribassato e con alimentazione a metano a circolare sul territorio nazionale, confermando ancora una volta la città di Ravenna quale “pioniera del metano”.
Le otto vetture, immatricolate nel corso del novembre di quell’anno, si presentavano in origine caratterizzate da livrea grigio-verde con aggiunta di musetto anteriore color arancio, colorazione poi convertita al “bianco romagnolo” tra il 2012 ed il 2013. Pur essendo classificati come “491” ed essendo dotati di 3 porte a doppia anta rototraslante, a bordo l’allestimento era di tipo suburbano (33 i posti a sedere con sellerie Fainsa Arianne); era presente inoltre la postazione disabili, una delle primizie per l’epoca, con pedana d’accesso che in origine era di tipo elettronico, poi sostituita con quella manuale.
A livello meccanico, il propulsore era l’Iveco 8360.46 da 9500 cc, avente una potenza massima pari a 161 Kw, associato a cambio automatico ZF. 
Gli otto CityClass CNG ravennati sono stati per molti anni protagonisti indiscussi sulle linee che collegano la città bizantina col suo litorale; poi, complice l’arrivo di autobus più giovani, riconducibili nei vari Irisbus Citelis CNG, e la pluralità d’impiego del bacino ravennate, si è potuta riscontrare la presenza di queste vetture anche sulle tratte extraurbane e/o su quelle urbane delle cittadine di Faenza e Cervia (in quest’ultima nel solo periodo estivo sotto la gestione “Start”).
La dismissione di questo gruppo di vetture è iniziata formalmente tra fine del 2017 e l’inizio del 2018 con il fermo definitivo delle matricole 10411 e 10412, formalmente sostituite dagli ultimi due IvecoBus Urbanway CNG acquistati da Start Romagna, riconducibili nelle vetture “ex dimostrative” matricole 32051 (da 10,5 metri) e 32401 (da 12).
A metà 2019 poi, con l’arrivo degli IIA MenariniBus CityMood CNG della serie 32301-32323, dei quali le prime cinque vetture sono attualmente assegnate al bacino di Ravenna, vi è stato l’accantonamento delle restanti sei macchine, avvenuto in due momenti differenti: a giugno, terminato l’anno scolastico, tutte le vetture sono risultate formalmente accantonate poi, a metà di settembre, si è potuta riscontrare la, seppur breve, riesumazione delle matr. 10410, 10413 e 10416, accantonate definitivamente ad inizio novembre. 
Dell’originale lotto, nessuna vettura risulta aver ricevuto nuova vita: tutte e otto sono state inviate alla demolizione.

Il Cityclass CNG matricola 414 di ATM su una corsa della linea 70 tra Marina di Ravenna e la stazione FS di Ravenna

La vettura 10417 di Start Romagna ritratta in sosta davanti la stazione ferroviaria di Faenza, in attesa di partire su una corsa della linea urbana 2


Autobus Start Romagna – Bacino di Forlì-Cesena. 
Anche all’interno del bacino “ex ATR” vi è stata la scomparsa totale dei vari “Iveco 491” acquistati dalla storica azienda forlivese-cesenate in tre differenti lotti, la cui immissione è databile tra il 1998 ed il 2000; si trattava di autobus con allestimento urbano dotati di motorizzazione “Euro 2” (propulsore Iveco 8360.46 V alimentato a gasolio, da 7685 cc e potenza massima pari a 196 Kw, associato a cambio automatico ZF), la cui “estinzione” di massa è stata sancita dall’arrivo degli Irisbus Citelis da 10,5, acquistati usati da “Trieste Trasporti”, numerati all’interno della serie 32061-32075.
Il primo gruppo, quello del 1998, contava al proprio interno quattordici 491E.10.27 numerati da 67 a 80, introdotti in servizio nel dicembre di quell’anno, in concomitanza con la riqualificazione della rete urbana della città di Cesena.
Dotati di 3 porte rototraslanti, erano in origine contraddistinti da livrea bianca con l’arancio nelle parti inferiore e superiore e sul musetto frontale; tale colorazione è stata poi sostituita dall’arancio integrale tra l’anno 2009 ed il 2011. A bordo erano presenti 18 posti a sedere (quelli in piedi erano 76) e non vi era la postazione per la carrozzina. 
La loro vita operativa è stata trascorsa pressoché totalmente sulle reti urbane di Forlì, Cesena e Cesenatico.
La dismissione di queste vetture, tutte condotte alla demolizione, è databile tra il 2018 ed il 2019.


La matricola 69 di ATR su una corsa della linea 3 di Cesena, proveniente dall'ospedale

Nei pressi del Foro Boario di Forlì, la 20071 di Start su una corsa delle linee foresi 

Storia analoga quella della seconda serie di “CityClass 10 metri” della flotta “ex ATR” che contava al proprio interno sei vetture raggruppate nella serie 81-86 ed acquistate a fine 1999, in concomitanza con la riprogrammazione della rete urbana della città di Forlì. I particolari che le distinguevano dalle sorelle più anziane di un anno erano davvero molto pochi: l’unico, lampante, era in origine la presenza di musetto bianco in luogo di quello arancio, caratteristica poi persa nel momento della conversione all’arancio integrale, avvenuta per queste vetture tra il 2009 ed il 2012. 
A differenza del lotto precedente, due vetture, la 20082 e la 20083, risultano essere state vendute da Start Romagna alla società che gestisce l’Aeroporto di Rimini, quindi attualmente impiegate all’interno dell’aerea aeroportuale quali navette per trasferire i passeggeri dal terminal alle postazioni di imbarco degli aerei.

In epoca ATR, durante il periodo estivo, così come per tutta la loro carriera, i Cityclass decametrici erano facili da incontrare sul servizio urbano di Cesenatico, come testimonia l'immagine della 86 su una corsa della linea 2 tra Zadina e l'ospedale cesenaticense

La 20086 di Start in servizio su una corsa invernale di 1/2 a Cesenatico

Terza, in ordine cronologico, la serie che contava al proprio interno sei Iveco 491E.12.27 CityClass, che si differenziavano quindi dalle venti vetture precedenti per il fatto di essere lunghi 12 metri anziché 10,5.
Numerate da 87 a 92, queste vetture hanno percorso la stragrande maggioranza dei loro Km sulla linea 21 di Cesena (S.Martino in Fiume – Gambettola), alla quale possiamo aggiungere, in seconda battuta, la 4 e la 5 di Forlì, oltre al servizio estivo sulla rete urbana di Cesenatico e, in alcune stagioni, su quella di Cervia.
La livrea di queste vetture era in origine identica a quella del primo lotto del 1998; anche in questo caso vi è stata la conversione all’arancio, avvenuta su tutti gli esemplari nel 2009, eccezion fatta per la 91, riqualificata nel 2011. 
Di questi autobus si ricorderà sicuramente la grande capienza: 114 posti totali, con sole 22 sedute. 
La loro progressiva dismissione è avvenuta a partire dal dicembre 2017 con la 20092 e si è conclusa con le vetture ’90 e ’91, nel giugno del 2019.

