lunedì 27 febbraio 2017

La 11, col suburbano di fine ‘900.


Fra le linee che compongono la rete urbana della città di Forlì, la prima in ordine progressivo delle cosiddette “forese”, vale a dire quelle contraddistinte dal colore viola, è la 11, una diametrale con carattere giornaliero che collega la frazione di Villagrappa a quella di Pieve Acquedotto, con prolungamento feriale per il centro produttivo “Gigante”.
Nell’abitato di Villagrappa il capolinea della 11 è fissato su una apposita piazzetta posta su via Ossi, a non molta distanza dalla rotonda con via del Braldo e dalla chiesa del paese.
Di qui i bus si muovono in direzione della città solcando la già citata via Ossi che consente di raggiungere il quartiere “Quattro”. All’altezza della rotonda con via Cavallina si svolta a sinistra inserendosi brevemente su di essa per poi svoltare a destra su via Celletta dei Passeri, giungendo presso la zona Romiti. Qui si gira a sinistra su via Sapinia, sulla quale è posto anche il capolinea della linea 6 “elettrica”.
In tale direzione di marcia le corse si inseriscono poi sulla via Emilia anche se, causa alcuni sensi unici, quelle in direzione Villagrappa percorrono via Consolare.
Oltrepassato poi il ponte sul fiume Montone, ci si trova dinnanzi a Porta Schiavonia, dopo la quale si abbandona la via Emilia andando ad effettuare transito sulle vie Isonzo e Pelacano, proseguendo su viale Vittorio Veneto, quindi sull’asse P.le del Lavoro, P.le Indipendenza, P.le della Vittoria; dopo quest’ultimo ci si immette su viale della Libertà andando a servire la stazione ferroviaria, nonché il relativo terminal.
Si continua servendo la zona del Foro Boario, raggiunta percorrendo viale Colombo e via Ravegnana che viene lasciata all’altezza della rotonda con via Solombrini, sulla quale ci si inserisce girando a destra.
Si effettua svolta a sinistra una volta giunti in prossimità di via Comandini; segue poi un percorso piuttosto contorto che fa sì che si possano vedere gli autobus della 11 transitare sulle vie Europa, Schuman, Orceoli, Vico, Cervese, Aleotti e Marego, dopo di che si ritorna sulla Ravegnana la quale, percorsa in direzione mare consente di giungere a Pieve Acquedotto.
Qui c’è da fare una differenziazione: tutte le corse, sia quelle che si attestano presso tale località, sia quelle che proseguono per il Gigante, si immettono su via Sacco. Giunte al bivio con via Don Servadei, le prime svoltano a destra andando a servire il capolinea posto sulla medesima e, una volta atteso l’orario per la ripartenza, vanno ad ultimare un anello che si conclude sulla Ravegnana.
Le corse “prolungate” svoltano invece a sinistra, quindi a destra su via Zampeschi effettuando un anello all’interno del Gigante, formato dalle vie dei Mercanti, del Commercio e Campo dei Fiori, sulla quale è situato il relativo capolinea. Di qui gli autobus si muovono poi in direzione della città inserendosi nuovamente su via Zampeschi , quindi su via Servadei.

Analizzando il quadro orario della linea 11 di Forlì possiamo notare che nei feriali viene garantita per tutto l'anno una corsa ogni ora, salvo una riduzione nel mese di agosto.
Nei festivi invece, sia in estate che in inverno, le coppie di corse sono in tutto sei, anche se alcune di esse sono limitate alla stazione ferroviaria o presso P.le del Lavoro.

Su questa linea, gestita interamente in sub-affido dal gruppo CR-Bus, si può incontrare ogni genere di autobus urbano o suburbano, prevalentemente da 12 ma anche da 10,5 metri, ai quali si sostituiscono mezzi corti (Cacciamali Europolis) nel periodo estivo.
E' pertanto facile imbattersi anche in qualcosa di vintage, ad esempio nei BredaMenarinibus M 220LS.

Tra di essi vi è la vettura 20903, appartenente al primo lotto formato da cinque unità acquistate da ATR nel 1993, in concomitanza con la nascita della rete suburbana provinciale.
Questa vettura è stata la prima ad essere protagonista dell'intervento di riqualificazione che ha interessato poi altri quattro 220LS in forza al deposito di Forlì (matr. 20902, '904, '905 e '923).
Tra di esse è l'unica ad avere ricevuto, dopo la riverniciatura, sia la fascia bianca regionale che quella catarifrangente le quali, in un certo qual modo, la fano assomigliare alle vetture dello stesso modello circolanti in terra bolognese.
Nello scatto allagato possiamo osservare la '903 in transito su via Ravegnana a Pieve Acquedotto, in servizio su una corsa festiva limitata a P.le del Lavoro.

Ricordiamo inoltre che i BMB 220LS "ex ATR", essendo autobus con motorizzazioni Euro 0 o Euro 1 (in base ai lotti), nonché i suburbani più anziani circolanti nella provincia di Forlì-Cesena, sono destinati alla prossima dismissione, identificabile nel momento in cui avverrà l’entrata in servizio dei Menarinibus Citymood acquistati per mezzo della gara regionale.
Francesco Gardini – 27/02/2017

mercoledì 22 febbraio 2017

Rimini, capitale della Riviera Romagnola, patria del regista Federico Fellini, ora terra degli Urbanway.

Presentati 16 nuovi IvecoBus Urbanway 12 per Start Romagna bacino di Rimini.

di Francesco Gardini – 22/02/2017



Piazzale Fellini, a due passi dalla spiaggia, dal Gran Hotel e dal porto canale di Rimini, è la location scelta da Start Romagna, la locale azienda pubblica che gestisce i servizi di TPL, unitamente all’amministrazione comunale, per alzare i veli su nuovi autobus che entreranno in servizio sulla rete trasportistica della città.
Sembra un po’ di essere tornati al passato quando, nel corso del secolo scorso, ATAM, la municipalizzata che si occupava del trasporto pubblico collettivo, era solita esporre, in quello stesso scenario, gli autobus appena acquistati, per mostrarli all’intera cittadinanza.
Protagonisti dell’evento, svoltosi nella mattinata di mercoledì 22 febbraio 2017, sono stati gli IvecoBus Urbanway da 12 metri, facenti parte di un lotto composto da 16 esemplari destinati a ringiovanire il parco veicolare riminese.

