lunedì 13 marzo 2017

VALMARECCHIA: CENTO ANNI IN CORRIERA


di Roberto Renzi - 13/03/2017

- PRIMA PARTE -

1.  Nel riminese, i primordi del trasporto automobilistico vedono la presenza della Società Autotrasporti Aemilia di Bologna, che nel 1906 inizia l’esercizio di due servizi di linea sulle relazioni Rimini–Riccione e Rimini–Bellaria. Nella valle del Marecchia, intanto, cominciava ad operare lo svizzero Roger David (leggi l'articolo "Addio alla linea del "Passo Viamaggio", foto 1"). Il servizio veniva svolto con i primi rudimentali “omnibus automobili” come questo FIAT 18 BL che vediamo ritratto a Corpolò.
(collezione Giuseppe Semprini).

2.    Il primo riminese a dare vita ad una impresa di autotrasporto persone è il cavalier Leone Cardelli, che il 10 ottobre 1913, dopo aver conseguito la patente di guida a Milano ed acquistato a Berna due autobus Arbenz, ottiene la concessione dell’autolinea Carpegna–San Leo–Santarcangelo di Romagna, un servizio destinato a durare per molti decenni. 
(foto tratta dal libro “Ritmi di ruote” di Ogliari-Sapi).


3.    La corriera della linea Rimini–Pennabilli appare molto affollata mentre attraversa il paese di Pietracuta.
(dalla pagina Facebook “Sei di Pietracuta se...”).

4.  Con l'entrata in esercizio della ferrovia a scartamento ridotto Rimini–Mercatino (1922) delle Ferrovie e Tramvie Padane, gli autoservizi ripiegarono sui tragitti diversi da quello del fondovalle. La ditta Filippi & Giusti di San Marino esercitava una linea di collegamento tra la stazione denominata appunto “San Marino” e San Marino città. Questa rara immagine illustra la coincidenza tra treno e autocorriera nella stazione che successivamente sarebbe divenuta “Torello”, ubicata a poche centinaia di metri dal confine di Stato.
(dal post su Facebook di Sebastiano Ciacci).




5.   A Rimini le corriere giungono fino a piazza Cavour, dove incontrano il tram diretto al mare. In questa cartolina del 1930 circa è ripreso l'autobus della ditta Cardelli (collezione dell'Autore).



6.    Nonostante le dure rampe che il treno doveva percorrere per giungervi, la stazione di Verucchio si trovava fuori dal paese, a quota 145 m contro i 300 del centro storico. La ditta Cesari ebbe la concessione per collegare con un'autolinea paese e stazione. Quattro coppie di corse erano sufficienti per servire i sei treni che giornalmente vi fermavano.
(da Orario Pozzo, collezione dell'Autore).


7.    Il servizio per Perticara, sede di un'importante miniera di zolfo, e Sant'Agata Feltria era svolto dalla ditta Ramberti. In questo orario del 1939 si nota uno spostamento piuttosto importante di tracce orarie nel giorno di fiera a Mercatino, allora come oggi il lunedì. Il tempo di percorrenza era di un'ora contro i 40' di oggi.
(da Orario Pozzo, collezione dell'Autore).

8.   Siamo a Rimini negli anni Cinquanta. Una corriera non identificata attraversa l'incrocio con la via Circonvallazione Occidentale. La linea di valico per Sansepolcrio, da anni esercitata dalla ditta Baschetti era soggetta (e lo sarà fino alla sua cessazione, nel nuovo millennio!) al divieto di servizio locale nel tratto sovrapposto al servizio delle Ferrovie Padane. In primo piano il binario della ferrovia Rimini–Novafeltria (dal 1940 nuovo nome di Mercatino Marecchia), che attraversava l'importante arteria senza barriere per poi proseguire fino a Villa Verucchio lungo la strada Marecchiese (Archivio Biblioteca Gambalunga).



9. Nel dopoguerra la ditta Cardelli prolunga le corse provenienti dall'alta Valmarecchia fino a Bologna e Pesaro. Mentre il primo “ramo” cesserà nel 1975 con l'avvento della gestione pubblica, il secondo continuerà a operare fino al 2001 (collezione dell'Autore).



10.  Il 15 ottobre 1960 il treno Rimini–Novafeltria effettua la sua ultima corsa. Il personale delle Padane, ora adibito alle mansioni di autista e bigliettaio sull'autoservizio sostitutivo, posa davanti al fabbricato viaggiatori “Rimini Centrale”, diventato autostazione (foto Dario Curzi).

11.  Un mese dopo la cessazione del servizio su rotaia, il magazzino merci di Novafeltria appare già riconvertito a rimessa autobus (foto Renzo Renzi).


12.  Dopo un breve noleggio di autobus SIAMIC, il servizio sostitutivo ebbe inizio con dei FIAT 309 CANSA. Qui ne vediamo uno proveniente da Rimini transitare sul Ponte Santa Maria Maddalena. Sulla sede stradale ci sono ancora le rotaie della ferrovia (foto Dario Curzi).