Nei primi periodi a seguito della loro immissione, il Cityclass dodecametrico 90 è stato immortalato presso la pensilina di piazza Saffi a Forlì, su una corsa della linea urbana 4

Nell'epoca di Start Romagna, la 20090 in sosta presso il capolinea di Gambettola, sulla linea 21 di Cesena

Tra le dismissioni riscontrate nei primissimi mesi del 2019 vi è stata anche quella degli ultimi tre “elettrici di prima generazione” ancora operanti sul TPL Romagnolo: trattasi dei Tecnobus Gulliver U500ESP matr. 20555, 20562 e 20565, attivi sulla linea 6 di Forlì e formalmente rimpiazzati da parte dei Mercedes Sprinter MB516 Cityline Atlas che compongono il lotto 31101-31106, “vetturine” acquistate per mezzo del mercato dell’usato estero, immatricolate per la prima volta nel 2014 ed operanti per circa un lustro presso la lituana KAUTRA Kaunas.
Andando per ordine, la 555 era un Gulliver appartenente al lotto 551-560, comprendente quindi dieci veicoli acquistati nel 1998, in concomitanza con la già citata riprogrammazione della rete cesenate, al fine di garantire una maggior eco-sostenibilità sulle linee che attraversano il centro storico di Cesena, ossia la 4 e la 5. Il trasferimento a Forlì è avvenuto sotto la gestione “Start” ed ha riguardato anche un’altra vettura del medesimo lotto, ossia la 20560, precedentemente dismessa.

Dopo essere stata trasferita ormai da diverso tempo da Cesena a Forlì, il Gulliver 20555 lo si poteva trovare sulla linea urbana 6 in affiancamento ai "gemelli" di colore bianco-rosso

Gli altri due Gulliver citati, 20562 e 20565, facevano invece parte del lotto 561-565 contenente al proprio interno gli “elettici” acquistati nel 1999 per la città di Forlì, più precisamente per la linea 6 che all’epoca ricopriva la tratta Stazione FS – Piazza Saffi – Romiti. La differenza sostanziale che contraddistingueva questi Gulliver dai fratelli cesenati era la livrea bianco-rossa (anziché bianco-arancio presente su quelli di Cesena). 
Da ricordare che tutti i Tecnobus Gulliver provenienti dalla flotta “ex ATR” erano dotati di motore elettrico  Pme TA 18 erogante una potenza massima pari a circa 25 Kw. A bordo erano presenti 8 posti a sedere ai quali si aggiungeva la possibilità di trasportare 19 persone in piedi; per l’accesso era presente una sola porta con antine “a libro”. L’unico riammodernamento, seppur non troppo rilevante, che ha riguardato queste vetture nel corso della loro ventennale carriera è riconducibile nell’installazione dei pannelli a led “Aesys” per indicare la destinazione, originalmente assenti.

La 565 di ATR in sosta presso lo stallo della stazione di Forlì riservato al capolinea della linea 6, successivamente rimosso, in corrispondenza con la rivisitazione della rete urbana forlivese del 2012 

Di fronte a porta Schiavonia e sopra il ponte che scavalca il fiume Montone, la 20562 di Start si stava dirigendo in trasferimento ai Romiti

Spostandoci invece sul fronte extraurbano. Tra le dismissioni riscontrate nel 2019 ve ne è stata una riguardante un vero e proprio pezzo unico, su scala romagnola, ossia dell’ Irisbus 391E.10.29 EuroRider Orlandi matr. 20665. 
Questo particolare autobus, diffuso in Italia soprattutto in terra Piemontese e più precisamente nella flotta di GTT Torino (ex Satti), è stato acquistato da Saces nell’estate del 2001 per svolgere servizio sulle linee da essa gestite, in particolar modo quelle che attualmente sono numerate 241, 250 (che all’epoca arrivava fino a Ravenna) e 277.
Come tutti i bus appartenuti al privato cesenate, nel 2003, pur continuando ad essere utilizzata sui medesimi servizi, entra a far parte del gruppo E-Bus, ricevendo matricola 665, nuovi loghi e nuova targa. Nel 2005 poi, con il passaggio della gestione delle linee 135, 149 e 156 da ATR a Mete, la 665 viene acquisita da Setram, il nuovo vettore operante su queste tratte: vengono cambiati i loghi (sono applicati quelli ad onda col doppio marchio E-Bus e Setram), nonché, nuovamente la targa; in quell’occasione a bordo compaiono l’obliteratrice “Obly” per biglietti cartacei e la radio di servizio RFT marca Motorola.
Nel 2009 poi, con la nascita di AVM, al nostro EuroRider, subisce una nuova re-immatricolazione. Sotto la gestione di Setram, e poi di AVM, questo bus è stato per diverso tempo l’unico assegnato alla residenza esterna di Ravenna, utilizzato prevalentemente sulla linea 149 (la sosta notturna era prevista presso l’autostazione di P.le Aldo Moro).
Nel 2012 infine il passaggio a Start: inizialmente la 20665 è rimasta assegnata alla residenza esterna ex AVM (ora soppressa) poi, col trasferimento operativo di alcune corse delle linee 135, 149 e 156 al bacino di Ravenna, è stato tra i bus del bacino di Forlì-Cesena trasferiti per qualche tempo al deposito di via delle Industrie e guidati da personale “ex ATM”. 
Dal settembre 2014, con il trasferimento della maggior parte degli Iveco 380E.12.35 EuroClass ex ATM al bacino di Forlì-Cesena, la 20665 è stata tra i bus che sono finiti a svolgere servizio nel TPL del bacino ATR, rimanendo dapprima assegnata al deposito cesenate (la ricordiamo in servizio su linee come 138, 210 o, in rare occasioni, 140), venendo poi dirottata a Cesenatico per operare sulla linea R, l’intercomunale della bassa valle del Rubicone. 
Parlando più nello specifico di questo EuroRider possiamo era caratterizzato da livrea blu ministeriale con fascia regionale dell’Emilia-Romagna. Sulla parte estetica va aggiunto che i gruppi ottici anteriori sono stati modificati a seguito di sinistro; originalmente erano di forma circolare, in tipico stile “Irisbus” ad inizio anni 2000.
Si può aggiungere che all’interno erano presenti 42 posti a sedere (selleria Lazzerini Pratico) con alloggiamento per la carrozzina, in quanto originalmente questa vettura era dotata di monta-carichi in prossimità della porta centrale. 
A livello meccanico era dotato di motore Fiat/Iveco 8460.41R rispecchiante normativa Euro 2, accoppiato ad un cambio automatico marca ZF.
La dismissione della ‘665 è stata in parte condizionata dall’arrivo, nel bacino cesenate, di un autobus proveniente dal bacino di Rimini, nello specifico il Cacciamali TCI 9.75 matr. 34012.

Contraddistinta dai loghi di Setram ed E-Bus sulla fiancata, la 665 era in attesa presso l'autostazione di Cesena di partire come 149 verso Ravenna

A seguito della sostituzione della fanaleria anteriore, la 20665 di Start stava effettuando una corsa della linea R verso Gatteo Mare, ritratta mentre transita a San Mauro Mare