L’Urbanway è la vettura ammiraglia sul fronte urbano e suburbano di casa “IvecoBus”, prodotta in differenti versioni ed allestimenti.
Quelli scelti da Start Romagna sono nella versione 12 metri a 3 porte, dotati di motorizzazione Euro VI a gasolio.
Analizzando ed osservando nel dettaglio questi autobus, numerati con matricole comprese tra 32141 e 32156, possiamo dire che quello che salta maggiormente in evidenza della parte esteriore è la livrea, bianca, la stessa che contraddistingue la maggior parte dei mezzi appartenenti alla flotta dell’azienda romagnola. Il bianco subisce uno stacco nelle rifiniture, di colore nero, presenti soprattutto per quel che concerne la parte posteriore, creando un’alternanza chiaro-scuro alquanto decisa.
Il design è molto accattivante, come lo sono anche i gruppi ottici, analoghi a quelli che contraddistinguono gli autobus a marchio “IvecoBus”, con un “tocco di classe” dato dalla presenza di luci al led.
Analizzando tecnicamente la parte esterna si può inoltre aggiungere che la struttura portante degli Urbanway è costruita da una struttura in acciaio autoportante, formata da sei sotto-strutture imbullonate tra loro. Le due testate, i passaruota ed i paraurti sono in poliestere, la parte laterale è composta da pannelli in laminati di alluminio, ed infine il tetto sempre in laminati, ma di natura metallica.

Si accede al vano passeggeri mediante le tre porte, tutte a doppia anta rototraslante con apertura pneumatica. A bordo lo spazio è davvero tanto. I posti totali sono 98 dei quali 26 a sedere per i passeggeri, con sellerie di tipo Fainsa Metropolis di colore grigio chiaro e rosso. Non può mancare la postazione per i disabili, posizionata di fronte alla porta centrale, in prossimità della quale è collocata la rampa manuale per l’accesso della carrozzina.
La luminosità interna è garantita da ampie vetrate oscurate esternamente che consentono alla luce di entrale all’interno in modo non troppo deciso. Nelle ora notturne o in quelle il cui la luminosità esterna è insufficiente si può contare sulla presenza di luci al led collocate sul tetto all’interno di due file di plafoniere.
Ma la cosa più importante degli interni è senza dubbio il posto guida che ricalca  un po’ quello del veicolo precursore dell’Urbanway, vale a dire il Citelis. La “consolle” è piuttosto alta, anche se sia il volante che il cruscotto sono regolabili in altezza ed inclinazione. Le strumentazioni sono collocate prevalentemente all’interno della plancia anteriore e sul lato sinistro, al di sotto del finestrino per il conducente.
Tra i vari optional relativi al vano passeggeri, nonché alla postazione di guida, non può mancare l’impianto di aria condizionata.
Se analizziamo questi autobus sotto l’aspetto della comunicazione all’utenza, c’è da segnalare la presenza di indicatori di destinazione a marchio Aesys con tre pannelli a led arancio. Quello anteriore è di dimensioni 160x19, quello laterale da 120x16, entrambi capaci di contenere sia numero di linea che destinazione;  ad essi si aggiunge un porta numero posteriore da 33x16. Questo tipo di allestimento fa sì che per la prima volta, all’interno del bacino di Rimini, sia visibile la destinazione della corsa anche sulla fiancata destra dell’autobus.
Riscontata la presenza anche di un pannello informativo interno a led rossi.

Il cuore pulsante di questi Urbanway, vale a dire il motore, è l’Iveco Cursor 9 Euro VI, alimentato a Gasolio con l’aggiunta di Ad-Blue (urea); la cilindrata è pari a 8710 cc, capace di erogare una potenza di 265 Kw.
Il vanto di questo propulsore consiste nel sistema HI-eSCR che consente di raggiungere i parametri previsti dalla direttiva “Euro VI” senza rende necessario il ricircolo dei gas di scarico, ma con il solo impiego di Ad-Blue (urea). Lo stesso sistema fa sì che non sia necessaria la re-iniezione di carburante per rigenerare il filtro anti particolato.
A tale propulsore è associato l’ormai noto cambio automatico ZF Ecolife a 6 marce (più la retro marcia), con annesso selettore a tre posizioni (N - D - R), posizionato sul lato destro del cruscotto, in prossimità dei comandi per apertura e chiusura delle porte.

Da sottolineare che tutti e questi mezzi sono inoltre dotati di sistema di video sorveglianza e di  controllo satellitare “AVM”. 
A bordo è stata riscontata la presenza delle predisposizioni per le strumentazioni compatibili con il sistema di tariffazione “Stimer – MiMuovo” sui quali, essendo autobus in allestimento urbano, saranno installate n° 2 obly e n° 1 emettitrice automatica.

Possiamo inoltre aggiungere che questi autobus non sono una primizia per la flotta di Start, al cui interno sono già presenti cinque Urbanway CNG (quindi a metano), tre dei quali hanno svolto servizio sullo Shuttle interno all’Expo 2015 di Milano, tutti attualmente in forza al bacino di Ravenna.

