giovedì 29 giugno 2017

Autobus, territorio, paesaggi e residenze esterne.



Seguendo con costanza la realtà del trasporto pubblico, in particolar modo quello romagnolo, ci capita spesso di documentare e constatare quanto esso sia legato al territorio: sono solitamente le immagini fotografiche che ci consentono di creare degli interessanti accostamenti tra autobus, percorsi delle linee e paesaggi in cui essi si muovono.

In una domenica pomeriggio del mese di maggio mi sono trovato a percorrere, con la mia umile utilitaria, la strada provinciale che da Savignano sul Rubicone conduce a Sogliano al Rubicone, proseguendo poi verso Perticara.
Poco prima della cittadina soglianese, all’altezza del Villaggio Baviera, il cui nome è riconducibile ad un tentativo, fallito, di creazione di un insediamento turistico da parte di alcuni imprenditori tedeschi, poi diventato una sorta di “zona residenziale” all’interno del territorio comunale, era in sosta il l’Irisbus 399E.12.35 MyWay matr. 34211 di Start Romagna.
Questa vettura è divenuta, nell’ultima parte dell’anno scolastico 2016/2017, la titolare della linea 169 del bacino di Rimini, tratta che nei giorni scolastici collega, grazie ad una coppia di corse, Sogliano e la Valle dell’Uso con S.Arcangelo, Rimini ed il polo scolastico di Marebello; la presenza in loco della 34211 è  particolare anche per il fatto di aver rilevato il posto dell’Iveco 370S.12.30 matr. 34171, dismesso a fine inverno.
Dopo aver accostato con la volontà di effettuare uno scatto a quell’autobus, mi sono accorto che sullo sfondo la cornice paesaggistica era di notevole rilevanza: le montagne dell’Appennino Romagnolo e Marchigiano, in particolar modo quelle della zona del Montefeltro, adornate di un verde dai toni spiccati.

Riflettendo ad livello organizzativo e gestionale, uno degli accostamenti più importanti tra TPL e territorio è rappresentato dalla residenze esterne, dai mezzi facenti capo ad esse, e dal personale viaggiante che vi svolge tradizionalmente servizio.
La sosta degli autobus nei cosiddetti “depositi esterni” risulta indispensabile per ovviare inutili trasferimenti a vuoto che comporterebbero costi aggiuntivi nello svolgimento del servizio; le residenze consentono inoltre la presenza di autobus in loco per le partenze mattutine, riducendo dalla partenza eventuali ritardi che vanno ad accumularsi in condizioni di viabilità difficili, come nei mesi invernali quando le strade talvolta sono ricoperte da ghiaccio e/o neve.
Anche gli autisti delle residenze sono persone considerate davvero “particolari”: essi infatti sono spesso residenti in quegli stessi piccoli borghi, quindi ben conosciuti dagli utenti abituali; la loro funzione è considerata indispensabile per la comunità, in particolar modo per studenti, persone anziane o più giovani che magari preferiscono non usare l’auto per i lunghi spostamenti. Gli autisti di residenza sono quindi delle vere e proprie “istituzioni”, forse paragonabili al sindaco del paese o al comandante della polizia locale. La conseguenza diretta è una considerazione di profonda fiducia e stima nei confronti di queste figure professionali che, magari dopo aver svolto molti anni di servizio, hanno visto mutare, viaggio dopo viaggio, generazione dopo generazione, la nostra società, gli usi ed i costumi delle persone che vivono in luoghi considerati “sperduti” per coloro che popolano le grandi e medie metropoli.

Francesco Gardini – 29/06/2017

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