Negli annali trasportistici romagnoli il 2019 sarà sicuramente ricordato come l’anno che ha sancito la scomparsa definitiva dei BredaMenarinibus M220 LS, suburbani della “nuova era”, acquistati da ATR Forlì-Cesena nella prima parte degli anni Novanta in tre differenti trance, in concomitanza con il progressivo avvio delle linee suburbane. 
Tra le vetture radiate nel corso di quest’anno, appartenenti nello specifico al primo lotto, acquistato ad inizio del 1993, vi sono state quelle contraddistinte dalle matricole Start 20902 e 20903.
Tale lotto era composto da cinque macchine, originali matricole 901-905, che, fino al passaggio ad AVM erano facilmente riconoscibili per il fatto di possedere targa “FO”. Inoltre, all’interno del bacino forlivese, sono gli unici 220LS contraddistinti dalla motorizzazione “Euro 0”.   
Analogamente agli altri “220”acquistati da ATR in quel periodo, questi autobus erano nella versione suburbana a due porte, entrambe a doppia anta rototraslante. Si presentavano originalmente in livrea arancio ministeriale con fascia bianca della Regione Emilia-Romagna; sia 902 che 903 sono state tra le vetture oggetto di restyling, con riverniciatura integrale che ne ha modificato i connotati, con la prima delle due diventata di colore arancio integrale. 
Su tutte queste macchine, indipendentemente dall’annata di consegna, erano originalmente installati display “a punti verdi” marca “Cavisedo”, con la presenza di un pannello anteriore indicante la destinazione, oltre a tre “porta numero” a tre cifre, installati anteriormente, sul lato destro e sul retro, sostituiti nel 2008 con display a led arancio marchio “Aesys”.
Questi autobus potevano ospitare a bordo 41 passeggeri a sedere (con sellerie Fainsa Arianne) e 59 in piedi. Spostandosi sulla meccanica, possiamo aggiungere che, pur essendo tutte queste macchine equipaggiate con motore Unic 8460.21R associato a cambio automatico Voith.
A livello operativo, sia la 20902 che 20903 hanno trascorso gran parte della loro carriera in assegnazione al deposito di Forlì, dapprima assegnate sulle linee suburbane poi, con il passare degli anni, a quelle urbane del forese, quindi alle linee di rinforzo scolastico (le cosiddette “linee S”). Degna di nota la permanenza della 902, per una manciata di annate, ad inizio anni 2000, sul servizio urbano di Cesenatico, tradizionalmente utilizzata sulla linea 3. 


Seppur in sosta, i cartelli rigidi sul cruscotto ed il numero sul plurimus a punti verdi testimoniano l'utilizzo della 902 di ATR sulla rete urbana di Cesenatico

Dopo la riverniciatura ed ancora senza i loghi Start, la 20902 espletava una corsa della linea forese 11 di Forlì da Villagrappa a Pieveacquedotto

Premesso che i due “M220” che costituivano la seconda serie, 20906 e 20907 classe 1994, sono state dismesse nel corso del 2018, il 2019 si è portato via con se anche le ultime quattro vetture ancora superstiti del terzo lotto, originale serie 908-914 del 1995: gli autobus oggetto di alienazione nel corso dell’anno corrente sono stati quelli contraddistinti dalle matricole 908, 909, 913 e 914, vittime anch’essi dell’arrivo dei CityMood CNG.
Le caratteristiche dei 220 della terza serie sono più o le stesse descritte per precedentemente se non fosse che si trattava di vetture con motore Euro 1 (formalmente dei 220/E LS); oltre a questo erano dotati di finestrini scorrevoli anziché con apertura in verticale e, nel periodo in cui possedevano display a matrice di punti verdi, il numero appariva per spegnimento anziché per accensione. A livello estetico possiamo aggiungere che tutte le vetture hanno ultimato la propria carriera con la livrea originale (arancio con fascia bianca regionale), nonostante alcune di esse abbiano ricevuto il restyling degli interni. 
Questi autobus hanno trascorso gran parte della propria carriera in assegnazione al deposito di Cesena e/o alle residenze esterne da esso dipendenti che prevedono l’impiego di autobus suburbani; negli ultimi anni gran parte di esse sono poi state trasferite a Forlì, utilizzate prettamente sulle “linee S” e talvolta sulle urbane da/per il forese.
Da aggiungere inoltre che l’ultima vettura del gruppo, la 20914, dall'ottobre 2017 all'aprile 2018 è stata noleggiata a “ConeroBus” di Ancona.

La 913 di ATR, ancora dotata degli indicatori originali indicanti la linea 12 di Cesena, parcheggiata in uno degli stalli del locale "Punto bus"

Nelle ultime settimane di servizio per gli M220, la 20913 di Start è ritratta mentre si stava arrampicando su via Braga, nei pressi di Massa di Forlì, su una corsa della linea scolastica S2


Nel corso del 2019 vi è stata anche da registrare la dismissione di un Autodromo BusOttoSL appartenente alla flotta “ex ATR Forlì-Cesena”, nella fattispecie la vettura 20919, capostipite del secondo lotto, quello giunto presso l’azienda forlivese nel corso della primavera del 1998 (serie 20919-20922). 
La ‘919, nel corso di 21 anni di carriera, ha lavorato un po’ su tutto il territorio forlivese e cesenate. Analogamente a quanto accaduto per i vari “BusOtto old ex ATR”, il suo impiego ha riguardato, per quel che concerne i primi anni di servizio, le varie linee suburbane che si estendono all’interno del territorio provinciale. Col passare degli anni poi la presenza in linea si è estesa sia in ambito urbano che in quello extraurbano. 
Da ricordare che i BusOttoSL “forlivesi & cesenati” sono nella versione suburbana a 2 porte, realizzati su meccanica Man NL 222 e dotati di cambio automatico Voith. A bordo sono capaci di ospitare 39 passeggeri a sedere (sellerie Fainsa Arianne con imbottitura) e 58 in piedi. La differenza più rilevante che ha sempre contraddistinto le quattro vetture del 1998 (delle quali sono ancora attive le matricole 20920 e 20922) da quelle della prima serie (matr. 20915-20918 del 1996, ancora attive ‘916 e ‘917) è stata la presenza a bordo dell’aria condizionata.

Proveniente da Meldola e diretta verso piazza Saffi di Forlì, come linea 96, la matricola di ATR 919 è immortalata nei pressi di piazzale della Vittoria

La 20919 con i loghi di Start Romagna su una corsa extraurbana di 241 proveniente da Cesena e diretta Tagliata di Cervia

Autobus Start Romagna – Bacino di Rimini. 
Trasferiamoci a sud, nella fattispecie all’interno del bacino “ex ATAM/TRAM” dove le radiazioni riscontrate, all’interno della flotta di Start Romagna, hanno riguardato solo ed esclusivamente autobus in classe I, quindi urbani e suburbani.
Iniziamo col gruppo più cospicuo oggetto di derubricazione, riconducibile nell’intera flotta dei Cacciamali TCM 890, numerati a livello aziendale da 31401 a 31409, dei quali solo la ‘1408 aveva lasciato il servizio antecedentemente al 2019. 
La particolarità di questi autobus, in epoca Start, consisteva nel fatto che si trattava degli unici urbani aventi lunghezza prossima ai 9 metri; a prendere il loro posto però non sono state macchine di nuova immissione, bensì alcuni Iveco 200E.8.13 Europolis Cacciamali “ex-ATR” precedentemente impiegati nella città di Forlì e tutti i quattro Autodrono Alè UC provenienti dalla gestione ATM nella cittadina di Faenza. 
Scendendo nel dettaglio, si trattava di autobus dotati di 3 porte rototraslanti, quella anteriore ad anta singola, le restanti a doppia anta. A bordo erano presenti 14 posti a sedere e vi era l’omologazione per 68 persone in piedi. A livello meccanico erano equipaggiati con motore Fiat 8060.45 alimentato a gasolio da 5861 cc, erogante una potenza pari a 152 Kw, rispecchiante la normativa Euro 2; il cambio era automatico, a marchio ZF.
Questi nove urbani medi avevano una data di prima immatricolazione compresa tra il 1996 ed il 1997 ed erano suddivisibili in tre sottogruppi.
Il primo gruppo era formato dalle vetture aventi in origine numero di matricola compreso tra il 1401 ed il 1404 che furono acquistate nuove da Tram nel 1996; erano originalmente di colore arancio ministeriale con fascia bianca regione Emilia-Romagna, livrea poi convertita al bianco “romagnolo” con presenza di muso anteriore arancione.