Fin dalle prime ore del mattino sono state esposte in piazzale Fellini sette delle otto vetture fino ad ora consegnate all’azienda, più precisamente le matricole 32141, 32142, 32143, 32144, 32150, 32152, 32156, tutte già immatricolate (ad eccezione della “ ‘52”). Le restanti otto arriveranno a Rimini nel corso delle prossime settimane.
La conferenza stampa di presentazione dei nuovi IvecoBus Urbanway si è tenuta a bordo della vettura 32150 ed ha avuto inizio alle ore 11:00 circa.
Il benvenuto a tutti i giornalisti intervenuti è stato dato dalla Responsabile Commerciale di Start Romagna, Alessandra Gotini. Ha preso poi parola l’Assessore alla Mobilità del Comune di Rimini, Roberta Frisoni, che si è soffermata su uno degli obiettivi che l’amministrazione vuole raggiungere nei prossimi anni, quello di diminuire del 50% l’uso dell’auto da parte dei cittadini, sottolineando il fatto che l’arrivo di nuovi autobus porta un miglioramento della qualità del servizio e può essere un punto di partenza per incentivare l’approccio al mezzo collettivo.
L’Assessore ha parlato anche di impianti di fermata: è intenzione dell’amministrazione migliorare la loro qualità, con omologazione e predisposizione anche per l’utilizzo da parte dei diversamente abili.
Ha preso poi parola il presidente di Start Romagna, Marco Benati, che evidenziato quanto questi mezzi siamo innovativi all’interno della flotta veicolare aziendale. In primis aumentano la qualità del servizio sia per il conducente che per i passeggeri; sono inoltre molto sicuri vista la presenza di videosorveglianza e sistema automatico anti-incendio per il vano motore; sono ecologici, in quanto riducono del 98% le emissioni rispetto ad un autobus Euro 0.
Sono stati invece il Direttore Generale di “Start”, Luciano Marchiori, ed il Responsabile dei Servizi di Manutenzione e Sistemi di Gestione Integrati, Stefano Sirri, ad elencare quelli che sono i numeri del rinnovamento del parco veicolare attualmente in corso.
I sedici Urbanway presentati quest’oggi sono i diretti successori di diciotto autobus Euro 0, identificabili prevalentemente nei vari “Siccar” appartenenti alla storica serie “1700” di Atam/Tram Rimini.
Nei mesi futuri, complice l’arrivo dei vari lotti di autobus acquistati attraverso la gara regionale avvenuta nell’estate 2016,  saranno immessi in servizio, all’interno del territorio Riminese, altri 11 veicoli urbani (MenariniBus Citymood, per un totale di 27 autobus contando i 16 Urbanway), più 10 vetture extraurbane (IvecoBus Crossway).
Il piano di rinnovamento del parco veicolare messo in campo da Start, se analizzato su scala Romagnola, porterà alla sostituzione di un totale stimato pari a circa 108 autobus tra Euro 0, Euro 1 ed in parte Euro 2.

In merito ai prossimi arrivi una “chicca” ci è stata data dai responsabili della concessionaria IvecoBus “Maresca&Fiorentino” di Bologna, giunti a Rimini per l’occasione: nella prossima settimana dovrebbe avvenire la consegna dei primi due Crossway Line rialzati da 10,8 metri, appartenenti ad un lotto di cinque vetture, sulla carta destinate al bacino di Forlì-Cesena.

Prima di concludere lasciando spazio come sempre alle immagini, ci teniamo a ringraziare “Start Romagna”, in particolar la già citata Alessandra Gotini ed Elisabetta Canali (Responsabile U.O. Rapporto con il Cliente) per averci concesso la possibilità, per l’ennesima volta, di poter partecipare a questo genere di eventi.

Che dire: ora non ci resta che aspettare l’entrata in servizio dei nuovi UrbanWay che, stando ai programmi, avverrà nelle prossime settimane!!!

La parata dei nuovi IvecoBus Urbanway 12...




... alcuni primi piani frontali...






... e posteriori...




... gli interni...



... la postazione per la carrozzina...


... e la relativa rampa di accesso...


... il posto guida...





Le foto di rito...

I titolari della concessionaria "Maresca & Fiorentino" di Bologna insieme al Presidente di Start Romagna, Marco Benati ed all'assessore del Comune di Rimini, Roberta Frisoni.

Un momento della conferenza stampa: da sinistra il presidente Benati, l'assessore Frisoni, i titolari di "Maresca & Fiorentino" e la responsabile Ufficio Comm.le di Start, Alessandra Gotini.


Dulcis in fundo: il rientro in deposito della vettura 32152.


lunedì 20 febbraio 2017

Tutto bianco, come nuovo.



A volte il caso, oppure il destino, giocano brutti scherzi, ma in altre occasioni ti fanno incontrare delle vere e proprie “primizie” che forse ti ricorderai per molto tempo.
In un soleggiato pomeriggio di metà febbraio, colto da un momento di noia, ho pensato tra me e me:  “Perché non mi faccio un giro!?!?”
Sono salito così a bordo della mia auto ed ho imbocco la SS16 “Adriatica” in direzione Ravenna. Di tempo ne è passato poco, massimo 5 minuti; anche i km percorsi non sono stati tanti quando, giunto all’altezza del nuovo “mega svincolo” di Pinarella di Cervia, in prossimità del bivio con la SP71bis “Cervese”, ho scorto in lontananza un autosnodato di colore bianco, cosa rara da vedersi in quella zona. Ho accostato dove ho trovato un po’ di spazio disponibile e, focalizzando la mia vista non proprio ottima, ho notato che si trattava di un BredaMenarinibus M 321U, analogo a quelli circolanti nella provincia di Rimini. Tra me e me ho pensato: “Sarà uno di loro? Cosa ci fa da queste parti?”
La “defezione professionale” in ambito “bussistico”, ma anche la passione pura e semplice per i panorami, gli scorci naturali ed i paesaggi, mi incentiva ad aver con me quasi sempre la mia piccola fotocamera digitale, con la quale ho deciso di fare una foto a quel “bredone” in transito, sul retro del quale ho notato la presenza della targa di prova.
Guardando  il risultato dello scatto attraverso il display della macchina fotografica mi sono accorto che possedeva tante somiglianze con gli analoghi snodati riminesi, se non fosse la totale assenza di matricole e di loghi aziendali.
Allora ho fatto un attimo mente locale ed ho pensato: ma se fosse la vettura 36005 di Start Romagna, l’unica che, dopo la conversione all’only-white delle restanti cinque, nel corso delle scorse settimane si presentava ancora con la livrea originale, quella arancio ministeriale con aggiunta della fascia bianca della Regione Emilia-Romagna?
D’altro lato già da un po’ di tempo circolavano voci in merito al trasferimento di questa vettura presso la carrozzeria esterna che si è occupata del restyling dei bredoni riminesi.

