Seguendo con
costanza la realtà del trasporto pubblico, in particolar modo quello romagnolo,
ci capita spesso di documentare e constatare quanto esso sia legato al
territorio: sono solitamente le immagini fotografiche che ci consentono di
creare degli interessanti accostamenti tra autobus, percorsi delle linee e paesaggi
in cui essi si muovono.
In una
domenica pomeriggio del mese di maggio mi sono trovato a percorrere, con la mia
umile utilitaria, la strada provinciale che da Savignano sul Rubicone conduce a
Sogliano al Rubicone, proseguendo poi verso Perticara.
Poco prima
della cittadina soglianese, all’altezza del Villaggio Baviera, il cui nome è
riconducibile ad un tentativo, fallito, di creazione di un insediamento
turistico da parte di alcuni imprenditori tedeschi, poi diventato una sorta di
“zona residenziale” all’interno del territorio comunale, era in sosta il
l’Irisbus 399E.12.35 MyWay matr. 34211 di Start Romagna.
Questa
vettura è divenuta, nell’ultima parte dell’anno scolastico 2016/2017, la
titolare della linea 169 del bacino di Rimini, tratta che nei giorni scolastici
collega, grazie ad una coppia di corse, Sogliano e la Valle dell’Uso con
S.Arcangelo, Rimini ed il polo scolastico di Marebello; la presenza in loco
della 34211 è particolare anche per il
fatto di aver rilevato il posto dell’Iveco 370S.12.30 matr. 34171, dismesso a
fine inverno.
Dopo aver
accostato con la volontà di effettuare uno scatto a quell’autobus, mi sono
accorto che sullo sfondo la cornice paesaggistica era di notevole rilevanza: le
montagne dell’Appennino Romagnolo e Marchigiano, in particolar modo quelle
della zona del Montefeltro, adornate di un verde dai toni spiccati.
Riflettendo
ad livello organizzativo e gestionale, uno degli accostamenti più importanti
tra TPL e territorio è rappresentato dalla residenze esterne, dai mezzi facenti
capo ad esse, e dal personale viaggiante che vi svolge tradizionalmente
servizio.
La sosta
degli autobus nei cosiddetti “depositi esterni” risulta indispensabile per
ovviare inutili trasferimenti a vuoto che comporterebbero costi aggiuntivi
nello svolgimento del servizio; le residenze consentono inoltre la presenza di autobus in
loco per le partenze mattutine, riducendo dalla partenza eventuali ritardi che
vanno ad accumularsi in condizioni di viabilità difficili, come nei mesi
invernali quando le strade talvolta sono ricoperte da ghiaccio e/o neve.
Anche gli
autisti delle residenze sono persone considerate davvero “particolari”: essi
infatti sono spesso residenti in quegli stessi piccoli borghi, quindi ben
conosciuti dagli utenti abituali; la loro funzione è considerata indispensabile
per la comunità, in particolar modo per studenti, persone anziane o più giovani
che magari preferiscono non usare l’auto per i lunghi spostamenti. Gli autisti
di residenza sono quindi delle vere e proprie “istituzioni”, forse paragonabili
al sindaco del paese o al comandante della polizia locale. La conseguenza
diretta è una considerazione di profonda fiducia e stima nei confronti di queste
figure professionali che, magari dopo aver svolto molti anni di servizio, hanno
visto mutare, viaggio dopo viaggio, generazione dopo generazione, la nostra
società, gli usi ed i costumi delle persone che vivono in luoghi considerati
“sperduti” per coloro che popolano le grandi e medie metropoli.
Francesco Gardini – 29/06/2017
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