La 1403 di TRAM Servizi nella veste arancione con la tipica fascia bianca, ritratta di fronte alla stazione riminese 

 In corrispondenza del locale dell'ex stazione riminese di Porta Monanara transita la 21402 di Start su una corsa della linea urbana 2 di Rimini

Unica vettura del secondo lotto, nonché del 1997, era la 1405, autobus che di fatto aveva le stesse identiche caratteristiche delle quattro vetture citate precedentemente.



In uscita dal piazzale della stazione ferroviaria di Rimini, la 1405 "indossava" i più recenti loghi di Tram Servizi

La 31405 in sosta in uno degli stalli antistante la stazione riminese

Differente la storia del terzo ed ultimo lotto invece, quelle con matricole comprese tra 31406 e 31409. Si trattava di autobus immatricolati per la prima volta nel 1996 sotto le insegne di ATL Livorno, dove erano numerati rispettivamente con matricole 609, 611, 612 e 613. Vengono acquistate da Tram Rimini nel 2009.
In origine erano dotate di colore arancio ministeriale; sono state riverniciate in bianco, mantenendo però il muso del colore originale, prima dell’entrata in servizio in terra riminese; unica eccezione la 1409 riverniciata nel 2010, quindi un anno più tardi.
Particolarità che distingueva questi “TCM 890” da tutti gli altri era la presenza a bordo di postazione per l’alloggiamento della carrozzina, nonché l’apposita rampa di accesso.

Il Cacciamali TCM 890 numero 31407 di Start in transito su via Casalecchio, nei pressi di Osteria del Fiume, sulla linea 20

Il 2019 si è portato via con sé anche la vettura 32104, ultimo Iveco 491E.12.27 CityClass appartenente alla prima serie, originali matr. 2101-2110, acquistata da Tram Rimini nel 1997; tutti gli altri “City 1° serie” sono stati dismessi nel lasso di tempo compreso tra il 2014 ed il 2018.
Cogliamo l’occasione per ripercorrere brevemente la storia di questi autobus che hanno segnato una serie di primati: innanzitutto si è trattato dei primi “Iveco 491” sbarcati sul territorio romagnolo, visto che sia il primo lotto acquistato da ATR Forlì (Iveco 491E.10.27 della serie 67-80) che quelli a metano di ATM Ravenna (Iveco 491E.12.22 CityClass CNG dell’attuale gruppo Start 10410-10417), oltre ai due “riminesi” in versione suburbana (matr. 33108-09) sono stati tutti immatricolati nel corso del 1998.
I CityClass della serie 32101-10 hanno segnato anche il primato, sempre su scala romagnola, di primi autobus sui quali a bordo era consentito l’accesso delle carrozzine: un passo avanti non da poco che ha visto questi veicoli impiegati, soprattutto nei primissimi anni di servizio, sulla linea 4, lungo il cui tracciato sono presenti numerose case di cura e/o ospedali privati. 
Ovviamente, complice la promiscuità di impiego degli autobus riscontrabile all’interno del bacino di Rimini, nel corso della loro carriera non è stato difficile incontrarli in azione un po’ su tutte le linee che si muovono nel territorio provinciale. 
Da ricordare anche che l’intero lotto è stato sottoposto, nel corso degli anni 2000, ad un restyling generale, sia interno che esterno, che ha portato la sostituzione della livrea arancio ministeriale, con fascia bianca regionale, con quella bianca “romagnola”, pur mantenendo l’arancio sul musetto anteriore; a bordo invece le sellerie Fainsa Arianne sono diventate, dopo tale intervento, di colore grigio ed azzurro.
A livello meccanico invece erano mossi da motore Iveco 8360.46 alimentato a gasolio da 7685 cc, potenza pari a 162 Kw, classe Euro 2, accoppiato a cambio automatico Voith D863.3 . A bordo i posti a sedere erano 20, 87 quelli in piedi, ai quali vi è da aggiungere lo stallo per la carrozzina.

Il Cityclass dodecametrico urbano 32104 di Start in sosta presso una fermata della linea 4 a San Mauro Mare, diretta verso il centro di Rimini

Citati precedentemente, lasciano definitivamente il servizio anche i due CityClass della prima serie suburbana, ossia le vetture 33108 e 33109, acquistate da Tram Servizi nel 1998.
La storia di queste macchine, nonché il loro impiego in linea, è similare a quello riscontato per le 10 del lotto urbano. Anch’esse erano in origine contraddistinte dalla livrea arancio ministeriale con aggiunta di fascia bianca regionale, colorazione convertita nel 2008 a bianco con frontale arancio. 
Pur essendo suburbani, come sappiamo erano dotati di tre porte a doppia anta rototraslante; a bordo erano presenti 30 posti a sedere, 51 in piedi, oltre all’alloggiamento per la carrozzina. 

Presso il capolinea della filovia a San Girolamo di Rimini è immortalata la vettura 3109 di TRAM nella livrea originale, in servizio su una corsa di 7A

A Santarcangelo di Romagna, su una corsa di 90 da Savignano sul Rubicone e diretta a Rimini FS, transita il Cityclass suburbano 33108 di Start nella nuova livrea

Rimanendo in ambito suburbano, il 2019 ha sancito anche la scomparsa dal TPL riminese della stragrande maggioranza dei Man NL 262 Autodromo Busotto SL dell’originale serie Tram 3110-3115; nello specifico, premesso che la capostipite 33110 era stata radiata nell’ottobre del 2018, a giugno 2019, subito dopo la chiusura delle scuole, nonché con l’arrivo del secondo lotto di CityMood a gasolio (serie 32234-32238), sono stati definitivamente accantonati gli autobus con matricole comprese tra 33111 e 33114. Da evidenziare che due di questi quattro veicoli, la ’12 e la ’14, sono sopravvissute alla demolizione, venendo cedute alla società che gestisce l’aeroporto di Rimini, analogamente a quanto accaduto per due CityClass da 10 metri del bacino di Forlì-Cesena.
Ripercorrendo brevemente la storia dei BusOtto SL “ex Tram”, sono stati acquistati dall’azienda riminese nel 2000. Dotati di tre porte rototraslanti, originalmente erano contraddistinti dal colore arancio ministeriale con fascia bianca Regione Emilia-Romagna; i paraurti, inizialmente grigi, sono stati ben presto riverniciati in bianco. Tra il 2011 ed il 2012 tutte e sei le vetture del lotto sono state ricolorate in bianco con aggiunta di onde nella parte inferiore. 
Queste sei macchine costruite dal “compianto” carrozziere modenese montano (o montavano) propulsore Man D0836-LUH 01 prodotto dall’omonima casa tedesca, al quale è associato cambio automatico Voith. 
Sono mezzi capaci di 33 posti a sedere con sellerie Fainsa Arianne, anch’esse riverniciate di colore grigio-azzurro durante il restyling. A questi vanno poi aggiunti 52 posti in piedi, uno di servizio ed uno per la carrozzella, il cui accesso a bordo era garantito originalmente da una rampa di tipo elettronico, sostituita con una manuale, sempre nel corso dell’intervento svolto a livello di carrozzeria.
Questi sei BusOttoSL sono inoltre dotati di aria condizionata garantita da impianto Sutrak con motore posto al centro del tetto; per quel che riguarda display di destinazione e di comunicazione interna sono presenti i classici Aesys (quello anteriore è da 160x16), secondo gli standard del bacino di Rimini.
Da ricordare che allo stato attuale risulta ancora attiva l’ultima vettura del lotto, la 33115.