Dopo alcune ore, rientrato a casa una volta ultimato il mio tour di piacere in giro per la Romagna, ho deciso di fare un confronto con l’unico elemento che contraddistingueva quel 321U dal colore bianco lucente: la targa. Ebbene ho avuto conferma che si trattava proprio di lei, della ‘6005, verosimilmente in rientro a Rimini dopo esser stata riverniciata in bianco!!!

Per onor di cronaca con la riverniciatura della 36005 si completa la conversione al bianco, nonché il piano di riqualificazione iniziato nel corso del 2016, che ha visto protagonista l’intera flotta di BMB 321U composta da sei vetture che Start Romagna ha ereditato da Tram Servizi, le quali sono attualmente numerate da 36001 a 36006; di esse le prime due sono databili, a livello di anno di prima immatricolazione, al 1997, mentre le restanti quattro al 2000.

In allegato abbiamo deciso di inserire due immagini. La prima (in alto) ritrae la vettura 36005 già bianca, nel momento in cui mi è capotato di incrociarla lungo l’Adriatica. La seconda (a piè pagina), risale ai primi giorni del gennaio di quest’anno (2017) e mostra invece lo stesso autobus ancora dotato di livrea originale, mentre si trovava a Cesenatico, in attesa di partire su una delle corse di rientro della linea 94, la scolastica che consente ai ragazzi di Igea Marina, Torre Pedrera, Bellaria e S.Mauro Mare di recarsi presso gli istituti superiori cesenaticensi.


Francesco Gardini - 20/02/2017

giovedì 16 febbraio 2017

I “Leoni” extraurbani sbarcano a Cesena!!!



Start Romagna alza i veli su cinque nuovi Man Lion’s Intercity.

di Francesco Gardini – 16/02/2017



La centralissima Piazza del Popolo, presso Cesena, con sullo sfondo il Palazzo Comunale, la Fontana “Masini” e le mura perimetrali della Rocca Malatestiana, ha ospitato, nella giornata di giovedì 16 febbraio 2017, la presentazione di cinque nuovi Man R60 Lion’s Intercity che Start, l’azienda pubblica che si occupa della gestione dei servizi di trasporto collettivo in Romagna, ha recentemente acquistato e che immetterà in servizio a partire dalle prossime settimane sulla rete extraurbana gravitante sulla città.
Il Lion’s Intercity è l’ultimo nato in casa Man: si tratta di un veicolo rialzato in Classe II, studiato e progettato per il trasporto extraurbano, i servizi navetta o scuolabus. Start lo ha scelto nella versione “R60”, lunga poco più di 12 metri, 12,280 per l’esattezza, con larghezza pari a 2,550 mt e altezza di 3,400 mt.
Questo modello di autobus è costruito in base ad alti standard di sicurezza e di durata, non a caso rispecchia la normativa ECE R66.02, attiva a partire dall’inizio di quest’anno (2017), per quel che concerne la sicurezza passiva e la resistenza della struttura portante in caso di ribaltamento.
Osservando la parte esterna possiamo dire che la carrozzeria, dalle linee semplici ma con un design piuttosto aerodinamico, è contraddistinta dal colore bianco. I gruppi ottici, sia anteriori che posteriori, sono quelli classici, posseduti anche dagli altri autobus “col leone sul muso” di recente costruzione.
Si accede al vano passeggeri attraverso due porte, una anteriore ad andata singola, l’altra centrale a doppia anta, entrambe ad espulsione. Essendo mezzi rialzati, per salire a bordo bisogna compiere tre gradini.
L’area riservata ai passeggeri è molto luminosa, grazie a vetrate piuttosto ampie. Si cammina all’interno dell’autobus grazie ad un corridoio abbastanza largo, ai lati del quale sono collocati i posti a sedere, in tutto 49, posizionati su due file, tutti rivolti nel senso di marcia. Le sellerie, a marchio Kiel, caratterizzate dal colore blu, con accenni di rosso, giallo ed azzurro, sono dotate di imbottitura, quindi comode e confortevoli
Peculiarità di questi mezzi è il fatto che, pur non essendo ribassati, possono ospitare a bordo una carrozzina, grazie alla presenza di un apposito alloggiamento situato di fronte della porta centrale; in prossimità di essa, più precisamente all’interno del battente del primo gradino, è inserita la piattaforma elettrica (della portata massima pari a 300 kg), comandata tramite apposito telecomando, che consente la salita o la discesa della carrozzina.
L’abitacolo è omologato per ospitare fino a 26 passeggeri in piedi, lungo il corridoio.
Come accennato vano passeggeri è molto luminoso: la luce entra attraverso le ampie vetrate, oscurate esternamente.
Qualora l’illuminazione da fonti naturali non sia sufficiente, ecco che entra in funzione quella artificiale, garantita da luci poste in lunghezza al centro del corridoio.
Visto che si tratta di autobus moderni, tra i confort non possono mancare l’impianto di climatizzazione e la radio FM.
Ovviamente nella descrizione della parte interna non va tralasciato il posto guida. Posizionandosi su di esso quella che si può notare è l’ampia visibilità guardando anteriormente, complice la presenza di un parabrezza anteriore piuttosto ampio. Il cruscotto è quello classico posseduto dagli autobus adibiti al servizio di linea costruiti da Man. I tasti per attivare le strumentazioni sono collocati prevalentemente sul cruscotto stesso; fanno eccezione il quadro che comanda il sistema di condizionamento (per il cui funzionamento è presente l’apposito zainetto collocato sul tetto del veicolo), posto alla sinistra del conducente, in prossimità del manettino, e la radio col cronotachigrafo, posizionati nella plancia centrale.
Il volante è multifunzione: su di esso sono collocati i tasti che permettono di  impostare varie funzionalità tra le quali il Cruise Control.

