giovedì 7 settembre 2017

Linea 91, la prima suburbana, ora urbana.



Erano gli albori degli anni ’90 quando l’azienda forlivese ATR, nel periodo successivo alla cessione dei servizi extraurbani delle provincie di Ravenna e Rimini a favore di ATM e della neonata TRAM, mette in atto una politica finalizzata alla realizzazione di nuove linee che garantissero una serie di interazioni tra le due principali città della provincia, Forlì e Cesena, e le cittadine più prossime ai loro confini, andando ad incrementare l’offerta data fino a quel momento esclusivamente dalle linee extraurbane ereditate da “Sita” nel 1975.
E’ in questo modo che iniziano a fare la propria comparsa le suburbane, le linee “90”, contraddistinte sui libretti ed alle paline di fermata dal color arancio.

Alla prima suburbana che ha visto luce all’interno del territorio forlivese, contraddistinta dal numero 91,  viene dato il compito di avvicinare Castrocaro Terme, nota cittadina termale posta lungo la vallata del fiume Montone, al capoluogo, Forlì, dove il capolinea in origine era posto presso il Ronco, quartiere che sorge nella porzione territoriale  compresa tra la via Emilia “sud” ed il perimetro dello scalo aeroportuale; questo conferiva alla tratta un aspetto diametrale che è durato ben poco, complice la successiva troncatura presso la stazione ferroviaria.
A livello storico c’è da fare una distinzione nel tracciato tenuto dalla 91 all’interno di Forlì, mantenendo però invariato il punto di uscita dalla città, che avviene attraverso porta Schiavonia, quella posta lungo la via Emilia in direzione di Faenza, a due passi dal corso del Montone e dal ponte sul medesimo corso fluviale.
Nei primi venti anni (circa) di servizio la linea 91 prevedeva l’allora fondamentale transito da Piazza Saffi, cuore storico del centro forlivese, raggiunta percorrendo viale della Libertà, viale Oriani (sede dell’autostazione dal periodo successivo all’eliminazione dalla stessa “Saffi” del capolinea per le linee extraurbane, fino alla realizzazione di quello attuale in via Volta) e attraversando p.le Indipendenza; causa sensi unici si entrava in piazza, in senso ascendente, grazie al transito su v.le Oberdan e corso della Repubblica, la si lasciava in quello discendente lungo via Giorgio Regnoli. Usciti dal centro storico forlivese attraverso corso Mazzini, si seguiva il perimetro delle  mura della città nella loro parte nord-est, solcando i viali Vittorio Veneto ed Italia.
Sul finire dell’estate 2012 la riprogrammazione del servizio urbano della città di Forlì fa sì che la stragrande maggioranza delle linee non transitino più in piazza Saffi, col trasferimento del principale fulcro trasportistico cittadino dinnanzi alla stazione. Anche il tracciato della 91 viene modificato: dal terminal dello scalo ferroviario gli autobus percorrono per intero v.le della Libertà fino al raggiungimento di P.le della Vittoria, e proseguono costeggiando poi il lato sud-ovest delle mura perimetrali,  solcando viale Filippo Corridoni (dove ha sede il Campus Universitario), servendo la zona della Rocca di Ravaldino e continuando su v.le Salinatore fino al raggiungimento della già citata Porta Schiavonia. Da qui fino all’arrivo a Castrocaro il percorso è rimasto immutato, forse complice la sua semplicità di snodarsi quasi per intero lungo la SS67, la statale che collega la Romagna alla Toscana attraverso il passo del Muraglione, conosciuta anche come via Firenze, toccando gli abitati di S.Varano, Villa Rovere e Terra del Sole, attraversando il cuore della cittadina castrocarese percorrendo il viale principiale che porta il nome dell’arcinoto fisico Guglielmo Marconi, proseguendo su viale Roma, dove hanno sede gli stabilimenti termali, ed andandosi ad attestare presso il capolinea collocato nella piazzetta che si trova all’intersezione tra le vie Giacomo Matteotti e Cavalieri di Vittorio Veneto.

A livello di programma di esercizio le cose non sono troppo variate nel corso degli anni. Nei giorni feriali la frequenza storica è pari ad un autobus ogni 30 minuti. Va però sottolineato il fatto che la fascia di morbida mattutina del periodo estivo, da sempre, possiede cadenzamento orario. Negli ultimi anni vi è stata da registrare una riduzione analoga anche nelle fasce di morbida dei feriali non scolastici del periodo invernale, mentre nei giorni di scuola vi è stato qualche slittamento o anticipo negli orari di partenza verosimilmente riconducibile al “post riforma Gelmini”.
Per quel che concerne le giornate festive invece le corse hanno frequenza oraria per l’intero arco dell’anno.
A livello di tempi di percorrenza la 91 possiede un tempo giro pari ad un’ora: nella maggior parte dei casi gli autobus che partono dalla stazione forlivese al minuto “05” rientrano da Castrocaro al “35”, in alternativa se lasciano il capolinea cittadino al “35”, ripartono da quello della località termale al “05”.
Va inoltre segnalato che a livello “amministrativo” la 91, pur muovendosi all’interno di una porzione territorio compresa tra due comuni, ha subito, un paio di anni fa, una sorta di declassamento da linea suburbana ad urbana di Forlì.

Passiamo ora all’impiego mezzi: da sempre sulla 91 a farla da padroni sono gli autobus in allestimento suburbano e, nel corso degli anni, si è potuto riscontrare il susseguirsi dei vari modelli presenti all’interno della flotta di ATR, partendo dai BredaMenarinibus M 220 e 220/E LS, passando poi ai BusOttoSL ed ai BMB 240LS, finendo con gli AvancityLS CNG, introdotti con la “metanizzazione” della tratta, avvenuta nel 2008.
Nonostante questo vi sono differenti testimonianze secondo cui, agli albori, la linea 91 è stata esercitata anche tramite l’impiego dei Fiat 420/A Menarini, appartenenti alla serie 355-359 del 1976.

Come sempre non possiamo non correlare lo scritto con un’immagine inerente alla tratta descritta. Il protagonista è il BredaMenariniBus 240LS matr. 20937, classe 2004, vettura storica del deposito di Forlì, immortalato lungo la statale 67 laddove geograficamente termina l’abitato di Rovere.
Notare una particolarità: la tabellazione “Castrocaro Terme” della linea 91 costituisce uno dei casi in cui, relativamente alle impostazioni dei display del bacino di Forlì-Cesena, viene sfruttata la possibilità di inserire la il testo su tre righe fornita dai pannelli Aesys dotati di 24 led in altezza.

Francesco Gardini – 07/09/2017

1 commento:

  1. Lo scritto è molto interessante ma la foto è semplicemente spettacolare. Aspetto di ricevere il poster... :)

    RispondiElimina