In corrispondenza di piazzale Curiel a Riccione, un Busotto di TRAM, in livrea con paraurti bianchi, in servizio su una corsa serale della linea 11 verso Rimini

Nella nuova livrea ad onde azzurre, la 33113 di Start a Corpolò su una corsa di 163 per Villa Verucchio

L’ultimo autobus di Start bacino di Rimini che menzioniamo tra quelli dismessi è uno dei Man NL 263 - A21 Autodromo, più precisamente la vettura 33117. Anche in questo caso si trattava di un autobus acquistato nel corso dell’anno 2000, facente parte di in lotto formato da cinque unità numerate, in origine, da 3116 a 3120; allo stato attuale risultano ancora attive le sole matricole 33119 e 33120, visto che le vetture 33116 e 33118 erano state accantonate definitivamente rispettivamente nel 2018 e nel 2017. 
Questi Man hanno di fatto segnato un primato all’interno della flotta di Tram: essere le prime vetture consegnate con livrea prettamente bianca; in arancio vi era solo il frontale. 
Anche in questo, pur essendo dei suburbani, si tratta di autobus dotati di tre porte a doppia anta rototraslante, equipaggiati con motore Man a gasolio da 6871 cc, potenza massima pari a 191 Kw rispecchiante la normativa Euro 2 il cambio è automatico, marchio ZF.
A bordo erano presenti (e sono sui rimanenti) 33 posti a sedere (sellerie Fainsa Arianne con imbottitura), 55 in piedi, nonché la postazione di alloggiamento della carrozzina.

L'Autodromo 33117 di Start in transito su via Dalla Chiesa a Rimini, diretto verso Coriano sulla linea 20

Autobus Vettori Privati. 
Trasferiamoci all’interno della Val Conca, territorio riminese dove, a partire dal 2009, hanno iniziato a circolare due Cacciamali TCI 10.5 Sigma appartenenti al gruppo “Cosmobus”, numerati con matricole 8401 ed 8402, acquistati sulla scia degli esemplari all’epoca di proprietà di Tram Servizi.
Queste due vetture extraurbane essendo lunghe circa 10,5 metri, erano indispensabili per poter operare prettamente su alcune tratte collinari gravitanti appunto sulla Val Conca, caratterizzate soprattutto da percorsi piuttosto impervi: tra di esse citiamo le linee attualmente identificabili dai numeri 172, 174, 175, 180 e 182 alle quali, complice le varie turnazioni, si potevano aggiungere tratte di pianura e/vallata come la 124 o la 134. 
A livello strutturale questi due autobus, costruiti dalla compianta carrozzeria “Cacciamali”, erano mossi dal propulsore Iveco F2B Cursor 8 alimentato a Gasolio con aggiunta di Ad-Blue, cilindrata 7790 cc, erogante potenza massima pari a 243 Kw, rispecchiante la normativa Euro 5, al quale era accoppiato cambio automatico ZF. A bordo erano capaci di ospitare 41 persone a sedere e 24 in piedi; era inoltre presente la postazione disabili ed il montacarichi di accesso per la carrozzina, collocato all’interno dei gradini della porta centrale.
Leggendo queste righe qualcuno forse si chiederà come mai abbiamo inserito i due “Cacciamaialini” di Cosmobus all’interno di questo relativo alle dismissioni. Pur essendo autobus piuttosto recenti e con motorizzazione “Euro 5”, negli ultimi anni si sono rivelati non troppo affidabili pertanto i vettori che li avevano in uso, rispettivamente “Autolinee Boldrini” e “Bonelli Bus”, hanno deciso di sostituirli con due IvecoBus Crossway Line 10.8 acquistati per mezzo della gara “Consip”.

La 8401 di Cosmobus nei pressi del centro studi di Morciano, su una corsa di 182 verso Onferno

Spostandosi invece all’interno della provincia di Ravenna, nello specifico della flotta della lughese “Zaganelli Group”, vi è da segnalare la dismissione di un Setra S215UL Kassbhorer, facente parte di una coppia di vetture acquistate usate dalla “Bucci” di Pesaro nel 2006, poco dopo il cambio gestionale che ha visto i vettori subaffidatari di corse sulla rete di ATM Ravenna operare non più con macchine in prestito dal vettore pubblico, ma con autobus di propria proprietà. 
Il 215UL in questione, caratterizzato fino agli ultimi giorni di attività dalla livrea blu ministeriale, per diversi anni ha svolto servizio sulle linee che gravitano nel forese ravennate, in particolar modo sulla 157. Negli ultimi anni invece era facile incontrarlo sulle linee urbane della cittadina di Russi, esercitate in affidamento diretto, da alcuni anni identificate con i numeri 166 e 167. 
Da ricordare che l’altro 215UL che ha fatto parte della flotta di “Zaganelli” è stato dismesso nella primavera del 2012 e negli ultimi tempi era contraddistinto dalla livrea bianca integrale.

In sosta a Russi, il Setra S215 UL di Zaganelli Group, utilizzato negli ultimi tempi di servizio su alcune corse scolastiche da/per Godo, per conto del locale Comune

Rimanendo tra i vettori ravennati vogliamo mettere in evidenza la dismissione di due autobus costruiti per i servizi turistici ma impiegati sulle linee di TPL, appartenenti alla “Gamberini Bus”, azienda con sede nel capoluogo.    
Il primo è un Iveco 380E.12.38 EuroClass HD Orlandi, dotato di livrea blu, acquistato usato nel 2012 da ATM Milano dove era contraddistinto dalla matricola 1761.
Come accade un po’ con tutti gli autobus extraurbani a marchio “Gamberini”, era facile incontrare l’EuroClass in questione sulle varie linee e/o corse gestite dall’azienda, sia su quelle in sub-affido, sia sull’unica in affidamento diretto, la 151 Ravenna – Piangipane – Santerno – Villa Prati, con prolungamento estivo a Marina di Ravenna e Fusignano.

Presso il capolinea ravennate posto su via De Gasperi, l'Euroclass HD di Gamberini Bus si appresta a partire su una corsa per Villa Prati, della linea "2/14" o 151 (in base alla vecchia e nuova classificazione della tratta)

La seconda vettura è invece un Iveco 370S.12.30 DallaVia Palladio caratterizzato da livrea rossa, immatricolato per la prima volta presso la “Zonta” di Vicenza, giunto poi in Romagna in quanto acquistato  dal parco divertimenti di “Mirabilandia” per svolgere la navetta di collegamento da/per la stazione ferroviaria di Lido di Savio – Lido di Classe; è stata infine acquisito dalla “Gamberini” nel 2014 ed impiegato sia sulle linee di TPL che sui servizi di scuolabus.


Il 370S DallaVia Palladio di Gamberini Bus transita su viale Randi a Ravenna diretto verso Villa Prati



Francesco Gardini e Gian Marco Assirelli – 29/12/2019

giovedì 5 dicembre 2019

In trasferta da Rimini a Ravenna: la nuova vita del Crossway 34231



Un paio di settimane dopo l’avvio degli orari invernali 2019-2020, quindi ad inizio ottobre, si è registrato all’interno dell’area in cui opera Start Romagna il trasferimento di un IvecoBus Crossway LE Line dal bacino di Rimini a quello di Ravenna.

Si tratta della 34231, ovvero la capostipite del lotto di Crossway giunti con la gara regionale, immesso in servizio nella primavera del 2017.