Il vero e proprio cuore pulsante del Lion’s Intercity è il motore, il Man D0836 LOH 80 a 6 cilindri, Common Rail, alimentato a diesel con l’aggiunta di Ad-Blue, rispecchiante la direttiva Euro VI, dalla cilindrata pari a 6871 cc, capace di erogare 213 Kw di potenza. Il cambio è automatico, a marchio ZF, modello EcoLife.
Essendo autobus extraurbani non può mancare la presenza di retarder modulabile a 5 stadi, azionabile sia con levetta che tramite pedale, il quale va ad aggiungersi al freno di servizio a comando pneumatico che agisce su dischi ventilati.

Ora passiamo alle strumentazioni, necessarie per svolgere servizio in linea all’interno del bacino di Forlì-Cesena, riscontrate a bordo di questi veicoli:  una obly Stimer con relativo quadro di controllo ed il terminale di bordo RoadRunner relativo al sistema satellitare AVM; presente anche predisposizione per la radio di servizio Motorola RFT/VHF, non ancora installata fisicamente.
Ovviamente non possono mancare gli indicatori di destinazione, a marchio Aesys, ma con la particolarità di essere nella nuova versione a led bianchi, presenti con un pannello anteriore di dimensioni 160x16, più un “porta numero” laterale.

Infine il loro nome all’interno dell’azienda, ossia la matricola che contraddistinguerà ciascuno di questi bus nel corso della propria carriera lavorativa. Start ha scelto di inserire questi cinque Lion’s Intercity all’interno dell’ultima decina della serie 34200, con numerazione che quindi è compresa tra 34291 e 34295.
Tale serie conta al proprio interno già 13 MyWay, numerati da 34201 a 34213, dei quali il capostipite è stato ereditato da Tram Servizi, mentre le restanti vetture sono state acquisite dalla gestione di Ferrovie Emilia-Romagna all’interno della provincia di Rimini, più precisamente della Val Marecchia.
Nella stessa serie poi, a partire dal dicembre 2015, sono stati inseriti i sei CrosswayLE da 12 metri attualmente in servizio presso Start (vetture 34221-34226).
La scelta di lasciare un vuoto così ampio è stata dettata dal fatto che, a partire da 34227, dovrebbero essere numerati i 26 CrosswayLE di prossima immissione, acquistati con bando di gara finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.

Le protagoniste della mattinata sono state le vetture 34291 e 34292, giunte in piazza del Popolo intorno alle 11:00 e rimaste in esposizione per un paio di ore.
Alle 11:30 si è tenuta, a bordo della vettura 34291, la conferenza stampa alla presenza di vari dirigenti di Start Romagna, nonché del comune di Cesena.
Per Start ha relazionato prevalentemente il presidente Marco Benati che ha evidenziato l’impegno economico da parte dell’azienda per l’acquisto, in totale auto-finanziamento, di questi cinque autobus, ciascuno dal valore pari a circa 205 mila €. Si è parlato anche del rinnovamento che interesserà la flotta veicolare di “Start” a partire dai prossimi mesi, grazie ad esempio alla prossima consegna dei vari IvecoBus Crossway, sia “Low-Entry” da 12 metri che rialzati da 10,8, acquistati grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna.
Per il comune di Cesena invece ha relazionato il sindaco Paolo Lucchi, il quale ha sottolineato il fatto che la città è fortemente vocata al TPL, complice anche la politica dei “parcheggi scambiatori”, molto apprezzata dall’utenza, che consente a coloro che decidono di lasciare la propria auto presso le aree di sosta poste in prossimità del centro commerciale “Montefiore”, dell’Ippodromo e del cimitero di Ponte Abbadesse, di poter viaggiare per tutta la giornata sulle linee 4, 5 e 6 con un semplice biglietto da 0,10 centesimi.

Ora qualcuno che è più attento si chiederà: ma dove potremo trovare in servizio i nuovi Man Lion’s Intercity?
L’impiego prevalente sarà sulla linea 149 che collega Cesena a Ravenna, ma non è escluso di poter ammirare questi autobus anche su altre tratte.

Per concludere, in allegato, non possono non mancare alcune immagini riguardanti i mezzi esposti in Piazza del Popolo a Cesena, nonché la conferenza stampa di presentazione.

L'arrivo degli autobus...



...alcuni primi piani...






... particolare della porta centrale e dell'alloggiamento per la carrozzina...


... gli interni...



... il posto guida...




... dimostrazione del monta-carichi per l'accesso della carrozzina...




... un momento della conferenza stampa...


... ed infine anche le autorità testano il montacarichi.



mercoledì 15 febbraio 2017

Il Crossway, la 132 e le sue diramazioni.



In tempi piuttosto recenti abbiamo dato ampio spazio alla descrizione ed all'analisi della linea 132p del bacino di Forlì-Cesena, mettendo in luce le caratteristiche del suo itinerario che dal principale capoluogo forlivese si spinge, attraverso la campagna, fin alle porte della cittadina di Meldola.
All’interno del medesimo testo abbiamo anche fatto alcuni riferimenti alla linea 132 (Forlì - Meldola - S.Sofia e S.Sofia – Campigna – [Passo della Calla]), l’extraurbana che serve principalmente l’intera Valle del Fiume Bidente. Tale linea, nella medesima porzione territoriale compresa tra Forlì e Meldola, ha la particolarità di dividersi in ben tre differenti diramazioni che prevedono tutte entrata ed uscita dalla zona dell’autostazione di Forlì attraverso V.le della Libertà e P.le della Vittoria, mentre dall’abitato di Meldola lungo la storica “Bidentina”, transitando presso l’abitato di Para.

Il ramo principale effettuato tutto l’anno, sia nei feriali che nei festivi, dalla linea 132 è quello denominato “via Ronco”, e percorre l’asse Forlì-Meldola effettuando transito lungo la via Emilia e la SP4 “Bidentina”, servendo il quartiere forlivese di Ronco e le principali località di Carpena e Magliano.

