venerdì 11 novembre 2016

Stagionali Filoviari.


L’estate non è solo sinonimo di vacanza ma, nelle nostre zone, anche di lavoro stagionale, cosa che consente magari agli adulti di aver un’occupazione che permetta loro di assicurarsi una certa stabilità anche per il resto dell’anno, ai più giovani di racimolare qualche soldo in più da poter spendere in diversivi o perché no per pagare gli studi nel corso del periodo invernale.
I lavori stagionali rivieraschi penso che li conosciamo tutti: si va dai più classici bagnini presso gli stabilimenti balneari, ai camerieri, cuochi, commessi, baristi e chi più ne ha più ne metta.
In passato però, nella città di Rimini, vi era un'altra mansione che spesso era ambita a tanti: lo stagionale nell’azienda di trasporti, prima presso “Sita”, che si è occupata della gestione della filovia dal 1939 al 1959, poi all’interno di ATAM.
Le mansioni erano due: quella di bigliettaio, alla quale si candidavano generalmente ragazzi giovani, magari studenti delle scuole superiori, e quella di conducente, per chi aveva qualche anno in più e che era in possesso di apposita patente.
Le linee su cui erano principalmente impiegati gli stagionali erano ovviamente le due principali di costa, prese d’assalto in estate dai vacanzieri, quindi notevolmente potenziate rispetto al periodo invernale, vale a dire la filovia Rimini-Miramare-Riccione e la linea automobilistica Rimini-Torre Pedrera.
Varie erano le motivazioni che spingevano tanti riminesi a presentare domanda come lavoratore estivo sugli autobus: innanzitutto la possibilità di svolgere un lavoro su turni, nulla a che vedere con gli altri lavori estivi che ti tengono occupato per moltissime ore al giorno e che richiedono spesso un impegno fisico piuttosto importante; inoltre vi era la speranza di poter diventare un dipendente fisso e, un tempo come ora, era una cosa molto ambita, visto che si trattava di una azienda pubblica.
A tanti andava bene, ma non a tutti. C’era infatti chi tentava un’altra strada, pur rimanendo nel mondo dei trasporti pubblici provando a superare i concorsi promossi dalle Ferrovie dello Stato. A Rimini, perlomeno negli anni ’70, il locale “Dopo Lavoro Ferroviario” realizzava, presso il cinema “Settebello”, dei veri e propri corsi in preparazione dei concorsi stessi: tanti ex stagionali “Atam” sono poi diventati ferrovieri.
Il passare degli anni, unito all’evoluzione tecnologica e della rete di TPL Riminese, hanno fatto sì che gli stagionali gradualmente sparissero. I bigliettai sono stati infatti sostituiti dalle emettitrici automatiche, i conducenti invece sono diventati sufficienti quelli “di ruolo”, impiegati nel periodo invernale sulle varie linee e corse scolastiche.

Grazie a queste occupazioni estive molte persone sono riuscite ad entrare nel sistema TPL della provincia (o città) di Rimini: di sicuro al giorno d’oggi è una possibilità che a viene negata a tanti di noi (mi includo all’elenco) che saremmo interessati a tali mansioni, magari per passione, o per poter dire semplicemente un giorno “C’ero anche io!!!”.

Riflettendo attentamente su quanto appena scritto, ancora una volta non possiamo negare che la filovia Rimini-Riccione è stata l’elemento fondamentale che ha dato il là per la creazione di quella che potremo definire “l’era degli stagionali”.
Quella che attualmente è la linea 11, è senza dubbio stata fra gli elementi che, magari in unione alla ferrovia (poi autolinea) Rimini-Novafeltria, alla rete di autolinee gestite da Sita (poi da ATR), alla rete urbana ATAM entrata in vigore a partire dal 1960 ed alla volontà delle istituzioni, hanno dato il là per far sì che il TPL nella provincia riminese diventasse quello che è attualmente, un sistema molto capillare e a mio avviso a portata dell’utenza. Ovviamente come le tutte cose presenta può presentare pregi e difetti, oppure è minato dai tagli alla spesa pubblica fatti da chi ci governa dall’alto, imponendo riduzioni o “redistribuzioni”.

Le caratteristiche della linea 11 ai giorni nostri ben le sappiamo, così come i mezzi che la percorrono, in primis i sei VanHool AG300T, in unione agli autosnodati della flotta Start di Rimini e talvolta a qualche autobus urbano/suburbano da 12 metri.
Quello che sarà della filovia nel futuro ancora di preciso non si sa, complice il TRC in corso di ultimazione e di futura inaugurazione: come dice una nota canzone “lo scopriremo solo vivendo…”.

In allegato un’immagine di archivio che ritrae uno dei filo-snodati "VanHool”, più precisamente la vettura 36504, ferma presso la pensilina A della stazione FS di Rimini diretta alle Terme di Riccione.


P.S.: ammetto che, nella redazione di questo testo/post, causa motivi prevalentemente di natura anagrafica (non ero ancora nato in quegli anni), ho preso spunto dal libro sulla storia dell’Atam pubblicato da Enzo Corbelli nel 2012 nonché da alcuni racconti ascoltati sia da Roberto Renzi che da mio padre, operaio delle FS per circa 25 anni, con tanti colleghi di origine riminese, un tempo dipendenti stagionali di ATAM.


Francesco Gardini - 27/06/2016

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