Arrivato a Ravenna si è andato ad aggiungere agli altri cinque analoghi Crossway LE (gruppo 34257-34261), provenienti anch’essi dalla gara regionale, come mezzi opzionali / aggiuntivi a quelli già acquistati, ed immessi in servizio ad inizio 2018. A questi poi vanno annoverati anche i quattro particolari Crossway LE da tredici metri.
Già dai primi giorni la 34231 è stata assegnata al gruppo esterno di San Pietro in Vincoli. Tale residenza, attualmente, durante il periodo scolastico, è formata da sei autobus. Fino a non molto tempo fa risultava essere il gruppo con un maggior numero di bus suburbani assegnati, i quali si trovavano però a svolgere quasi esclusivamente corse extraurbane, seppur  ne fossero comprese anche alcune sul servizio urbano ravennate. Fino ad un anno fa i suburbani (talvolta anche urbani) presenti potevano essere fino a quattro, ma all’inizio dell’attuale stagione scolastica erano solamente due (i restanti quattro erano quindi degli extraurbani, come i DeSimon IL.3 o gli Irisbus Euroclass).
L’assegnazione del Crossway riminese a San Pietro in Vincoli ha permesso di incrementare di una unità il numero di mezzi con allestimento extraurbano, in sostituzione di un suburbano, risultando complessivamente più idoneo al servizio svolto. Attualmente infatti lo si può trovare assegnato in modo apparentemente fisso alle stesse corse: al mattino su un 159 da San Pietro in Vincoli a Ravenna, previa il transito dalla località forlivese di Caserma, mentre alle 13 su una corsa di collegamento di 1/ da un istituto superiore a piazza Caduti, da dove poi riparte come 157 per un “viaggio” di circa cinquanta minuti verso Coccolia.

A testimonianza della presenza della 34231 in terra ravennate, un paio di foto scattate in linea, in due diverse occasioni.

Nella prima immagine il Crossway è immortalato in una soleggiata mattinata di ottobre, nei suoi primo giorni di servizio in seguito al trasferimento, mentre svolgeva la corsa di 157 in partenza alle 13.20 da piazza Caduti, a Ravenna, e diretto verso Coccolia, con transito presso le diverse frazioni situate a nord del fiume Ronco. Precisamente, al momento dello scatto, la ‘4231 stava compiendo il breve ingresso-regresso che serve la località di San Marco.

La seconda foto invece ritrae lo stesso mezzo, ma in una situazione diversa dall’ordinario. Era infatti il 2 novembre, vale a dire l’unico giorno dall’avvio dell’attuale periodo invernale in cui erano in vigore gli orari feriali non scolatici. Come spesso accade, tale occorrenza permette di vedere alcune stranezze nell’ambito del TPL. Infatti, in quella giornata, dal gruppo esterno di San Pietro in Vincoli sono usciti solamente due bus tra i sei presenti. Tra questi anche il Crossway che si è trovato a compiere corse diverse dal solito, permettendo di poterlo vedere in strada anche nel tardo pomeriggio. È infatti ritratto poco dopo le 18, contornato da una leggere foschia, alla fermata principale di San Pietro in Vincoli, dove termina la corsa partita alle 17.35 da Ravenna piazza Caduti, per poi ripartire immediatamente verso la città Bizantina, transitando però dalla via Ravegnana anziché dalla via Cella.



Per concludere, un’ultima foto (già mostrata a suo tempo sul gruppo Facebook) risalente ad inizio ottobre che mostra la 34231 in sosta presso la residenza a cui è stata assegnata, assieme agli altri consueti autobus presenti, dei quali però risultavano assenti due unità in quanto ancora in strada in tal momento.

Gian Marco Assirelli - 5 dicembre 2019

domenica 24 novembre 2019

MetroMare “a caldo”.


Di ritorno dal viaggio a bordo del “MetroMare”, sono stato colto dalla “vena scrittoria”, quindi dalla volontà di mettere nero su bianco alcune piccole e veloci impressioni sulla nuova infrastruttura del TPL di Rimini.
L’intero tragitto, percorso sia in andata che al ritorno a bordo dell’IvecoBus Urbanway 18 Hybrid matricola 6400 di Tper, è risultato davvero piacevole: una macchina davvero molto silenziosa e confortevole!!!
In direzione Riccione passeggeri non troppi: la corsa era quella con partenza intorno alle 13:45 da “Rimini Station”, quindi in un orario piuttosto di morbida. Al ritorno però lo “snodato felsineo” era ben pieno!!!
In quasi tutte le fermate vi erano persone, solo un paio quelle deserte.
Il tracciato assomiglia tanto a quello di una “fondovalle”, caratterizzato da continui saliscendi; in alcuni tratti è un po’ claustrofobico, ad esempio nella zona di Lagomaggio, dove si passa molto vicini alle case. Ma una volta che la sede protetta diventa a doppia corsia tutto sembra decisamente più futuristico!!!
L’inversione dinnanzi alla stazione di Riccione si è rivelata, come sempre sostenuto, problematica, causa presenza di un’auto in sosta: fortuna che il tempo perso è stato davvero molto poco!!!

Ad ogni fermata ho cercato di pensare ai luoghi che avrei potuto raggiungere se fossi sceso: solo ai due capilinea ed alla fermata di Fiabilandia il tragitto da percorrere a piedi sarebbe stato esiguo, sentore ancora una volta che col MetroMare a regime, le modifiche al TPL dovranno essere una priorità!!!

Per la cronaca, oltre alla 6400 lungo la nuova infrastruttura operavano la sorella 6401 e il MenariniBus CityMood CNG  matr. 32322 di Start Romagna, ai quali si è poi aggiunta la 32321, vettura analoga all’ultima citata, ma priva di pellicolatura “ad-hoc”.

Il MetroMare, dopo questo viaggio esplorativo, si merita come voto un bel 8!!! 
Sottolineo però il fatto che la mia è stata semplicemente una gita di piacere, un po’ come un bambino che sale su una giostra: se lo spostamento fosse stato di altra natura, forse il punteggio da me dato sarebbe stato sicuramente inferiore.   


MetroMare ed orari.

Tra le particolarità riscontrate nel corso del sopralluogo al MetroMare, vi è stata l'assoluta mancanza dei quadri orari affissi alle varie fermate, sostituiti dai display sui quali appare il "Count Down" relativo all'arrivo dell'autobus.
Indubbiamente un simbolo di modernità, ma se arrivo alla fermata e vedo un bel "19 min", la delusione può essere tanta, soprattutto se devo programmare gli spostamenti per le più svariate problematiche della vita di tutti i giorni.
In un ritaglio di tempo ho quindi iniziato a smanettare su Moovit, validissima app di travel planner per chi vuole muoversi con i mezzi pubblici.
Sono riuscito a scoprire che:
- le partenze da Rimini Station avvengono ai minuti 04, 24 e 44;
- le partenze da Riccione Station ai minuti 10, 30 e 50;
- il tempo totale capolinea è, sulla carta, pari a 23 minuti (anziché 25);
- gli intermedi da fermata a fermata variano tra 1 e 2 minuti (vedi tabella allegata);


- sono presenti corse limitate di inserimento o disinserimento dal tracciato sulle tratte Bellariva-Riccione Station, Lagomaggio-Rimini Station e Rimini Station-Lagomaggio; nello specifico:
Rivazzurra 6:49 - Riccione Station 7:06;
Lagomaggio 6:58 - Rimini Station 7:02;
Lagomaggio 7:18 - Rimini Station 7:22;
Rimini Station 20:55 - Lagomaggio 20:59;
Rimini Station 21:15 - Lagomaggio 21:19;
Rimini Station 21:35 - Lagomaggio 21:39.