La seconda diramazione, denominata “via Monda” ha invece lo scopo principale di servire in maniera diretta la zona del Centro Studi di Forlì. Analizzando il senso di marcia discendente, in direzione del capoluogo, si può dire che si abbandona il ramo principale della 132 una volta usciti da Meldola, poco dopo la fermata denominata “Para (Bidentina)” dove, all’altezza del bivio con via Monda (SP72), ci si inserisce sulla medesima con volta a sinistra, percorrendola fino al suo termine, presso S.Martino in Strada. Ivi giunti ci si immette su viale dell’Appennino girando a destra, compiendo cosa analoga una volta giunti all’altezza della rotonda con viale Risorgimento che poi diventa v.le Bolognesi. Rimanendo su di esso le corse dirette al PuntoBus effettuano lo scarico degli studenti in prossimità del Centro Studi, all’interno del quale si spingono invece le corse che si  muovono in direzione di Meldola e S.Sofia, grazie al classico anello che prevede transito, in senso orario, sulle vie Moro, Turati e Decio Raggi.
Il ramo “Monda” della linea 132 sarebbe svolto nelle sole giornate di scuola, se non fosse che nel periodo invernale vi è una corsa feriale, con partenza dal PuntoBus alle 13:10 ed arrivo a S.Sofia alle 14:17, che prevede transito su di esso.

A metà strada tra il tragitto “via Ronco” e quello “via Monda” si snoda invece la diramazione che consente ad una sola corsa della 132, quella scolastica con partenza alle 7:27 da Meldola Onpi, di transitare lungo via Persiani, dove a farla da padrone è invece la linea 132p.
L’autobus titolare di suddetta percorrenza, una volta uscito da Meldola, ricalca la “Bidentina” fino al bivio con via Decio Raggi, immettendosi sulla medesima all’altezza di Carpena Vecchia.
Dopo poco si abbandona tale arteria stradale, svoltando a sinistra su via Brando Brandi all’altezza della zona industriale di Carpena, continuando sulla già citata “Persiani” fino a giungere nei pressi della chiesa di S.Martino in Strada. Di qui, svoltando a destra su viale dell’Appennino, si ricalca il ramo “Monda” fino al PuntoBus.

Analizzando attentamente il quadro orario della linea 132 si può facilmente notare la presenza, nelle giornate scolastiche, di un giro del primo pomeriggio limitato alla tratta Forlì-Meldola (e v.v.) che in andata compie il ramo “Monda”, al ritorno invece quello “Ronco”, avente però orari differenti a seconda delle varie giornate della settimana.
Al lunedì, mercoledì, venerdì e sabato la partenza è prevista alle 13:10 dal PuntoBus di Forlì con arrivo a Meldola, presso il capolinea di Piazzetta Amendola, dopo 28 minuti di viaggio (circa); di qui si riparte alle 13:48 con rientro a Forlì alle 14:15.
Tali percorrenze, pur essendo in carico a personale viaggiante del deposito di Forlì, sono inserite all’interno del TM 359 del deposito di S.Piero in Bagno, avente il compito principale di svolgere la coppia di corse della linea 131-132 sulla tratta Bagno di Romagna-Passo del Carnaio-S.Sofia-Forlì.
Il titolare di tale nastro, da circa un anno, è diventato il Crossway 10.8 matr. 34062, indispensabile per affrontare più agevolmente le rampe che portano al “Carnaio”.

Nelle restanti giornate, martedì e giovedì, la corsa di andata è posticipata di un’ora e 10 minuti (partenza alle 14:20), mentre quella di ritorno di soli 60’ (partenza da Meldola alle 14:48). Visto che il bus impiegato nelle altre giornate, allo stesso orario (14:20), effettua la partenza per il rientro verso Bagno di Romagna, le due corse vengono svolte in sub-affido da CR-Bus che le svolge, già da diversi anni, con l’impiego prevalente dell’Iveco 370E.12.35 Orlandi Poker matr. 29006, pezzo unico all’interno della flotta “Start”.

In allegato proponiamo uno scatto che ci consente di ritrovare il Crossway matr. 34062, uno dei tre immessi in servizio ad inizio 2016.
Da ricordare che, grazie alla gara regionale svoltasi la scorsa estate, è previsto il prossimo arrivo di altre cinque vetture analoghe a questa che comporteranno il pensionamento dei vari Iveco 370S.10.24 Portesi e 370E.9.27 DallaVia Giotto appartenenti alla flotta “ex ATR”.

Francesco Gardini - 15/02/2015

domenica 12 febbraio 2017

I primi autobus dell’ATAM (1960 - 1968)