13.  Nel 1963 le Padane cominciano a rivolgersi alla carrozzeria Dallavia di Schio (VI), che fornisce loro questo FIAT 306/3 da turismo (foto Davide Minghini).


14. Anni Sessanta. Veduta del deposito di Cardelli a Rimini, lungo la via Circonvallazione Occidentale, di fronte agli attuali uffici dell'AUSL (foto Davide Minghini).

15.  In questa panoramica di Rimini Centrale, si notano alcuni autobus delle Padane tra cui un FIAT 405 Menarini (vedi riquadro in alto a destra). Era un mezzo con carrozzeria di tipo urbano, arredato con sedili imbottiti: un suburbano ante litteram, insomma, impiegato nelle corse limitate a Verucchio o Villa Verucchio. In primo piano relitti di locomotive, carri e carrozze, che saranno rimossi solo dieci anni dopo la fine della ferrovia.
(foto Davide Minghini).


16. La Gestione Governativa Ferrovie Padane veniva spesso incaricata dalle FS di svolgere autoservizi sostitutivi in caso di astensione dal lavoro dei ferrovieri (prassi non più in uso dopo la legge sulla regolamentazione del diritto di sciopero). Qui vediamo un FIAT 306/3 Menarini SDM impiegato in tale servizio, davanti alla stazione di Rimini nel 1969 (foto Davide Minghini).


17.  Nell'ottobre 1970 le vecchie locomotive raggiungono il campo di un demolitore a Gambettola. Un FIAT 320 Menarini e il 306/3 Dallavia fanno da sfondo al triste epilogo del glorioso trenino.
(foto Davide Minghini).




18. Il 1975 segna un massiccio passaggio alla gestione pubblica delle autolinee private. Mentre la SITA è “pubblicizzata” dal Consorzio Trasporti Romagnoli, le linee della Valmarecchia (ditte Ramberti, Cardelli e Cesari) vengono assorbite dalle Padane. Si crea così la rete che ancora oggi esiste in gestione Start Romagna (attuali linee 160, 161, 162 e 165 del Bacino di Rimini). Dopo un anno di gestione Padane, la linea Verucchio–S.Cristina–Rimini (ex Cesari) viene parzialmente sostituita dalla linea urbana 16 dell'ATAM. Nella cartina è riportata la diramazione scolastica per Gualdicciolo (RSM), a causa della quale tutta la rete delle Padane nel riminese era considerata “linea internazionale” e come tale sottratta alla competenza regionale, una situazione paradossale che ebbe termine solo nel 2001 (collezione dell'Autore).

19. Orario invernale 1975-76 della Rimini–Novafeltria. Dalle otto coppie di corse del 1960 si è passati a un servizio molto intenso con ben 13 coppie feriali e 6 festive sull'intero percorso. Secondo le statistiche aziendali (1976) i viaggiatori annui erano 1.188.954 (collezione dell'Autore).

20. Ancora un 306/3 SDM, questa volta diretto a Novafeltria, mentre si appresta a effettuare la fermata della stazione a fianco di un nuovissimo filobus Volvo, nell'estate del 1978.
(foto Nedo Bianchini).

21. Della flotta Padane facevano parte anche dei FIAT 306/3 CANSA tra cui la matricola 67, qui in sosta davanti alla vecchia stazione di Novafeltria nell'ottobre 1981. A sinistra la caratteristica “pulmina” a metano, mezzo di servizio che ha attraversato tutta l'epoca Padane (foto dell'Autore).


22. Con gli anni Ottanta arrivano a Rimini i FIAT 370 alcuni dei quali, come questo esemplare, nella versione da dieci metri e mezzo, particolarmente adatta alle linee di montagna come la Novafeltria–Sant'Agata–Maiano.
(da "I cinquant'anni della Gestione Governativa Ferrovie Padane", a cura del Comitato per la storia delle ferrovie e tranvie, Bologna 1984).


23. Nel parcheggio di Novafeltria sostano fianco a fianco un 370 carrozzato Dallavia e un 306/3 CANSA.
(foto Massimiliano Cantoni).


24.  Nel 1977 le Padane acquistarono due autotreni FIAT 418AC carrozzati Macchi, uno dei quali fu destinato alla Rimini–Novafeltria. Qui lo vediamo nel 1984, impegnato nel trasporto di un gruppo di boy scout, classico traffico domenicale della linea.
(foto Massimiliano Cantoni).


25. Il parco automobilistico della Gestione Governativa Ferrovie Padane. Elenco aggiornato al 30 giugno 1984 e comprensivo anche della residenza Ferrara.
(da I cinquant'anni della Gestione Governativa Ferrovie Padane, cit.).









1 commento:

  1. Come sempre le cronache storiche di Roberto sono stupende. Particolarmente significativa la foto in cui posa anche il filobus Volvo Mauri. Attendo con ansia la seconda parte.

    RispondiElimina