Infine un dilemma: ma quale numerazione è stata attribuita al MetroMare sulle turnazioni?
A questo interrogatorio posso solamente rispondere che dovrebbe trattarsi di un numero a quattro cifre, se non vado errato il 9311. 

Francesco Gardini – 24/11/2019 (Aggiornato 26/11/2019)


sabato 16 novembre 2019

Curiosità Filoviarie


Rimini–Riccione

CURIOSITà FILOVIARIE

Roberto Renzi

Parte prima: l'infrastruttura

La Rimini–Riccione, inaugurata il primo luglio 1939, è stata finora l’unica linea filoviaria dell’attuale Provincia di Rimini, senza mai acquisire diramazioni o essere soggetta a sostanziali limitazioni di percorso. Dalla costruzione a oggi le modifiche più consistenti sono state: il trasferimento della linea su una strada parallela a quella d’origine (nel 1985, a Riccione da viale Dante a viale D'Annunzio), l’amputazione di un tratto d’estremità (nel 1998, a Rimini con il trasferimento del capolinea da piazza Tre Martiri al piazzale di San Girolamo) e un prolungamento (nel 2001, da piazzale Curiel e a Riccione Terme).
Il tratto San Girolamo–Stazione FS, inutilizzato parzialmente dal 2010 (immissione dei filosnodati, impossibilitati a svoltare sull'anello del capolinea) e totalmente dal 2014 per la costruzione di una rotatoria sull'incrocio tra via Dante e via Roma, è stato smontato nel luglio 2019 nell'ambito dei lavori di riqualificazione dell'area antistante la stazione ferroviaria. Dal 2010 viene utilizzata la “marcia autonoma” per la manovra di inversione del senso di marcia al capolinea di San Girolamo.
Il percorso originario, lungo 12,6 km, ricalcava in gran parte quello della preesistente tranvia elettrica, che nel 1938 era già stata privata del tratto nel centro di Rimini, da piazza Cavour a piazza Giulio Cesare (oggi Tre Martiri), e che del 1927 terminava a Riccione in fondo al viale Dante Alighieri, mentre la filovia fu attestata nel piazzale Giardini, deviando con una stretta curva a sinistra 200 metri prima dell'incrocio con il viale Maria Ceccarini, dove terminava il binario tranviario.

IL TRACCIATO D'ORIGINE

Foto 1 – Il punto più caratteristico della Filovia Rimini–Riccione è il sottopassaggio ferroviario al porto di Rimini, dove la linea si abbassa fino a m 3,60 da terra, qui in un foto del 1970 che mostra chiaramente l'assetto orizzontale delle aste, che per affrontare questo passaggio devono essere piegate in modo particolare (filobus tipo FIAT 656E della dotazione originale) (Foto Haseldine, collezione Gregorio Turri).


Foto 2 – Lo schema, disegnato a mano libera e pertanto non in scala (pur essendo tratto da una pubblicazione ufficiale della CGE) rappresenta la nostra filovia allo stato d'origine. Oltre agli anelli intermedi di Bellariva (piazzale Gondar) e Miramare (rotonda), sono evidenti alcune particolarità di tracciato che di seguito descriveremo...


Foto 3-4 – Un'immagine dei primissimi mesi di esercizio con un filobus FIAT-CGE 656F. Sulla destra della foto, si vede come davanti alla stazione ferroviaria di Rimini vi fosse un vero e proprio “cerchio” aereo, una configurazione (vedi disegno accluso) che consentiva alle vetture filoviarie di invertire il senso di marcia, sia che provenissero da Riccione, sia da piazza Giulio Cesare. Poiché quest'ultima è distante non più di 700 metri, era davvero scarsa l'utilità di effettuare corse limitate su una tratta così breve; dopo la guerra sarà infatti ricostruito il solo raccordo da e per Riccione. Sullo scambio aereo collocato subito dopo la fermata 4, sul lato monte del piazzale Cesare Battisti, sovente avvenivano scarrucolamenti causati da deviazioni non desiderate, dato che per transitarvi sul ramo diritto occorreva togliere corrente al circuito di trazione subito dopo averla data per partire dalla fermata (v. spiegazione alla foto 16). Nel 1990 il raccordo, utilizzato saltuariamente e ormai non più essenziale per la presenza della “marcia autonoma” a bordo dei filobus, venne smantellato.



Foto 5 – Un altro curioso schema, detto “regresso”, si trovava a Rimini marina in viale Parisano, prima traversa a mare di viale Regina Elena da piazza Tripoli verso Riccione. Questa “Y” consentiva una manovra di inversione del senso di marcia, previa retrocessione. La Y fu poi sostituita dall'anello di piazza Tripoli (1954), ma nello stesso periodo venne “replicata” a Riccione, su un vialetto a mare nei pressi dell'attuale fermata 43 (Fogliano): secondo testimonianze serviva per corse bis limitate “alle colonie”, con distacco a mano delle aste (l'unico scambio aereo era alla convergenza dei due rami). Sopravvisse fino ai primi tempi della gestione ATAM.


Foto 6 – Dal 1939 al 1985 il ridotto anello aereo che, con tanto di ombra, si vede in basso nella foto costituiva il capolinea di Riccione Giardini. Qui i filobus delle prime generazioni, sprovvisti di servosterzo e con un limitato raggio di volta, mettevano a dura prova i guidatori che quasi sempre dovevano ricorrere a qualche metro di retromarcia per “girare”.  Si racconta (e sembrerebbe comprovato da quanto si scorge in una foto del periodo di preesercizio) che il progetto iniziale prevedeva un anello molto più largo, circumnavigante l'area dei giardini pubblici.
Ma osservate la villa in alto a destra: si trattava della dimora estiva del Duce! Per motivi di sicurezza, il transito davanti a “Villa Mussolini” fu proibito quando l'anello “largo” era già stato costruito: fu così che si dovette rifare il lavoro, ripiegando sull'anello “stretto”.


Foto 7 La configurazione dei raccordi con il deposito di viale Baldini, come si presentava fino al 1980. Per rientrare in deposito dal centro di Rimini i filobus dovevano percorrere i viali Dandolo e Mantegazza. In questo modo si transitava anche dalla fermata di Marina Centro ed erano possibili corse limitate da piazza Tre Martiri a quella che oggi è la fermata 10: fino agli anni sessanta queste venivano effettivamente svolte dalle vetture in rientro, ma poi si impose di farle fuori servizio.


Tutte le particolarità sopra descritte, insieme alle caratteristiche tecniche e del percorso della filovia, sono richiamate in modo particolareggiato dalla Relazione tecnica allegata agli atti del collaudo dell'impianto filoviario, la cui trascrizione è disponibile a questo link:


PALIFICAZIONE E LINEA DI CONTATTO

Foto  8 – Un documento eccezionale che rivela come i pali della linea filoviaria furono posati mentre era ancora in corso l'esercizio tranviario, cessato il 15 gennaio 1939. Tra Bellariva e Miramare la linea di contatto del tram era sorretta da pali tubolari Mannesmann, mentre sul più datato tratto Rimini–Bellariva (1921), i pali erano a traliccio. I pali in cemento sono invece quelli della futura filovia.