di Roberto Renzi - febbraio 2017

Gli autobus degli anni sessanta: FIAT 309, 411, 409 - Il 29 giugno 1960 iniziarono ad operare le prime quattro linee urbane della municipalizzata riminese: per avviare il servizio ci si servì di autobus Lancia 3 RO/P3 presi a noleggio presso l'ATM di Bologna. Fu questo l'inizio di una lunga serie di noleggi che negli anni sessanta e settanta caratterizzarono il trasporto urbano riminese, dovuti sopratutto alla necessità di rinforzare le linee durante la stagione estiva, ma anche di sostituire le vetture filoviarie in occasione di interruzioni della linea (cosa che, a causa di vari lavori stradali, avveniva spesso durante l'inverno).
Solo durante le festività del dicembre 1960 i riminesi poterono fare la conoscenza con i primi cinque autobus acquistati dall’ATAM, che nuovi fiammanti nella loro livrea “biverde” vennero esposti in piazza Cavour vicino all’albero di Natale. Si trattava di mezzi abbastanza insoliti nel pur variegato panorama dell’epoca, essendo basati su un modello interurbano, il FIAT 309. La carrozzeria Menarini di Bologna ne aveva allestito una versione urbana per Rimini e per qualche altra rete italiana (Reggio Emilia, Arezzo, Pistoia, Palermo).
Il 309 Menarini era dotato di un motore FIAT 220H da 125 CV (91 kW) posizionato “a sogliola” sotto il pavimento, aveva la guida a destra e due porte di servizio, era lungo 9150 mm e offriva complessivamente 64 posti, di cui 17 a sedere, oltre ai due di servizio (conducente e bigliettaio, il posto del quale era posizionato sul fianco destro, nel canonico angolo a fianco della porta posteriore). Particolarmente complesso il cambio, dotato di due leve, una delle quali per innestare le marce “ridotte”; queste erano particolarmente utili nelle salite ma la loro inserzione richiedeva al guidatore una certa perizia. I 309 “di prima serie”, che avevano ricevuto i numeri di servizio da 1016 a 1020, furono perciò impiegati a lungo e costantemente sulle due tabelle di marcia della linea 1 (Lagomaggio–Covignano), che nella prima rete ATAM era l’unica a presentare un tratto collinare.
Nel 1963 verranno immessi in servizio altri cinque FIAT 309 Menarini (1025–1029) del tipo “barra 1”, caratterizzati da una motorizzazione più potente (150 CV ovvero 110 kW)  e da un cambio meno complesso (era scomparsa la leva della “ridotta”); esteriormente si distinguevano dai primi quasi esclusivamente per il fregio sul radiatore a stanghette orizzontali al posto della calandra a forma di bocca.
Tra le due ordinazioni di FIAT 309 ci fu, nel 1961, l’acquisizione di due FIAT 411UM Menarini, numerati 1021 e 1022: autobus di grossa taglia (87 posti su 10,97 metri di lunghezza e 6,15 di interasse) con guida a destra e motore anteriore, naturale evoluzione del modello 401 dal quale erano derivati i filobus riminesi degli anni cinquanta. Altri due 411 arrivarono nell’estate del 1963 portando così a quattordici i mezzi a motore termico complessivamente in forza alla municipalizzata. Le due nuove unità (1023 e 1024) ricevettero da Menarini una cassa dalla linea più squadrata, in accordo con i canoni stilistici dominanti negli anni sessanta e che venne adottata anche per le ultime forniture dei filobus FIAT 2411.
Al decennio precedente restava in ogni caso legata l’architettura interna del 411, con il motore, un FIAT 203.0/51 da 150 CV (110 kW), posizionato nel cofano a lato del guidatore, e dotati di un cambio semiautomatico (elettropneumatico): il conducente, se soffriva per il calore e la rumorosità trasmessi dall’apparato motore, era però facilitato nel suo lavoro dal cambio privo di frizione e ridotto a una levetta sul cruscotto.
L’estate 1964 portò a Rimini i primi autobus urbani a tre porte: si trattava dei Monocar CMB 1101: così aveva denominato Menarini il suo nuovo modello realizzato su gruppi meccanici FIAT 409, che replicava l’estetica degli ultimi FIAT 411: testate senza più doppie curvature, vetri anteriori leggermente inclinati in avanti e sovrastati da un fascione comprendente l'indicatore di percorso a tela. Il propulsore, modello FIAT 220H a sei cilindri per complessivi 9161 cm3, era accoppiato a un cambio meccanico a cinque velocità ed erogava una potenza massima di 153 CV (112 kW) a 2400 giri.
La guida a sinistra, la motorizzazione “a sogliola” e l’esistenza di una terza porta, sia pure di dimensioni ridotte, determinavano una maggiore capacità specifica (91 passeggeri su 10 metri di lunghezza) ed una più agevole mobilità interna, per cui questi nuovi autobus – quattro unità numerate da 1031 a 1034, cui ne seguirono altrettante nel 1965 – furono subito immessi sulle linee di costa e sulla lunga diametrale 3 (Villaggio Nuovo–Santa Giustina–San Vito), corrispondente all'odierna linea 9, dove verranno prevalentemente impiegati fino all’arrivo dei più capienti FIAT 418AC.
La strana numerazione (1036, 1037, 1046, 1047) attribuita ai CMB 1101 di seconda ordinazione si spiega forse con l’acquisto – nel 1964 – del filobus 1041. I numeri dal 1042 al 1045 erano probabilmente riservati ad altri filobus che non vennero mai ordinati.
L’ultimo lotto di FIAT 409 (1048–1052), giunti a Rimini nel dicembre 1968, segnò il primo “tradimento” della municipalizzata riminese nei confronti della carrozzeria Menarini: si trattava infatti di cinque unità con carrozzeria portante realizzata dalle Officine Meccaniche Ferroviarie Breda di Pistoia: la scritta “Pistoiesi” faceva bella mostra di sé sul frontale, per cui non ci sono dubbi su come queste vetture furono comunemente chiamate dai tranvieri riminesi…
Le differenze dei “Pistoiesi” dai Monocar erano più che altro estetiche, anche se tutta una serie di particolari, come le ante delle porte realizzate in legno e l’apertura delle stesse comandata da un rubinetto per l’aria compressa, facevano apparire queste vetture più datate di quelle uscite dalla fabbrica bolognese. Verso la metà degli anni settanta, i 409 Pistoiesi, rinumerati da 1648 a 1652, furono sottoposti a cura dell’officina aziendale ad un revamping radicale, comprendente la riverniciatura in arancione-crema, l’adozione del comando porte elettropneumatico e, per due unità (1649 e 1652, ex 1049 e 1052), la ricostruzione del frontale con un unico cristallo inclinato in avanti, sul modello dei nuovi FIAT 418AC Menarini.
Dal 1977, l’impiego abituale dei “Pistoiesi” fu sulle linee 5 e 15 (oggi 20 e 14): entrambe esercitate con almeno una corsa ogni ora, queste linee avevano in comune il capolinea di piazzale Cesare Battisti e le tabelle di marcia – quattro nei giorni feriali e due nei festivi – che prevedevano alternativamente un giro sull’una e sull’altra linea, in modo da compensare i tempi di giro (70 minuti la 5 e 50 minuti la 15) nell’ambito di due ore. Poiché in sede di revisione queste macchine avevano ricevuto gli indicatori di percorso “a palette”, il cambio del numero al capolinea poteva avvenire molto più rapidamente che con i classici indicatori a tela (i cosiddetti “plurimus”): all’autista bastava infatti aggiungere o togliere la cifra 1 davanti al 5.