Foto 9 e 10 – Un palo in cemento SCAC (Società Italiana Cemento Armato Centrifugato) risalente al 1939 ancora oggi in opera sul viale Regina Elena (fermata 19) e un altro simile impiegato, poco lontano, come sostegno per l'illuminazione pubblica. Sulla filovia d'origine, soltanto sul viale Principe Amedeo vi erano pali metallici (Mannesmann). In sede di ricostruzione furono adoperati tanto pali metallici che in cemento; tuttavia numerosi pali originali SCAC dopo ottant'anni sono ancora in opera, riconoscibili per il “coronamento” sulla sommità.



Foto 11 – Sospensione semi-rigida in rettilineo con isolatori a campana. Di questi esisteva anche una variante, probabilmente post-bellica, con due piccole “orecchie” fissate al trasversale: vedi foto 24. In rettilineo la campata media tra una sospensione trasversale e l’altra era (ed è tuttora) di 28 metri (Biblioteca Gambalunga - fondo Davide Minghini). 


Foto 12Nelle curve la sospensione era “rigida” e gli isolatori erano del tipo a coda di rondine. Come illustra la Relazione allegata al collaudo, in curva i punti di ritenuta sono “tra loro molto ravvicinati” in modo da accompagnare dolcemente lo scorrimento dei trolley.


Foto 13 – Con la costruzione del nuovo capolinea di Miramare (1964) vennero per la prima volta adottate delle mensole per sostenere il bifilare. Nella foto si vede un allora nuovissimo autobus FIAT 409 Menarini (Monocar 1101) e la nuova armatura delle curve, con apposite “griffe” di poligonazione, man mano estesa a tutto l'impianto (Biblioteca Gambalunga - fondo Davide Minghini).


Foto 14 – Negli anni settanta venne introdotta la sospensione in Parafil, costituita da una fune isolante in poliesteri, la cui anima è composta da filamenti sintetici; l’insieme è rivestito da una guaina nera in funzione protettiva. Alla fine degli anni ottanta i vecchi isolatori sostenuti da trasversali e tiranti in acciaio zincato erano del tutto scomparsi.


Foto 15 – La sospensione autocompensante a parallelepipedi “Kummler & Matter”, che in altre reti (p. es. Bologna) ha una lunga storia, sulla Rimini–Riccione è stata adottata per la prima volta nell'anno 2000, sugli 1,3 km del prolungamento da piazzale Curiel a Riccione Terme. Nella foto si vedono le mensole che sostengono la linea sul viale Gabriele d'Annunzio, durante una prova meccanica con un filobus Volvo il 21 giugno 2000.


Foto 16 – Lo scambio aereo a lancio di corrente che fino al 2002 era in opera sull'anello di Miramare. Il punto in cui si doveva transitare a circuito di trazione chiuso per poter ottenere la deviata era situato immediatamente prima degli aghi; questi erano azionati da un solenoide munito di succhiante.

Per i principi del funzionamento di questo tipo di scambi aerei vedi: http://www.tramroma.com/common/gen_tecn/traz_ele/access/scamb_fil.htm.


Foto 17 – Aspetto degli scambi aerei sul viale Principe Amedeo per l'accesso al deposito, dopo la modifica dell'itinerario verso Riccione - senza più il transito nei viali Dandolo e Mantegazza - nel 1980. Dopo il trasferimento dei filobus nel nuovo deposito (1982) gli scambi verranno rimossi, ma ancora oggi restano in opera alcuni pali di grande sezione, che sostengono le discese di alimentazione alla linea. I relativi cavi, provenienti dalla sottostazione di viale Cappellini, sono stati interrati nel 2003.


Foto 18 – Lo scambio doppio che era posizionato all'ingresso del deposito di viale Baldini. In primo piano la “convergenza” che veniva presa di calcio dai filobus in entrata nel piazzale; in secondo piano lo scambio ad aghi mobili azionati manualmente dal personale tramite una corda pendente dalla linea aerea. La foto è stata scattata nel 1988, al momento della demolizione della linea sul vecchio piazzale.


Foto 19 e 20 – Scambio aereo con comando a raggi infrarossi del tipo installato a piazzale Curiel (2000) e a Miramare (2003). Il guidatore deve agire su un telecomando per ottenere la deviata; transitato il filobus, gli aghi ritornano automaticamente nella posizione di “corretto tracciato”. Un segnale luminoso a LED indica al guidatore la posizione degli aghi dello scambio.



Foto 21 – Un collegamento di “equo potenziale”: si tratta di cavi che mettono elettricamente in comunicazione i poli di due bifilari paralleli (polo positivo con positivo, polo negativo con negativo), per impedire cadute di tensione, in particolare quando uno dei due bifilari sia sottoposto a sovraccarico (ad esempio, quando vi si trovino più vetture filoviarie contemporaneamente).


Foto 22 – Un giunto tensionatore immortalato in una cartolina degli anni cinquanta. La sua funzione è quella di adeguare con un’operazione manuale la tenditura dei fili di contatto al variare della temperatura conseguente al succedersi delle stagioni. L’operazione viene eseguita due volte l’anno, agli inizi dell’estate (tenditura per compensare la dilatazione da calore) ed in autunno (allentamento, a seguito del processo fisico inverso).


Foto 23 – Nella variante di percorso sul viale d'Annunzio a Riccione (1985) furono impiegati per la prima volta i pali in acciaio a sezione ottagonale, oggi molto comuni lungo tutto il percorso. Nella foto si vede l'ancoraggio al plinto scavato nel terreno, prima dell'applicazione dell'anello di copertura in cemento.


TABELLE DI FERMATA

Foto 24-25 – In origine le fermate filoviarie erano indicate unicamente con tabelle appese ai sostegni della linea aerea. Con la gestione ATAM fu presa la decisione di numerare le fermate, con la sovrastampa di grosse cifre in carattere rosso. Successivamente scomparvero le diciture “fermata obbligatoria” e “fermata facoltativa” (23 part. da cartolina  / 24 foto Davide Minghini).



Foto 26 - Intorno al 1963 furono installate delle plance ancorate ai pali della linea aerea, che riportavano la dicitura “Fermata filobus”, il numero progressivo e uno spazio pubblicitario, senza alcuna indicazione del percorso. Gli stessi numeri di linea (10 e 11), introdotti in quell'epoca, per molto tempo resteranno quasi... ufficiosi, dato che la linea veniva indicata in tutti i documenti aziendali come “Filovia Rimini–Riccione” (particolare da foto collezione Paolo Gregoris).


Foto 27 – In epoca SITA, e fino al 1970 circa, le fermate principali erano dotate di un quadro a lettere mobili (“Astro” prodotto dalla Ameli di Firenze) con gli orari di transito. Qui vediamo quello di Miramare Centro in direzione Rimini negli anni cinquanta. La formula per indicare la frequenza era “e così di seguito ogni... fino alle ore...”.


Foto 28-29 – Le paline con tabelle di fermata in alluminio (acquistate in 800 esemplari a quattro o cinque listelli, più una trentina a otto listelli) furono adottate sulla filovia nel 1971 e successivamente sulle principali linee urbane. Nel 1975 le paline furono dotate di plance portaorari con gli orari di transito (prodotti all'epoca con un rudimentale programma su un calcolatore IBM a schede) e solo con gli anni Duemila furono progressivamente eliminate, non senza finire la loro carriera su linee extraurbane come la 170! Nella foto 28 la palina “capolinea” di piazza Tre Martiri nel 1976; le fermate intermedie portavano in alto la dicitura “fermata a richiesta”. Nella foto 29 il portaorari in ghisa con gli “striscioli” dei transiti, che sono ancor oggi presenti, in forma aggiornata, nei portaorari del Bacino di Rimini.



Foto dell'autore, salvo diversa indicazione. Cartoline collezione dell'autore.

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