Acquisti di seconda mano e bus interurbani - Nel 1962 la carrozzeria Menarini noleggiò all’ATAM un FIAT 640 RNU – numero di telaio 100051, ultimo proprietario le Autolinee SAC di Sesto San Giovanni – allestito da CaNSA nel 1952 per la STEL di San Remo (numero sociale 6), che fino al 1960 lo aveva utilizzato sulle linee più acclivi dell’entroterra ligure: un impiego ideale per un mezzo lungo appena 6032 mm e dotato di rapporti molto ridotti.
Con l’apertura all’esercizio della linea 5, che per raggiungere la località di San Salvatore, al confine tra il Comune di Rimini e quello di Coriano, percorreva la ripida rampa tra Gaiofana e San Lorenzo in Correggiano, seguita da un'angusta curva a gomito, nel 1963 il 640 ex STEL/SAC passò definitivamente in proprietà all’ATAM, che lo immatricolò come vettura 1030. L’impiego sulla linea 5 continuò fino al 1968, anno in cui il piccolo bus fu venduto ad una autoscuola riminese, che dopo averlo riverniciato in azzurro lo tenne a disposizione per molto tempo sul piazzale delle Ferrovie Padane.
In conseguenza dell’istituzione delle nuove linee 7 e 8, nonché dell’effimera linea 6 (via Satta–piazza Tre Martiri), nel 1965 vennero a far parte del parco aziendale due autobus OM Supertaurus classe 1956, carrozzati Autodromo Modena, ex vetture 40 e 41 dall’ATAM Ferrara, che a Rimini assunsero i numeri di servizio 1039 e 1040, nonché un altro FIAT 640 RNU del 1951, carrozzato Viberti, che era appartenuto alla Società SCAUIT di Foggia e che divenne la matricola 1038.
Mentre i primi due  furono radiati nel 1968 dopo un intenso utilizzo sulle linee del forese (5, 7 e 8), il piccolo 640 Viberti ancora nel 1970 poteva essere visto sostare in un angolo di piazza Tre Martiri pronto a partire sulla linea 8, all'epoca esercitata con corse saltuarie e non ancora prolungata a Italia in Miniatura. Sopravvisse fino al 1976, utilizzato negli ultimi tempi come magazzino viaggiante a disposizione della squadra addetta al montaggio ed alla manutenzione delle paline di fermata.

Il bus turistico acquistato nel 1964 e numerato 1035, era un FIAT 306/3 da 11 metri vestito da Menarini con la carrozzeria “SDM” (Sintesi Del Meglio), una delle più diffuse negli anni sessanta, rappresentata nell’area riminese soprattutto da vari esemplari in forza alle Gestione Governativa Ferrovie Padane. Rispetto al modello standard, l’esemplare ATAM, che in origine presentava una livrea gialla con filetti neri, si distingueva per le porte munite di quattro antine di piccole dimensioni (simili a quella anteriore dell’urbano CMB 1101) aprentisi verso l’esterno, anziché con due battenti ad apertura verso l’interno, come era normale sugli “SDM” di serie.
Dopo essere stato impiegato in un servizio turistico Torre Pedrera–Rimini (giro della città con guida), che non andò oltre l’estate 1964, il 306/3 fu adibito ad una modesta attività di noleggio con conducente, per la quale possedeva l’apposita licenza. Tuttavia, quando nel 1975 l’ATAM rilevò la linea Rimini–Montebello, questo mezzo si dimostrò prezioso per integrare la scarsa dotazione di autobus interurbani ricevuti in dotazione dall’impresa cessante Tiboni & C. Addirittura, dopo la radiazione del Büssing 4036 (1977), il FIAT 306 “turistico” fu quotidianamente impiegato in linea nei giorni di scuola, quando erano appunto tre le tabelle di marcia necessarie a coprire il servizio (come già testimoniato nell'articolo "DA TIBONI A START ROMAGNA: LA LINEA RIMINI-MONTEBELLO", foto 8).

Di seguito alcune immagini.
Autobus FIAT 309 carrozzato Menarini, nell’allestimento per ATAM Rimini
(foto Davide Minghini)

Appena giunto a Rimini dalla Menarini di Bologna, l’autobus FIAT 411UM (ATAM 1021) posa per il fotografo sul piazzale Boscovich 
(cortesia fam. Agnoletti)

I FIAT 309/1 (ATAM 1025–1029) si differenziavano da quelli della serie precedente soprattutto per il diverso frontale (un motivo che Menarini utilizzerà anche sui FIAT 314) ed in altri piccoli particolari, tra cui la modanatura semplificata nel “salto di livello” dietro il posto guida
(collezione Luca Kaiblinger)

L’8 luglio 1963 i due nuovi FIAT 411UM Menarini (di seconda serie), ancora con la targa di prova, sono appena giunti nel deposito ATAM. Nella retrostante officina, si scorge l’altra unità della serie (1023) 
(foto Davide Minghini)

L’autobus Monocar CMB 1101 su gruppi FIAT 409

Foto di fabbrica del FIAT 409 Breda-Pistoiesi (anno di costruzione 1968) nella versione per l’azienda di Rimini, dove furono numerate da 1048 a 1052, poi 1648 a 1652 (collezione Giorgio Fantini)

Autobus FIAT 640 CaNSA, ex STEL Sanremo (vettura 6) e SAC Sesto San Giovanni, incorporato nel parco ATAM nel 1963 con il numero di servizio 1030. Verrà ceduto ad una autoscuola nel 1968
(foto Roberto Renzi)

Autobus FIAT 640-Viberti, ex SCAVIT Foggia, presente nel parco ATAM dal 1965 al 1976 con il numero di servizio 1038, poi 3038
(foto Roberto Renzi)

Autobus OM Supertaurus-Autodromo, ex 41 ATAM Ferrara, poi 1040 ATAM Rimini (1965–1968). Nello stesso periodo fece parte del parco mezzi ATAM anche l’unità gemella ex 40 ATAM Ferrara, poi 1041 ATAM Rimini
(foto Roberto Renzi)




Anche per l’acquisto dell'autobus turistico, l’ATAM si rivolge nel 1964 alla carrozzeria Menarini, che per la municipalizzata riminese produce un esemplare del modello “Sintesi del Meglio” (SDM) su meccanica FIAT 306/3. L'autobus viene immatricolato come 1035
(collezione Roberto Renzi).

Parco Mezzi "ATAM" nel periodo 1960-1968
(a cura si A. Brunelli e G. Turri)